12) Il pungiglione

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Lo scorpione punge e affoga la rana che lo sta portando sulla schiena anche se così affoga se stesso; semplicemente perché è scorpione, è nella sua natura pungere.
-Antonio Polito.

《Scommetto che avresti preferito restare nella Radura a sbaciucchiarti Newt.》mi pungolò Jackson affiancandomi.

《Col caspio! Non ne potevo più di starmene appiccicata ad un letto.》

Il Velocista ridacchiò.

Continuammo a correre ancora per un po', svoltando a destra e a sinistra senza nemmeno rallentare.
Verso metà mattina Jackson chiese una pausa.

《Ma come?》chiesi con il respiro leggermente alterato, appoggiandomi alle ginocchia《Non eri un Velocista, tu?》

《E tu non eri il nostro biglietto di sola andata verso la libertà?》replicò lui.

《Zitto!》dissi, tendendo l'orecchio nel cercare di cogliere ancora lo stridio che avevo udito prima.

《Tu a me non dici...》

《Zitto e corri.》lo interruppi, ma lui non si mosse. Gli presi la mano e lo trascinai dietro un muro, spiaccicando entrambi contro l'edera, mentre la coda di un Dolente frustava l'aria nel posto dov'eravamo un attimo fa.

《Facciamolo a pezzi.》urlò lui sfoderando la lancia, ma io lo trattenni.

《In due? Non sappiamo se gli altri Velocisti ci aiuteranno.》

Mi ignorò e escì dall'ombra, urlando e attaccando il Dolente.

La bestia gli strappò la lancia con la coda e la frantumò. Jackson, ritrovatosi disarmato, prese ad indietreggiare lentamente.

《Vattene, Pive.》gli urlai conficcando il pugnale nel fianco del mostro e attirando l'attenzione del Dolente su di me. Lui non se lo fece ripetere due volte e scappò a gambe levate. Che codardo!

《Cerca di non ammazzarmi, bellezza.》dissi al Dolente passandomi il coltello da una mano all'altra《Ho chi mi aspetta nella Radura. Non voglio tornare da cadavere tra le braccia di Minho.》

Restammo immobili a fissarci per quelle che forse sono state ore.
Forse aveva intenzione di aspettare il calar della sera, per farmi a pezzi con i suoi amichetti. Forse si era sparsa la voce di come avessi ammazzato gli altri Dolenti e aveva paura.

Sapevo che non mi conveniva attaccare per prima, lo avrebbe solo spinto ad attaccare a sua volta. Ma non potevo nemmeno permettere di perdere troppo tempo: le porte si sarebbero chiuse a breve e non potevo permettere che arrivassero altre bestie.

Il Dolente fece scattare la coda e bloccai il colpo con il coltello. Il pungiglione fuoriuscì dalla coda e, per evitare di farmi pungere, girai il coltello con un gesto secco.

La coda si svitò.

I quatto artigli che la componevano ruotarono attorno ad un perno e, tutti attaccati, mi caddero in mano, il pugnale ancora stretto nella morsa di ferro.

Il Dolente stridette di paura e cercò di frustarmi con il moncone della coda. Usai i quattro artigli come scudo e il pungiglione rimase incastrato tra essi.

Il mostro corse via e io lo imitai, fuggendo dalla parte opposta, senza lasciare il mio trofeo di guerra che, nonostante l'aspetto, era abbastanza leggero.

Corsi dentro la Radura un attimo prima che le porte si chiudessero.

Sfilai il pugnale dalla presa degli artigli e lo infoderai.

Mi incamminai verso il Casolare, il pungiglione nella mano destra e gli artigli nella sinistra.

Non c'era nessuno.

Mi diressi verso la capanna dove si tenevano le Adunanze e sbirciai aprendo la porta di uno spiraglio.

《...non possiamo lasciarla nel Labirinto. Morirá! Avete detto voi stessi che non possiamo permetterci di perdere altri Velocisti.》insistette Gally battendo un pugno sul tavolo di legno di faggio.

《Gally, le porte sono chiuse. Non c'è più nulla da fare.》gli disse Newt appoggiandogli una mano sulla spalla.
Aveva gli occhi arrossati e lucidi, come se avesse pianto a lungo.
Una lacrima gli scivolò lungo la guancia sinistra ma non fece nulla per fermarla; doveva averne trattenute molte.

Scivolai tra la folla in lutto e nessuno mi notò molto.

《Grazie per il pensiero》dissi《ma, come ho già detto a Newt, so badare a me stessa.》e appoggiai l'artiglio sul tavolo sotto gli occhi stupiti di tutti.

《Non ho ucciso il Dolente.》avvertii sorridendo a Thomas《L'ho solo smontato.》

Minho scoppiò a ridere. Mi si avvicinò e, insieme agli altri Velocisti, mi sollevò. Mi liberai dalla loro presa.

《Jackson.》chiamai《La prossima volta ti sarei grata se cercassi aiuto o, magari, se non cercassi di ammazzare un Dolente se sei da solo.》

《Tu eri da sola quando hai ucciso quei Dolenti.》contestò lui incrociando le braccia al petto.

《Senti, ragazzino.》sbuffai spazientita《Nei miei casi si trattava di vita o di morte. Non potevo evitare lo scontro. Nel tuo caso si trattava di scappare o di fare il figo davanti ad una ragazza. Ah, Pive, un ultimo consiglio: se un Dolente ti spezza quel ramoscello che chiami lancia, non ci sarò sempre io a salvarti il culo, chiaro?》

I Radurai cominciarono a ridere.

Il ragazzo cercò di ribattere ma gli stroncai la frase sul nascere.

《Tu però volevi salvarti la faccia. Io invece ho rischiato la pelle per salvarti il culo. Ora dimmi, cosa è più preziosa, la faccia o il culo? Oppure per te é la stessa cosa?》

Ora i Radurai ridevano senza ritegno.

Stavo per aggiungere qualcos'altro, ma Newt mi tirò da parte, abbracciandomi stretta.

《Devi smetterla. Morirò di infarto, prima o poi.》mi sussurrò dolcemente. Affondai il viso tra le pieghe della sua maglietta, nascondendomi tra le sue braccia.
Quando mi staccai da lui i suoi occhi luccicavano.

Gally mi strinse a sè e io ricambiai l'abbraccio, abbandonandomi al suo profumo.

《Elise, io ti amo.》mi sussurrò all'orecchio.

Non risposi, non riuscivo a proferire parola. Semplicemente, posai le labbra sulle sue, mentre uno stormo di farfalle spiccava il volo nel mio stomaco. Gally approfondì il bacio e fui felice come non lo ero da molto.

In mezzo alle grida dei Radurai sentii una porta venire chiusa con forza.

"Newt." pensai, ma non lasciai le labbra del ragazzo: mi piaceva troppo.

《Dimenticavo!》esclamai sciogliendomi dall'abbraccio e avvicinandomi a Jeff, per poi porgergli il pungiglione.

《Per te.》dissi《Per avermi curata. Studia il veleno dei Dolenti e trova un modo per rendere meno dolorosa la Mutazione.》

I Radurai esplosero in una folla di ovazioni: nessuno era mai riuscito a procurarsi il veleno dei Dolenti e averne un campione avrebbe potuto portare alla realizzazione di una cura.

La serata si concluse con una festa in mio onore, fornita un banchetto che era stato interamente cucinato da un cuochi che non fossero Frypan.

She's The Last One. Ever. || The Maze RunnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora