13 - Mensa

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Il giorno dopo mi svegliai alle 7:30 con un sorriso smagliante.

È solo giovedì mattina...

Con allegria contagiosa saltellai fuori dal letto e mi vestii, indossando una t-shirt bianca con dei piccoli girasoli sopra e dei jeans chiari con un paio di sneakers nere.
Riempii lo zaino e mangiai una fetta di pane tostato con un bicchiere di caffè, dopodiché salutai mia madre con un bacio e presi in fretta le chiavi della mia Ford, quando notai una Range Rover nera dall'aspetto stranamente familiare, accostata al vialetto di fronte casa.

La macchina di Alec!

Sentii il cuore fare tre capriole una dopo l'altra e strabuzzai gli occhi quando scorsi il suo sorriso derisorio beffeggiarmi da lì.
Posai velocemente le chiavi e m'incamminai verso quella macchina, in cui ero già salita.

«Buongiorno, Bethy! I tuoi capelli sono favolosi!» mi salutò scoppiando a ridere.

Divenni rossa rendendomi conto di quanto i miei capelli dovessero somigliare ad un pagliaio e mi feci in fretta uno chignon spettinato.

Scostandomi una ciocca ribelle dietro l'orecchio mi diede un bacio sulla guancia, ma io con la punta delle dita gli accarezzai i capelli corvini che, segretamente, anelavo carezzare, e lui mi baciò dolcemente, con ardore.

La giornata scolastica passò in un baleno e prima di andare a mensa posai i libri di biologia e matematica nel mio armadietto, accanto a quello di Christy.
«Ehy Beth! Allora...tu ed Alec?» domandò maliziosamente la mia migliore amica.

Ultimamente parlavo spesso con Christy. Mi trovavo davvero bene con lei ed si era sempre dimostrata gentile e buona con me e con il tempo mi ero del tutto affezionata ai suoi strambi ma divertenti modi di fare, ai pettegolezzi shock, allo shopping sfrenato e alle maratone di film in sua compagnia.
Ero davvero felice di essere sua amica e di far parte del suo gruppo. Non avevo mai fatto parte di un gruppo, prima.

Sbuffai roteando gli occhi al cielo, teatralmente «Christy, davvero non c'è nulla da dire!»

«Si certo, come no...ed oggi eravate di nuovo al parco insieme, uh?» continuò facendo finta di nulla.

Risi ma poi sorrisi eccitata «Ci siamo baciati! Ieri!»

I suoi occhi cristallini guizzarono subito sul mio viso, del tutto impreparati a quella confessione
«Bethany Mason, cosa dici, COSA DICI?! Oh, lo sapevo! Lo sapevo!» strillò battendo le mani, soddisfatta.

Ridacchiai per la sua reazione, decisamente esagerata, e ci avviammo a mensa.

· • —– ٠ ✤ ٠ —– • ·

«No, okay, seriamente, ora voglio sapere i dettagli!» disse Christy prendendomi a braccetto e indirizzandomi verso un enorme tavolo infondo alla sala.

«Christy! È la quinta volta che me lo chiedi! Ti ho detto tutto, davvero!» esclamai con una risatina.

Lei sbuffò, del tutto insoddisfatta ed andò a sedersi accanto al fratello Dustin, mentre io presi posto accanto a Maya. Accanto a lei c'era un ragazzo con i capelli castani corti e con gli occhi verdi smeraldo.

«Ehy Beth lui è Paul, il mio ragazzo. Beth è una mia amica» ci presentò lei sorridendo e dando un bacio sulla guancia a Paul.
Con un sorriso imbarazzato lo salutai e tornai a concentrarmi sulla mia insalata.
Dandomi un calcio da sotto al tavolo, Christy tornò al discorso che avevamo intrapreso prima di entrare a mensa.
«È fantastico! Già vi shippo! Gli "Aleth"! Che ne pensi?» chiese euforica.
Scoppiai a ridere pensando che forse stava correndo troppo ma per non offenderla dissi che era un bel nome.

«Sai anche io ho un po' di cose da dirti! Hai presente Max? Beh credo di avere una sorta di cotta per lui!» sussurrò lei, lievemente a disagio.
«Beh...hai provato a parlargli? Non è amico di Dustin?» domandai cercando Max tra la folla di studenti presenti nella sala.
«Non so se ho il coraggio...e se pensasse che sono una svitata? Che farei a quel punto?» esclamò con voce grave.
«Christy sai benissimo che non lo penserebbe mai! E poi io ti voglio bene proprio perché sei così! Farà lo stesso anche lui!» dissi con un risolino mentre lei mi guardò di sottecchi.

Un istante dopo sentii una mano sfiorarmi i capelli. Mi voltai e vidi Alec che sorrideva con il vassoio in mano.

«Posso sedermi qui?» chiese gentilmente.

«Certo che sì!» rispose prontamente Christy facendomi l'occhiolino.

Come farei senza lei?

Arrossii e sentii la sedia affianco alla mia scostarsi.
Mi fermai qualche minuto ad ammirare il suo viso. Ciuffi di capelli neri gli
incorniciavano il volto, che sembrava della stessa consistenza della porcellana, gli occhi blu profondi come l'oceano ricambiarono il mio sguardo con un luccichio divertito e gli angoli della bocca erano rivolti in sù a formare un sorriso.

Con la mano mi strinse il ginocchio sotto il tavolo e io gli sorrisi posando la mia mano sulla sua.

La ragazza che leggeva i libri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora