Io e mio padre

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Tarrant

Dopo aver lasciato il palazzo del tempo decido di andare a casa con con i miei amici e... la mia famiglia... mi fa strano dirlo, ho sentito molto la loro mancanza, vorrei raccontagli tutto quello che è successo il questi anni ma è come se mi mancasse il fiato.
Mio padre è orgoglioso di me per i miei cappelli, e questa cosa mi manda al settimo cielo.. ma mi rendo conto che non riuscirò mai a essere completamente felice senza Alice.
Continuo a girarmi e rigirarmi quella biglia tra le mani, mentre annuisco ascoltando i racconti dei miei parenti, è assurdo tutto quello che ha fatto la regina rossa... eppure dietro quella maschera dura si nascondeva un passato pieno di sofferenze.
Sono contento che la regina Mirana sia riuscita a far pace con lei... in un certo senso, oggi, anche loro hanno ritrovato la propria famiglia.

Zanik

Mia moglie continua a raccontare a Tarrant di come quella donna ci ha rinchiusi, ho visto varie emozioni dipinte sul volto di mio figlio: rabbia per quello che ci hanno fatto, insomma, ci hanno separati per tutti questi anni; pentimento.. per non essere tornato in tempo; in alcuni momenti sembrava la persona più felice del mondo, si vedeva che gli eravamo mancati, eppure in in certi istanti... sembrava cadere a pezzi come un antico edificio consumato dal tempo.
I suoi occhi.. che sono cambiati tanto, ricordo quel bambino che mi mostrò orgoglioso la sua prima creazione.
Quando era piccolo aveva gli occhi scuri e i capelli più.. "normali", diciamo che era più simile a me, ora invece ha un occhio giallo e uno verde e la sua testa è ricoperta da una folta chioma di un rosso acceso.
Ricordo quel cappellino di carta blu... un segno del suo affetto nei miei confronti che io rovinai e gettai davanti ai suoi occhi.
Forse è colpa mia se è diventato così.. così... matto? No, è sempre stato diverso, all'inizio pensavo che questa sua indole non avrebbe permesso al suo talento di sbocciare. E invece guardatelo ora, un cappellaio degno del nome Altocilindro.
Sono fiero di lui.
Eppure... più guardo il mio ragazzo e più sono convinto che c'è qualcosa che non va.. devo parlare con lui.
-Tarrant, perché non mi porti a fare un giro?- dico mentre mi alzo, interrompendo mia moglie che smette di parlare incrociando le braccia, borbottando qualcosa che non sono riuscito a capire.
-Si padre, va bene-
Disse sbattendo velocemente le lunghe ciglia come se si fosse appena svegliato.
Si alza e comincia a camminare verso un boschetto, lo seguo in silenzio.
In pochi secondi sprofonda di nuovo nei suoi pensieri.. vorrei entrare nella sua testa per sapere cosa pensa..

Tarrant

Cammino con mio padre lungo un sentiero che porta a un laghetto... mi sarebbe piaciuto portarci Alice.
-Allora figliolo... cosa c'è che non va?-
-Nulla padre, è solo che sono stanco, è stata una giornata difficile.-
-Non me la conti giusta Tarrant.-
-Se l'avessi fatto lo farei ma dato che non l'ho fatto, non lo faccio.- rispondo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, con un mezzo sorriso e lo sguardo rivolto chissà dove.
-Non ti seguo Tarrant. Sono tanti anni che non ti vedo, questo è vero ma non sei mai stato così, sei perennemente distratto. Ricordo che pensavi solo ad abbinare terribili fantasie e a cucire piume e pietre luccicanti su vestiti e cappelli... ora sembri addirittura depresso! Prima eri un concentrato di energia e vitalità... cosa è successo figlio mio?-
-Si tratta di Alice... certo, lei  mi mancherà per un po' ma poi passerà... stia tranquillo padre, tornerò presto ad essere lo stesso Tarrant di sempre.- dico sorridente, cerco di auto convincermi ma non c'è nulla da fare... posso mentire agli altri ma non a me stesso. La mia Alice, la mia piccola cara Alice. Chissà cosa starà facendo ora...
-Va bene Tarrant..- so che non se l'è bevuta, ha deciso di lasciar perdere (almeno per il momento) l'apprezzo molto.

Alice alla ricerca della felicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora