14 - Buonanotte

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I giorni volavano celeri in compagnia di Alec. Era così bello passare intere ore con lui, rilassante ed elettrizzante allo stesso tempo!

Quel pomeriggio dopo avermi riaccompagnata a casa da scuola lo salutai con un bacio e mi regalò uno dei sorrisi più abbaglianti che mi avesse mai rivolto.
Ad aspettarmi trovai mia madre intenta a preparare uno stufato di tacchino «Ehy mamma! Ha un profumo ottimo!» sentenziai avvicinandomi alla pentola sul fuoco.
«Ma tu odi lo stufato! Sicura di stare bene?» domandò lei con aria guardinga
Sorrisi raggiante ed annuii «Mai stata meglio!»

È l'effetto "Alec"...

La salutai e corsi di sopra per finire i compiti del giorno precedente.
Dopo aver concluso di sistemare i miei appunti di biologia sulle cellule sentii il cellulare squillare per un massaggio.
Era di Jennifer, che era partita per una breve vacanza con i genitori in Florida, giusto il giorno precedente.

Ehy Beth! La Florida è favolosa! Mi dispiace di non essermi fatta viva ma nel nostro hotel c'è poca connessione! Ti ho mandato alcune foto di Miami e del suo spettacolare oceano! Ci sentiamo presto!
Xoxo, Jenn.

Sorrisi leggendo il messaggio ed ammirai le splendide foto che mi aveva inviato! Che invidia!
Ripensai a Phoenix e al suo caldo e rilassante clima e realizzai che, in fondo, mi mancava.

Ma non sarà mai come vivere qui...

Sorrisi imbarazzata per il fatto che Chicago cominciava a piacermi grazie alle mie nuove amiche e ad Alec.

Per caso il mio sguardo si posò sulla copia sgualcita di Cime Tempestose che avevo portato con me da Phoenix e mi rattristai ancora di più.

Ero stata talmente presa dalla mia "nuova vita" da aver messo da parte i libri che stavo leggendo, e ciò mi dispiacque tanto, poiché i questi definivano la mia essenza ed erano state parte integrante della mia vita, fino a quel momento.

Continueranno ad esserlo!

Con uno scatto chiusi il quaderno di biologia e ripresi in mano il secondo volume della trilogia della Collins, The hunger games.

Ripresi dal punto in cui mi ero fermata e ben presto le parole scivolarono una dopo l'altra fino a trasportarmi lontano, in un treno che viaggiava per i distretti durante il Tour della Vittoria di Katniss e Peeta.
Riuscivo a percepire il moto di rabbia e di rivoluzione che ribolliva nelle vene di Katniss e in quelle di tutti gli abitanti dei distretti, costretti in una società a loro sfavore e decisamente violenta.

Continuai a leggere fino all'ora di cena. Mangiai con mia madre dato che mio padre sarebbe arrivato alle 21:00, dopodiché tornai in camera e mandai dei messaggi a Jennifer chiedendole della vacanza e commentando le foto che mi aveva mandato, finché non mi addormentai.

· • —– ٠ ✤ ٠ —– • ·

Il giorno dopo passò velocemente e, fortunatamente, senza interrogazioni. Non avendo alcun programma chiesi a Christy se le andasse di fare una passeggiata al parco.
Alle 17:30 iniziai a prepararmi, mettendo una t-shirt bianca con dei pantaloncini neri e le scarpe da ginnastica. Mi feci velocemente una coda ma, notando che i capelli andavano per i fatti loro, li sistemai con una bandana nera.
Alle 18:00 Christy si presentò sotto casa e, dopo averle presentato mia madre, ci avviammo al Green Park.

«Hai più parlato con Dustin?» domandai mentre facevamo stretching.
«Uhm...no. Decisamente no. Troppo imbarazzante!» sentenziò riavviandosi i capelli color miele dietro le spalle.
Feci spallucce per lasciar cadere il discorso e lei mi restituì un'occhiata di gratitudine.

«Jennifer ti ha riempito di foto di Miami? Sono bellissime!»
chiese cambiando velocemente argomento.
«Oh sì! Beata lei, davvero!» affermai con un sorriso malinconico.

«Dovrebbe tornare domani, così magari possiamo organizzare qualcosa nel weekend!» disse con voce elettrizzata.
«Hai in mente un'altro pigiama party?» domandai scherzosamente, mentre lei ridacchiò facendomi una linguaccia.

Stavo seriamente morendo dal caldo così le chiesi se potevamo fermarci e acconsentì.
Ci sedemmo ad un chioschetto e comprai due bottigliette d'acqua.
«Non dovevi!» mormorò lei prendendo la bottiglietta.
«È solo una bottiglietta d'acqua!» dissi sbuffando.
«Oh...mi ha scritto Maya!» mi informò sorridendo e guardando il cellulare.
«Da quanto tempo siete amiche?» le chiesi mentre richiudevo la bottiglietta, ormai vuota a metà.
«Da sempre! Siamo vicine di casa e andavamo alle elementari insieme.» disse allegramente mentre pensava al passato.
Ricambiai il sorriso gentilmente e poi lei si alzò dicendo «Direi che abbiamo smaltito abbastanza oggi! Riuscirò a farmi entrare quella gonna che ho comprato il mese scorso per il mio compleanno!» E a quel punto scoppiai a ridere.

Rientrai a casa stanchissima e con un immane bisogno di una doccia fresca.
«Corso tanto?» chiese mio padre staccando lo sguardo dal notiziario per puntarlo su di me.
«Abbastanza.» dissi sorridendo imbarazzata.
Salii di sopra a farmi una doccia con lo shampoo al cocco, il mio preferito, dopodiché asciugai i capelli e misi il pigiama.
Scesi di sotto e mangiai un po' di stufato con insalata alle carote. Dopo cena aiutai mia madre a sparecchiare e poi salii di sopra a leggere un po'.

Dopo un'ora il cellulare vibrò sul letto. Lo presi e leggendo il nome del mittente del messaggio sorrisi. Era Alec.

Buonanotte Bethy, fai sogni d'oro!
Xx Alec

Augurai anche a lui una buona notte e mi addormentai pensando ai suoi capelli soffici come la seta.

La ragazza che leggeva i libri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora