Capitolo 18 parte 1

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POV TALIA

Distrutta, ecco come mi sento questa mattina, distrutta. Non tanto fisicamente, ma quanto mentalmente. Ieri sera non sono nemmeno scesa per cenare, e tra l'altro non ho dormito. Non ci sono riuscita.
La visione straziante del suo fragile sguardo sul mio, quegli occhi di ghiaccio che in quel momento rispecchiavano l'animo gelido del freddo Soldato, sovrastano i miei pensieri.
Sono stata una stupida egoista. Ho perso il controllo della mia mente, mi sono lasciata andare presa dallo sfogo e dall'adrenalina e il risultato è stato pessimo, incurante. Come ho fatto a perdere la dignità in questo modo? A cadere così in basso con un errore così sciocco. La sofferenza che mi tormenta è opprimente e le lacrime non fanno che sgorgare ininterrottamente. Le ferite evidenti sul corpo non fanno nemmeno male, non sono queste le cicatrici che faticheranno a ricucirsi. Non bado ad esse; l'unico dolore che provo, anche se intangibile, è la sofferenza psicologica. Non tanto la mia, io me la merito sono stata vile, ma quanto la sua. Ha sofferto abbastanza in passato, e io che ho fatto? Ho alimentato la sua paura causandogli una perdita del controllo e facendo riemergere quell'identità che tanto sperava di non rivedere più...tutto per colpa mia.
Oggi è anche il mio compleanno. Dovrei essere felice, ma come faccio? Questo accaduto ha rovinato tutto ormai, e io l'ho perso. Speravo di poterlo aiutare, di suscitargli fiducia; ma se prima il nostro rapporto si stava fortificando ora invece si sta corrodendo. E la cosa che ancor più mi strazia è che me la sono andata a cercare io.

Restare rinchiusa in camera per tutta la giornata non la vedo una buona opzione, anche se ci rimarrei volentieri. Per di più è il mio compleanno, dovrebbe essere un giorno allegro, ma poco mi importa, ormai nulla ha più senso. Gli altri forse se lo saranno anche scordato, con tutti gli impegni che hanno figurati se stanno a badare a me.
Sbuffando e con gli occhi ancora stracolmi di lacrime, scendo dal letto; e trascinandomi le gambe con passi pesanti mi dirigo per andare in cucina, pronta a ricevere occhiatacce, critiche e lo sguardo deluso di James.
Sto sull'ultimo gradino della scalinata che conduce alla grande cucina. Sosto esitando, incerta sul da farsi. Ho paura e mi viene da vomitare, ma allo stesso tempo ho bisogno di vederli. Loro e ...LUI. Voglio, devo vedere come sta. Anche se probabilmente lui ora mi vedrà in un altro modo io non posso, non riesco ad odiarlo dopo quello che è successo; e poi il mio amico stomaco implora del cibo.
Prendo un bel respiro, mi asciugo un po' gli occhi e mi decido a scendere, il tutto con passi felpati e la testa abbassata. Ancora un altro passo e sono dentro la stanza.

–Buon...-
-AUGURI TALIAAAAA!!- un grido acuto di più voci accavallate mi fa sobbalzare. Alzo la testa di scatto e mi ritrovo tutti quanti, proprio TUTTI, in piedi dietro al tavolo circolare con le braccia alzate per aria.
–Ma cos...- sussurro corrugando la fronte, presa alla sprovvista dall'euforica reazione dei miei compagni, che ora si avvicinano verso di me.
–Auguri Talia- mi abbraccia Natasha porgendomi gli auguri con un dolce sorriso.
–Auguri!- seguono anche gli altri.
–Grazie ma... pensavo vi foste scordati- esordisco ancora incredula.
–Scordarci noi? Di te? Mai- risponde prontamente la Vedova.
–Ho una certa età, ma per fortuna la memoria ancora resiste- ironizza il Capitano strappandomi una risata.
Ebbene, a quanto pare si sono ricordati della data di oggi. Ero convinta che si fossero scordati considerando gli impegni costanti; e poi nessuno mi ha mai dato così importanza, quindi sono rimasta sbalordita e disabituata a ricevere queste attenzioni. Ma forse c'è ancora qualcuno interessato a me.
–Grazie ragazzi- li ringrazio grata e con una punta di commozione.
–Dai siediti, scommetto che hai una gran fame- mi invita Natasha stringendomi per le spalle. Annuisco e mi accomodo sulla prima sedia che trovo.
–Auguri Talia- sento pronunciare da una voce fioca. Alzo lo sguardo per incontrare quello di James, seduto di fronte a me.
–Grazie- mormoro accennando un lieve sorriso, se pur mi viene difficile. Per la prima volta dopo ieri sera i nostri sguardi si sono rincontrati. È stato strano questa volta, diverso. Anche adesso provo dei forti sentimenti per lui, non è facile abbattere ciò che si è costruito, ma dopo l'accaduto di ieri mi rendo conto che qualcosa è cambiato per entrambi. Si percepiva imbarazzo, disagio... io quasi non avevo il coraggio di soffermarmi sulle sue iridi come ero solita fare. Più lo guardavo e più mi accresceva il senso di colpa.

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