Capitolo 13

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POV TALIA

Anche questa volta vengo risvegliata dalla luce del sole, che con i suoi raggi delicati accarezza dolcemente il mio viso. Mi sento molto riposata, e i dolori del giorno precedente dovuti agli allenamenti si sono alleviati. Ma anche oggi mi aspetterà una giornata faticosa, quindi sarò pronta a ricevere nuove batoste. Ci dovrò fare l'abitudine per i prossimi giorni se non mesi, almeno fino a quando non decidono che io sia abbastanza preparata da affrontare una missione. Mi siedo poggiando la schiena alla spalliera e mi stiracchio massaggiandomi un po' i muscoli. Mi guardo intorno, mi gratto la nuca e mi ricordo che io ieri sera mi sono appisolata sul divano vicino a Bucky. Ma quindi...come ci sono finita in camera?
Lavata e vestita, esco dalla stanza e mi incammino in cucina. Sono tutti svegli e già accomodati sui posti a fare colazione, persino Bucky che è intento a mangiare i suoi pancake con gli occhi rivolti verso il piatto. Uffa, questa mattina non mi sono svegliata presto e non ho potuto preparare la colazione con lui. Peccato, mi ero divertita ieri mattina. Sarà per la prossima volta.
–Buongiorno dormigliona- mi saluta Natasha con una tazza di caffè fumante in mano
–Buongiorno- ricambio io –che ore sono?- Chiedo dubbiosa. Ho come l'impressione che sia un po' tardino.
–Sono quasi le undici- mi risponde Sam. Sgrano gli occhi:
–Ma tra qualche minuto abbiamo gli allenamenti! Miseriaccia, sono in ritardo. Perché non mi avete svegliata prima?- inizio ad allarmarmi
–Hei stai tranquilla. Ieri eravamo tutti molto stanchi e ti abbiamo lasciato riposare. Ci siamo svegliati con comodo- mi spiega Steve. Mi tranquillizzo e mi siedo al primo posto libero che trovo, che purtroppo non è di fianco a Bucky, ma bensì di fronte. Si accorge di me, solleva gli angoli delle labbra e con un filo di voce mi dice –Buongiorno-. Io mi sento bruciare dentro, perché il modo in cui l'ha pronunciato è stato veramente sexy. Io sorrido molto timida e dico lo stesso. Poi mi servo un piatto di pancake con dello sciroppo d'acero e un bicchiere di latte, e inizio a mangiare.
–Mmm, a proposito- esordisco mentre mastico quella delizia preparata dal mio soldato preferito –chi mi ha portata a letto ieri sera?- Sono molto curiosa di sapere chi sia stata quella persona ad aver sollevato il mio corpo fino al letto in camera mia.
–Sono stato io- mi risponde Steve sorridendo.
–Oh...grazie- mi rivolgo con tono vacuo. Non so perché, ma speravo fosse stato Bucky...Oh Talia, smettila! Mica lui può pensare sempre a te...


Sono passate tre ore, e finalmente mi hanno concesso una pausa. Steve come riscaldamento mi ha sempre fatto correre per tutta la palestra ripetutamente, ma gli esercizi che sono venuti a seguire sono stati diversi e molto più tosti rispetto a quelli del giorno precedente. Ho faticato molto anche con le braccia, non solo con le gambe e gli addominali. All'arrivo di Nick e dell'Agente Hill mi hanno condotta in uno stanzino, accompagnata sempre da Steve che sembra essere diventato la mia guardia del corpo personale, e Maria ha iniziato ad eseguire i primi test su di me. Sapevo che lei si sarebbe occupata di questo, ma non così presto. La stanza era abbastanza spaziosa, con una grande vetrata e pareti interamente bianche, mentre il pavimento era in parquet. Al suo interno vi erano un tapirulan con un macchinario accanto, due travi verticali con un'altra sopra posizionata orizzontalmente, una poltrona con un kit medico e altri attrezzi particolari. Il primo test che ho dovuto eseguire consisteva nel correre sul tapirulan, e nel mentre che correvo mi hanno attaccata su tutto il corpo delle ventose collegate a quel macchinario. Aumentavano mano a mano la velocità, e io mi sentivo osservata: tra Nick e Steve che stavano al mia fianco, e la Hill che prendeva note scuotendo la testa su e giù, non sapevo chi mi metteva più a disagio. Dopo sono passata alle travi: dovevo arrampicarmi con le braccia e fare praticamente delle flessioni. Purtroppo ho ceduto poco dopo, crollando letteralmente per terra con le braccia che bruciavano; infine mi hanno prelevato dei campioni del sangue. In tutto ciò non ho capito esattamente lo scopo di questi test, ma Fury mi ha detto che l'Agente Hill mi avrebbe fatto sapere i risultati questa sera, concedendomi della pausa per riposarmi e riprendermi dopo il prelievo. Devo resistere un'altra ora e poi andrò a rilassarmi nella mia bella vasca e iniziare a riordinare la camera. Nick mi ha concesso anche di finire prima dicendomi di essere rimasto molto soddisfatto dei risultati. Caspita, sono solo due giorni che mi alleno e già è così entusiasta? Direi che come inizio è perfetto.
Mi siedo tutta grondante di sudore (e ovviamente addolorata peggio di ieri) sulla panchina. Bucky questa volta non mi ha portato la boccetta d'acqua, e nemmeno l'asciugamano. Non l'ho proprio visto per quasi tutta la giornata, considerando il tempo che mi hanno intrattenuta in quella stanza. Ma ora sono disidrata, e ho bisogno di bere. Scolata tutta la boccetta mi guardo intorno, e finalmente lo vedo: è proprio lì, a qualche metro da me, con i pantaloncini corti, le scarpe da training, la canotta attillata traspirante, i capelli sciolti e bagnati appiccicati al viso intento a dare i pugni al sacco da box. Sembra molto concentrato, con lo sguardo fisso sul quel sacco che colpisce impetuosamente e ripetutamente, e la mascella rigida e serrata. Le sue mani forti e forse ormai abituate a tutti quei colpi, non sono nemmeno ricoperte da fasce o da guantoni. Dà colpi a crudo, senza protezioni, e riesco a vedere da qua le nocche delle sue mani ricoperte da un po' di sangue incrostato dopo tutte le botte date. È così forte e veloce, così abile; e mi incanto a seguire e a studiare quei movimenti, che sembrano tirar fuori rabbia e pensieri.

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