☆21☆ Nico

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PRIMA CHE POSSIATE SPAMMARE SU COME NICO SI CHIAMA O NON SI CHIAMA, QUESTA É UNA FANFICTION E LA ME DEL 2016 L'HA CHIAMATO COSÌ QUINDI NON ROMPETE NEI COMMENTI
GRAZIE!
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Inevitabilmente il giorno dopo Nico fu costretto a incontrare il Signor D. Will aveva riferito ai medici le parole di Nico durante il suo incubo.
Il corvino non credeva che si sarebbe presentato di nuovo, quel terribile incubo. Fino a qualche anno prima lo affrontava quasi ogni notte, poi era scomparso e adesso era tornato...
Will e il Signor D avevano posto a Nico la stessa identica domanda: "C'è qualcuno che ti fa violenza?" E a entrambi aveva risposto "No."
"E allora perchè quelle parole?" Gli aveva chiesto il Signor D.
"Perché voglio andare via di qua." Tagliò corto Nico.
"Deve badarci il tuo tutore..."
Will non se l'era bevuta tanto facilmente. Pretendeva di sapere perchè Nico avesse usato quelle parole, non appena rimasero soli.
"Will, non mi va di parlarne, okay?" Gli aveva risposto Nico, triste al solo pensiero.
"No tu ora me lo dici. Perchè hai bisogno di qualcuno che ti ascolti che non sia quel vecchio hawaiano."
Nico sospirò. "Non è niente...è solo che per un certo periodo tra la morte di Bianca e quando se ne é andato, mio padre mi picchiava."
"Perchè non me l'hai detto prima?"
"Perchè non mi va di parlarne. E poi non ha importanza."
"Avresti dovuto. Credevo ti fidassi di me." Will sembrava ferito.
"Mi fido di te Will. Insomma...sei l'unico amico che ho. È solo che è parte del passato, come Bianca e tutto il resto."
"Però di Bianca me ne hai parlato." Replicò Will.
Nico si morse il labbro, e gli parve che in quel momento Will lo stesse guardando come imbambolato, o meglio stava guardando le sue labbra, ma subito dopo si riprese e Nico non ci fece molto caso.
Calò un silenzio imbarazzante, in cui Nico guardava in basso e si pentiva di non aver detto a Will quel particolare.
"Facciamo...una passeggiata?" Chiese Nico per spezzare il silenzio.
"Certo!" Rispose pronto Will, che subito si avvicinò al corvino per aiutarlo ad alzarsi. Gli mise un braccio intorno alla schiena, e osservò: "Se ci pensi... qualche tempo fa eri tu che aiutavi me."
Questa frase strappò un sorriso a Nico, e a Will parve fare piacere.
Will aiutó Nico a indossare una giacca e lo portò sul terrazzo dell'ospedale. Non tirava un alito di vento ma c'era freddo, per essere Aprile.
Nico si appoggiò alla ringhiera e osservò il panorama, con gli uccelli, gli alberi e le macchine. Sospirò. Will era accanto a lui, in silenzio.
"Ti sta bene questo pigiamino dell'ospedale, sai?" Scherzò Will.
Nico rise, forse per la prima volta con Will, e si voltò a guardare il biondo.
Anche Will lo stava guardando, con un leggero sorriso sulle labbra. A un certo punto Nico si sentì strano. Nessuno lo aveva mai guardato in quel modo. Nessuno aveva mai incrociato il suo sguardo e lo aveva mantenuto, nessuno con due magnetici occhi blu...
Nico si sentì arrossire lievemente e si voltò per non farlo vedere a Will. A causa della sua carnagione pallida ogni minima traccia di rossore era piú che evidente.
In quel momento sul terrazzo entrò un uomo con addosso il pigiama dell'ospedale. Anche lui si appoggiò alla ringhiera, e subito dopo tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette e se ne accese una. Nico lo vide e improvvisamente gli venne voglia di fumare. Così superò Will e si avvicinò all'uomo dicendogli: "Scusi, mi dà una sigaretta?"
L'uomo si voltò a guardarlo con un sopracciglio inarcato probabilmente cercando di capire quanti anni avesse Nico, ma poi gli allungò pacchetto e accendino.
"Nico, no." Gli disse Will.
"Che c'è, non posso neanche fumare?" Si lamentò Nico, mentre si accendeva la sigaretta e tornava vicino al biondo.
Nico si godè la sua sigaretta, mentre Will lo guardava.
"Sai che hai...un bel modo di fumare?" Gli disse ad un tratto.
"Davvero? È il miglior complimento che mi abbiano mai fatto." Rispose, poi soffiò il fumo in faccia a Will. Il biondo tossì, ma poi sorrise.
"Devo contattare Jason, devo uscire da qui. Non ce la faccio a stare forzatamente in un posto." Disse poi Nico.
"Solo se sei sicuro di stare bene, Nico." Rispose Will.
"Abbastanza."
"Ah Nico." Aggiunse. "Quando ti ho portato qui mi hanno chiesto il tuo nome completo. Non ho saputo dirglielo perché non lo so, ti va di dirmelo?"
"Nicolò Di Angelo." Rispose. "Ma non azzardarti a chiamarmi così, guai a te."
"Come mai?"
"Sembra che appartenga alla mia vita passata. Non so se mi spiego."
"Sì...ho capito."
Nico spense la sigaretta in un vaso di sabbia, e disse a Will di tornare dentro. Il biondo obbedì e lo riaccompagnò in camera.

Si trovava nel giardino della sua nuova casa in America, a giocare insieme a Bianca con le sue adorate carte di Mitomagia.
"Il Minotauro vale 500 punti, ma solo se lo usi per difenderti, altrimenti ne vale 300. Hai capito?"
"Sì. 500, ma solo se mi difendo."
"Brava."
Nico guardò Bianca, e in quell'istante lo scenario cambiò, i due bambini si ritrovarono in strada e subito un camion passò sopra Bianca e si volatizzò subito dopo, lasciando Bianca per terra e in un mare di sangue. Nico corse verso Bianca, spostando dal sangue le sue trecce corvine, e subito dopo si sentì sollevare dalle braccia forti di Percy Jackson, che lo abbracciò. Nico, che nel frattempo aveva raggiunto l'aspetto attuale, guardò Percy: i suoi occhi erano spenti e il viso aveva un aspetto cadaverico. Nico urlò e precipitò in un baratro. Si ritrovò nel salotto di casa sua, con le spalle al muro, piangendo. Di fronte a lui suo padre. "Sei una cosa inutile!" Urlava. "Perchè non sei morto tu!? Devi morire, non servi a nulla!" Prima di dargli uno schiaffo fortissimo. Nico vide la sorellina Hazel, in un angolo che piangeva, e pronunciò il suo nome, pianissimo. Poi vide tante immagini tutte insieme: Jason e Ethan che rompevano una panchina, Will che diceva "Muori.", una tomba con su scritto Bianca Di Angelo, la foto del matrimonio dei suoi genotori che bruciava. Poi il buio.

Latte e Miele 『 Solangelo 』 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora