☆28☆ Will

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Will aprì gli occhi e la prima cosa che sentì fu il calore di Nico accanto a lui. Sorrise. Il suo Nico, il suo piccolo Nico.
Si sporse a guardare l'orario sulla sveglia digitale posta sul comodino: 9:26. Doveva essere una bella giornata. Will ricordò con piacere che la sua scuola sarebbe stata chiusa un paio di giorni per disinfestazione, ma non era così per Nico. Non ci aveva assolutamente pensato, la sera prima quando lo aveva invitato a dormire, che la mattina dopo lui avrebbe avuto scuola.
"Nico..." disse scrollando piano il suo ragazzo per svegliarlo. Questo mugolò qualcosa in italiano, che Will non comprese.
"Sei pregato di parlare una lingua comprensibile al tuo interlocutore, signor Di Angelo." Gli disse con un risolino.
Nico si lamentò, poi aprì gli occhi e se li strofinò con le mani.
" 'Giorno, Will."
"Buongiorno a te. Ma tu non dovresti andare a scuola?"
Nico lo guardò male, e Will rise.
"Non ti preoccupare, ci pensa Jason a firmare." Spiegò.
"E bravo Nico che se la gioca." Will si sedette sul letto. "Ti va di fare qualcosa oggi? Sarà una giornata stupenda."
Nico, come risposta, si girò pancia sotto e si mise il cuscino sulla testa.
Will si avvicinò a lui e lo scrollò. "Dai, ti va di fare colazione?"
"Quello sì." Rispose Nico, e si voltò.
Una volta seduto sul letto, Nico si rese conto di trovarsi in boxer, mentre Will indossava un pigiama arancione e le sue gote si tinsero di rosso. Per sua fortuna Will non lo vide, dato che gli dava le spalle.
Si recarono in cucina e Nico si sedette all'isola in mezzo alla stanza.
"Cosa ti va?" Chiese Will.
"Latte." Rispose Nico ancora mezzo addormentato, con la testa sul palmo aperto della mano.
Will aprì il frigo e ne estrasse un cartone di latte, ne versò un po' in un tegamino per riscaldarlo e una volta pronto lo divise in due tazze per sè e per Nico. Il corvino studiò la sua tazza gialla a pois rossi.
"Hai buon gusto in fatto di tazze." Prese in giro Will, che gli stava mettendo davanti un pacco di biscotti al cioccolato.
Il biondo sorrise, guardando Nico mentre mangiava.
"Nwn mwngi?" Chiese il corvino a bocca piena, e Will intinse un biscotto nel suo latte. Non aveva tanta fame.
"Ti va di uscire, più tardi?" Chiese.
"Che tipo di uscita?"
"Passeggiata."
"Non ho un cambio e i vestiti che ho li stavo indossando anche prima che tu mi chiamassi ieri."
"Se vuoi posso prestarti io qualcosa."
"Qualcosa di giallo a pois rossi? No grazie."
Will rise. Adorava quel ragazzino.
"Vorrei passare un po' di tempo con te...e magari non a casa dato che c'è una giornata così bella."
Nico masticò un biscotto in silenzio. "Will, vorrei evitare di farmi vedere in giro troppo spesso con te, da soli."
Will ci restò un po' male e Nico se ne accorse.
"Non per te. Sempre per quel discorso di Jason e gli altri. Non vorrei che abbiano sospetti."
"Allora potremmo andare fuori città." Suggerì Will. "Lì non ci possono vedere. Almeno che non ti stalkerino."
"L'idea non è male...é che non ho un cambio."
"Che ci vuole a tornare a casa tua e cambiarti?"
Nico si incupì e il suo sguardo si abbassò.
"Nico?" Chiese Will.
Nico sospirò. "Non mi va di tornare a casa, adesso."
Will si alzó e si avvicinò al moro.
"È successo qualcosa? Sai che non devi esitare a dirmi cosa ti succede."
"Cosa!? No. Comunque." Nico provò a sviare il discorso. "Va bene, andiamo fuori."
Will e Nico sparecchiarono, poi il biondo condusse l'altro nella propria camera per fargli consultare il suo armadio. Nico era più basso e più esile di Will, ma sperava di trovare qualcosa della sua taglia.
Will rovistò tra le grucce e ne tirò fuori un jeans chiaro delavé a zampa di elefante risalente a qualche anno prima.
"Prova questo." Disse porgendolo a Nico. Poi estrasse dall'armadio una felpa azzurra della stessa epoca dei jeans e di cui Will non ricordava nemmeno l'esistenza.
"Questi ti dovrebbero stare."
Nico guardò i capi, inarcando un sopracciglio e poi rivolgendo lo sguardo a Will. "Non avresti qualcosa di ehm...meno colorato?"
Will corrugò la fronte. "Cosa intendi per meno colorato?"
"Intendo nero."
"No, mi dispiace non sono depresso. Ringraziami che ti ho trovato questa roba. Chi si accontenta gode." Ribattè Will.
Nico roteò gli occhi e si infilò nel bagno per provarsi gli indumenti. La felpa gli stava a pennello e i jeans a zampa erano un po' lunghi ma Nico vi fece uno svoltino verso l'interno, in modo che non si vedesse.
Si specchiò. Erano ormai cinque anni che non indossava capi colorati, per sua scelta, e la vista di sè stesso vestito di azzurro lo fece quasi impressionare. Uscì dal bagno andando verso Will, che stava ancora guardando nell'armadio. Will lo squadrò da capo a piedi, spalancando gli occhi. "Victoria's Secret ti fa un baffo. Stai benissimo."
"Davvero? Sto davvero bene con addosso questa roba chiamata 'colori'?"
Will annuì e si avvicinò a lui, sorridendo.
"Adesso di nero mi rimangono solo gli occhi e i capelli." Notò Nico.
"Quelli li lascerei. Un po' di nero non nuoce." Will diede un piccolo e tenero bacio sulla bocca di Nico. Il corvino provò ad approfondirlo ma Will si allontanò. "Fila a prepararti."
Nico accentuò un'espressione delusa, e si recò di nuovo in bagno.
Poco meno di un'ora dopo Nico e Will si trovavano in automobile, fermi ancora nel giardino di casa di Will in attesa di decidere la meta. Optarono per un paesino poco distante, solo per passeggiare insieme senza correre rischi.
Arrivarono un'ora dopo, e parcheggiarono nel centro del paesino e cominciarono a passeggiare. Le vie brulicavano di turisti e negozi che avevano tutti in comune la parola 'Saldi' appiccicata alle vetrine.
Camminavano silenziosamente, Nico a pizzicarsi le unghie con l'altra mano e Will a guardarlo e pensare quanto fosse bello, con quei capelli corvini smossi dal leggero venticello.
A un certo punto Will non resistette più. Prese Nico per i fianchi e lo baciò dolcemente.
"Perchè l'hai fatto?" Gli chiese sperando che nessuno li avesse visti.
"Perchè ti amo."
"Niente effusioni in pubblico, per favore." Lo ammonì. Will ridacchiò.
Ripresero a camminare.
"Questo paese avrà un nome, a parte Jason-non-ci-va-mai, no?" Chiese Will a Nico.
"Si chiama Santa Catherine." Rispose il moro.
Will si guardò intorno, poi lo baciò.
"Scusa." Disse prima che potesse dire qualcosa. Poi lo baciò di nuovo. "Scusa." Ripetè.
"Ma lo fai apposta?" Gli chiese, infastidito.
"Non credo di avere spasmi che mi facciano baciare la gente con movimenti involontari."
"Hai capito cosa intendo."
"So che non gradisci 'effusioni' in pubblico. Credo che tu me l'abbia detto, una volta. Così, in caso di 'effusione' ti chiedo scusa."
Nico notò che Will rideva ogni volta che pronunciava 'effusioni' e imitava la sua voce. Sorrise.
"Dovresti sorridere sempre. Sei bellissimo quando sorridi. Ti si forma una fossetta proprio qua." Disse toccandosi un punto sulla guancia.
Prese la mano di Nico. Lui la tolse con un gesto non proprio gentile. Will c'era rimasto male. Era il suo ragazzo, perchè aveva reagito così?
"Scusami." Gli disse poi il corvino, accorgendosi di quello che aveva fatto. "È che... non gradisco il contatto fisico."
"E me lo dici adesso?"
"Il tuo sì, davvero. È solo che mi ha...sorpreso che mi hai preso la mano. E poi siamo in pubblico."
"Prendere la mano è un'effusione?"
"Considerala tale."
Nico strinse la mano di Will perchè si sentiva in colpa per aver reagito così.
Il biondo si abbassò e diede a Nico un bacio sulla guancia. Entrambi videro che una coppia stava passando accanto a loro e li stava guardando inteneriti.
Nico aveva un'espressione disgustata.
"Perchè fai quella faccia?" Gli chiese Will.
"Mi dà fastidio essere guardato. E poi in quel modo."
Will sbuffò. Mentre camminava Will vide per caso una testa scura e riccioluta tra la gente, che andava proprio nella loro direzione.
"Leo?!" Pensò.

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Capitolo lungoh! Spero che non sia troppo noioso e che vi piaccia!!
A presto!
*evapora*

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