51 - Zuffa

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La mattina seguente mi svegliai un tantino frastornata.

Sbattei gli occhi più volte e sentii un delizioso odore di caffè e biscotti.

Mi alzai notando Maisie ed Amber ancora addormentate.

Christy mi salutò con un abbraccio e mi offrì dei biscotti al cioccolato, mentre Jennifer sorseggiava del caffè.

«Beth...hai programmi per questa sera?» chiese con aria innocente Martina, uscendo dal bagno.

Scossi la testa in segno di negazione quando le due si scambiarono uno sguardo complice.

Feci finta di niente e continuai a mangiucchiare il biscotto.


***


Dopo essermi cambiata tornai a casa. I miei non c'erano quindi decisi di guardare qualche episodio di Supernatural.

Verso le 13:30 sentii un brontolio proveniente dal mio stomaco, così mi avviai in cucina per trovare qualcosa da mangiare.

Accesi il cellulare e trovai decine e decine di messaggi e chiamate da parte di Alec.

Li ignorai ma proprio in quel momento giunse un ennesimo messaggio.

Ma non era di Alec, bensì di Christy.

Beth stasera passiamo a prenderti alle 21:00. Fatti trovare pronta! Vedrai...ci divertiremooo!

Sbuffai infastidita. Non avevo minimamente voglia di uscire quella sera. Ma a quanto pare non avevo scelta.

Salii in camera per trovare un vestito adatto alla festa di quella sera e passai il resto del pomeriggio a leggere Maze Runner.


***


Alle 21:00, puntuale come un orologio svizzero, Christy si presentò sotto casa.

Scesi le scale velocemente e mi affrettai a salutare mamma con un bacio.

«Beth stai benissimo!» esclamò Martina, accanto a me.

Arrossii e abbassai lo sguardo.

Avevo indossato un vestitino color panna corto fino al ginocchio con uno strato in tulle e delle ballerine.
Aggiunsi un filo di mascara e eye-liner.

Arrivammo a casa di un certo Justin, il tizio che aveva organizzato la festa, alle 21:30.

Perché cavolo hai accettato? Sai quanta gente ci sarà? Ti ha dato di volta il cervello?

Sussultai improvvisamente per l'odore di fumo ed alcool e sospirai pesantemente.

Sarà una lunga serata...


***


Maisie e Martina mi trascinarono subito in pista mentre Christy andò a prendere da bere.

«Ragazze, scusate davvero, ma non ho molta voglia di ballare.» affermai piantando i piedi per terra.

Le due sbuffarono ma continuarono a ballare così io seguii Christy.

Scolai due bicchierini di whisky alla menta e sentii il mondo ribaltarsi.

«Ehy...dovresti andarci piano!» esclamò una voce dietro di me.

Mi voltai, sperando di trovare Alec, ma, con mia immensa sfortuna, trovai solo Eric.

Smettila di pensare a lui.

«Già.» risposi con un mezzo sorriso.

«Balli?» chiese, lui porgendomi una mano.

Scossi la testa e lui propose «Ti va una passeggiata fuori?» ed annuii felice di poter prendere una boccata d'ossigeno fuori.

Prima di uscire però Eric si scolò un'intera bottiglia di vodka liscia e lì mi fece davvero paura.

Ci dirigemmo nel giardino sul retro della grande villa a due piani.

Tutto era immerso in un tranquillo silenzio ma ben presto mi pentii di aver accettato l'offerta di Eric.

«Bethany...sei fantastica...l'ho già detto?» chiese avvicinandosi al mio collo.

«Ehm...Eric...allontanati.» dissi scostandomi da lui.

«Ma dai! Ci divertiamo un po'. Che male c'è?!» esclamò lui, totalmente ubriaco.

Questo è bello che andato!

Iniziai a sudare freddo per la paura.

«Eric allontanati!» esclamai con più decisione.

Allora lui mi prese il viso tra le mani con forza brutale e mi schiacciò il corpo contro la parete.

«Sta' zitta! Ora ci divertiamo un po'.» continuò lui con le labbra sul mio collo.

Urlai in preda al panico più totale e lui mi diede uno schiaffo in pieno volto.

«Toccala ancora e giuro che non vivrai più.» affermò una sagoma alta e scura.

Fa' che sia Alec! Fa' che sia Alec!

L'ombra scura prese Eric per le spalle e lo scaraventò per terra.

Alec diede un pugno ad Eric.

Quest'ultimo fece lo sgambetto ad Alec che cadde.

Mi avvicinai a lui e lo aiutai ad alzarsi.

Eric si avvicinò a me, prendendomi il polso, in una morsa di dolore.

«Lasciala!» urlò Alec spingendo l'altro con forza.

Dopo essermi liberata m'intromisi tra i due per farli smettere.

Eric se ne andò sbuffando mentre io rimasi lì, tremante e con le lacrime agli occhi.

Alec era proprio dietro di me e anche se in quel momento non volevo stargli vicina, avevo bisogno di un suo abbraccio.

Forse lui lo capì perché in poco tempo mi circondò le spalle con le braccia e mi strinse a sé.

Singhiozzai sulla sua spalla mentre lui sussurrava «Sei al sicuro ora. Ti accompagno a casa.» affermò lui prendendomi per mano ma io mi scappai via da lui e da tutto il dolore che la sua vicinanza mi provocava.

Chiamai Christy e le chiesi di riportarmi a casa.

La ragazza che leggeva i libri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora