9) La convalescenza

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We build too many walls and not enough bridges.

-Isaac Newton.

Il giorno seguente fu un incubo. Newt, avendo i suoi doveri di vice da svolgere, non mi fece compagnia e mi annoiai a morte. Restai tutta e dico tutta la mattinata a fissare il soffitto del Casolare, cercando di immaginare qualcosa che interrompesse la monotonia della giornata: cosa sarebbe successo se un Dolente avesse fatto irruzione nella stanza; come caspio avrei fatto ad eludere la sorveglianza dei Radurai e a fuggire nel Labirinto per cercare una via d'uscita; tra quanto tempo Frypan sarebbe arrivato con il pranzo, segnando la mia ora...

In quel mentre dalla porta fece capolino il Pive dalle sopracciglia arcuate in un modo particolare.

《Gally!》urlai alzandomi senza pensarci due volte e gettandogli le braccia al collo《Mio salvatore! Non ne potevo più di starmene qua da sola. Ti prego, distraimi da questa monotonia!》

《Con piacere, cucciola.》rispose lui dolcemente facendomi girare e prendendomi in braccio《Mi sei mancata, piccola.》aggiunse sottovoce baciandomi la punta del naso.

E poi, in quell'esatto istante, ad interrompere la perfezione del momento, entró Newt.

《Liz...》mormorò lasciando cadere a terra il piatto con l'insalata (la mia povera cena!), che si frantumò in mille pezzi (il piatto, non l'insalata).

《Scusate.》biascicò il vice, senza distogliere lo sguardo da noi due vicini《Io... mi sono ricordato che ho delle cose urgenti da fare... devo andare.》e scappò via senza dire null'altro.

《Newt...》sussurrai, allontanando Gally senza troppe smancerie, correndo fuori alla ricerca del ragazzo.

La testa cominciò a girarmi appena uscii dal Casolare.

《Newt!》urlai con la voce stridula per la paura.

《Newt.》dissi, più piano, accasciandomi contro un albero.

Cominciai a sudare freddo, la testa che ormai girava come una trottola. Mi rialzai, trattenendo un conato di vomito.

《Newt...》bisbigliai, barcollando, urtando un paio di Radurai e appoggiandomi infine ad un masso. Non riuscii più a trattenere i conati e vomitai. Restai cinque minuti buoni ferma, aggrappata disperatamente ad un ramo a vomitare.

《Liz!》sentii esclamare. C'era solo un persona che mi chiamava così:《Newt?》chiesi speranzosa sentendo che mi prendeva in braccio. Non udii nemmeno la risposta che svenni.

《...e non me ne frega un caspio se hai scoperto qualcosa, non me ne fregherebbe un caspio nemmeno se avessi trovato un'uscita o un modo per ammazzare i Dolenti, testa puzzona faccia di sploff! Abbiamo aspettato tre fottuti anni, possiamo aspettare ancora. Lei. Non. Può. Muoversi. Di conseguenza, io. Non. Mi. Muovo. Chiaro? O ti devo fare un disegnino?》

《Bene così.》rispose Minho con un sospiro, schioccando la lingua.

《Urla più piano, Newt.》farfugliai strofinandomi gli occhi.

《Elise...》mormorò lui, catapultandosi letteralmente ad abbracciarmi, o meglio, a stritolarmi.

《Piano, Newt, mi spacchi le costole.》ridacchiai, e lui allentò la presa.

《Sei viva.》sussurrò accarezzandomi una guancia con dolcezza.

Fu un attimo, e la sua espressione cambiò fulmineamente.

《Elise. Simone. Evans.》urlò, talmente forte che a qualche Dolente deve essere venuto un attacco di cuore《Cosa caspio pensavi di fare?! Ti avevo espressamente proibito di alzarti!》

She's The Last One. Ever. || The Maze RunnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora