Un uccellino in gabbia

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Helen

-Non potevi essere più delicato?-
-Cosa dovevo fare? Quando ho visto l'espressione che avevi... mi è tornato alla mente il giorno in cui mio padre mi disse che ero una delusione...-
-Non pensarci più, ora tuo padre è fiero di te.-
Apro lentamente gli occhi ,e vedo Alice seduta per terra, accanto a quel ragazzo con i capelli rossi. Lei non aveva più la camicia da notte, ma aveva gli abiti che indossava prima.
-Madre..-
-Alice, credo che io e te dovremmo parlare, da sole, dobbiamo chiarire questa faccenda.-
-Madre, ma io..- Alice mi guarda con la stessa espressione che aveva quando Hamish le disse che non avrebbe più navigato, mi si spezza il cuore, ma non posso far finta di nulla.
Mi alzo e attraverso la stanza
-Andiamo.- apro la porta, senza guardarla mi avvio verso la mia cabina.
I miei passi sono decisi, mentre i suoi sono leggeri e lenti, sembra un fantasma.
Entrò nella mia cabina e lei mi segue.
-Penso che tu mi debba delle spiegazioni.- guarda il pavimento senza fiatare.
-Puoi cominciare Alice, ti ascolto.-
-Sedetevi madre, è una lunga storia.-

Alice

-Puoi cominciare Alice, ti ascolto.-
Prendo coraggio e comincio a parlare.
-Sedetevi madre, è una lunga storia.-
Si siede sul letto ed io comincio il mio racconto:
-Tutto cominciò quando ero ancora una bambina, ricordate quei sogni che mi terrorizzavano?- lei annuisce, un po' confusa.
-Quelli, non erano sogni. Finii a Sottomondo, un luogo popolato da strane creature. Fortunatamente, la mia prima avventura lì fu abbastanza tranquilla... ma- mi guarda come se le avessi detto che i cavalli di legno volano. Effettivamente a Sottonomdo...
-Alice, io ho bisogno di sapere la verità, non tutte queste fandonie.-
-Cosa vi fa pensare che siano fandonie? Per voi è così normale vedere un ragazzo comparire dal nulla?-
-Effettivamente... continua.-
-Dicevo, la seconda volta pensavo fosse un sogno. Ricordavo quel luogo, ma pensavo che fossero frutto della mia immaginazione, poi mi resi conto che era tutto reale e dovetti uccidere una creatura terribile, che aiutava la Regina Rossa a terrorizzare e quindi a far obbedire i cittadini di Sottomondo.-
-Sono vere le cose che mi stai raccontando Alice?- ovviamente non si aspettava tutte queste cose assurde...
Un raggio di sole è riuscito ad oltrepassare le tende e ad illuminare il viso di mia madre, solo ora mi accorgo di quante rughe le stanno solcando il viso..
-Lo giuro su tutto ciò che desiderate.-
Annuisce e mi fa cenno di continuare.
-Dopo che uccisi il mostro tornai qui, e rifiutai la proposta di matrimonio di Hamish. Vi ricordate di quando mi trovaste a casa degli Ascot? Ero appena tornata da Sottomondo, e cercavo di infilarmi sotto il comò perché dovevo recuperare un oggetto che poteva darmi il potere di viaggiare nel tempo. Il cappellaio, cioè il ragazzo dai capelli rossi che avete incontrato prima era in pericolo, e per salvarlo avevo bisogno di tornare indietro per scoprire che fine aveva fatto la sua famiglia. Scoprii che la famiglia del cappellaio era stata rapita dalla Regina Rossa, così andiamo a salvarli, però lei prese la cronosfera e rischiò di distruggere tutto vedendo se stessa nel passato. Salvai tutto per miracolo ma poi dovetti tornare qui perché non volevo abbandonarvi, mentre andavo via una lacrima diventò solida e ora permette a Tarrant di venire qui ogni volta che dorme o che ho bisogno di lui.-
Riprendo fiato e la osservo, sta ancora elaborando ciò che le ho detto.
-E quando avevi intenzione di dirmi tutte queste cose? Ti rendi conto di quante volte hai rischiato la vita? Cosa avrei fatto senza di te?- è palesemente scioccata, ma d'altronde.. come darle torto?
-Io non riesco a crederci, non può essere vero.. no Alice, queste sono stregonerie pericolose, non voglio che tu ci abbia a che fare.-
-So badare a me stessa, e come avrete certamente capito... ci sono dentro fino al collo.- perché non si rende conto del fatto che non può fare nulla?
-È una follia, mandalo via. Troverai di meglio.- la cosa peggiore è che sembra seria.
-Madre, un amore che oltrepassa interi mondi, non può essere scacciato con un "Troverai di meglio".-
-Oh, ti prego! È assurdo pensare che una giovane bella, coraggiosa e intelligente come te, debba rovinarsi mettendo un matto al suo fianco.-
Come può pensare questo di me e Tarrant?
-Potete dire ciò che volete, io non manderò via Tarrant per un vostro capriccio.- la rabbia si fa sentire, insieme ad un pizzico di delusione.
Gli occhi mi bruciano, voglio tornare nella mia cabina.
-Non è un capriccio, vuoi capire che lo dico per il tuo bene?!-
-Il mio bene? Che strano concetto che avete di quel termine.- non ci credo, sono così delusa...
Sento bussare alla porta.
-Prego.- dice mia madre con voce decisa.
La porta si apre lentamente e la folta chioma di riccioli rossi spunta dopo un secondo.
-Signora, con tutto il rispetto, non posso assolutamente permetterle di allontanare da me sua figlia.- lui ha un'espressione seria, mentre mia madre sembra quasi che stia per buttarlo giù dalla nave.
-Lei permetterebbe mai a sua figlia di sposare un uomo che a vostro parere non è adatto per lei?-
-Con tutto il rispetto signora, dato che non devo sposarlo io... non vedo perché no. Lei in quanto madre dovrebbe volere la felicità di sua figlia. Non crede?- Tarrant si sta trattenendo, so bene che avrebbe preferito fare una delle sue scenate... ma si è reso conto che con mia madre non avrebbe funzionato.
-Certo, però voglio anche il suo bene, che a mio parere, viene prima della sua felicità.-
-Pensate che sia meglio rinchiudere un uccellino che farlo volare libero? Magari l'uccellino è completamente protetto nella sua gabbia. Però quella vi sembra vita? Star lì per la gioia dei nostri occhi non sarebbe proprio il massimo per lui. Non si vive per accontentare gli alti, signora Kingsleigh.- per un secondo il suo viso si è addolcito, sembra anche un po' stupita.
Poi la mia attenzione fu catturata da un qualcosa di bluastro comparso sotto il comò. Lo Stregatto, deve essere lui. Mi inginocchio per guardare meglio, infilo la testa lì sotto, ma nulla.
-Ciao Alice.-
Per lo spavento cerco di alzarmi di scatto ma sbatto la testa contro il mobile. Lo Stregatto è appena comparso di fronte a me. Poi scompare, mi alzo.
-Alice?- mia madre mi guarda confusa mentre il cappellaio ha una mano sul viso e fa "no" con la testa.
Lo Stregatto comparve in alto, si cullava, sdraiato sulla sua stessa cosa. Poi mi guarda e sorride.
-Credo che ci sia qualcosa che dovresti sapere.-

Alice alla ricerca della felicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora