41 - You're like a drug

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Quando mia madre tornò dal lavoro chiese ad Alec se volesse restare a cena.

Lui accettò con piacere mentre dentro di me sentii i fuochi d'artificio esplodere.

Restammo fino alle 20:00 in camera a guardare un film e a coccolarci.

«Venerdì prossimo partiamo.» mi ricordò di punto in bianco Alec.

«Oh...è vero. Me n'ero totalmente dimenticata...» sussurrai schiacciandomi contro il petto di Alec.

Lui mi passò una copertina di plaid e la stesi sulle nostre gambe.
Finito il film Alec cercò di alzarsi ma non ci riuscì...perché lo schiacciai con il mio peso.

«Ehy...» sussurrò lui stringendomi con dolcezza e baciandomi piano.

Feci scivolare le mie mani tra i suoi capelli e mi arrampicai su di lui per riuscirgli a guardare in faccia.

«Sei troppo alto!» dissi scocciata.

Lui rise continuandomi a baciare.

Pian piano i suoi baci mi stavano narcotizzando come una droga...estremamente dolce.
Restammo così per un po'.

Circondati dalla copertina e abbracciati con forza e amore...fino a quando mia madre non annunciò la cena.


***


«Alec...come va?» chiese mio padre sedendosi a capotavola.

«Tutto bene fortunatamente. Grazie.» rispose lui stringendomi la mano sotto al tavolo.

Arrossii violentemente sentendo la sua mano posarsi sulla mia gamba.

Fa che nessuno se ne accorga!

Ma come fanno a non accorgersene? Sembra che tu stia andando a fuoco!

Lui sorrise divertito mentre mia madre portò a tavola un rollè di carne e diversi piatti di verdure in padella.

«Ne sono felice. E tra voi due?» continuò mio padre con l'interrogatorio.

«B-bene...» sussurrai ripensando agli ultimi momenti passati.

Alec mi guardò come a chiedere "che ti succede?" ma io lo rassicurai con un sorriso.

Dopo aver mangiato mio padre ed Alec dialogarono a lungo.

«Ma andiamo...come fai a sopportarla? Pensa che la notte sbava e poi a casa non fa niente altri che parlare di te...solo quando non ci sei!» disse mio padre ridendo.

«Ehy guarda che sono qui!» esclamai furiosa e rossa non solo per la rabbia...

«Scusa tesoro ma è la verità!« si giustificò lui.

«Caro non mi sembra il caso di dirlo davanti al suo ragazzo!» lo sgridò mia madre.

Quell' affermazione riuscì a farmi diventare ancora più rossa di prima.

Alec mi mandò uno sguardo carico d'amore e di divertimento ed il suo sorriso mi sciolse il cuore.

«Voi potete andare. Qui ci penso io.» disse mia madre dandomi una spintarella.


***

Tirai per il braccio Alec e lo portai in camera mia.

«Puoi dormire qui?» chiesi sdraiandomi sopra di lui.

«Credo di si. Ma domani dovrò andare via presto.» disse lui ed io annuii felice.

Lui accese la TV mentre io andai a lavarmi in bagno.

Il mio pigiama consisteva in una vecchia maglia di Alec ed un pantaloncino.

«Ehy fiorellino...come fai a rubarmi sempre le magliette senza che io me ne accorga?» chiese lui guardandomi divertito.

Risi di gusto e mi sdraiai sotto le coperte accanto a lui.

Alec spense la TV e fissò il suo sguardo sulle mie gambe facendomi sentire carina.

Quando alzò lo sguardo sul mio viso divenni rossa ma lui sorrise, attraendomi a sé.

«Ti amo tanto.» sussurrò lasciandomi dei caldi baci sul collo e sulle guance.

È bello sentire quelle parole con la voce melodiosa di Alec. Inoltre era la prima volta che glielo sentivo dire apertamente e questo mi fece battere il cuore all'impazzata.

Attorcigliai le mie gambe con le sue e lo baciai calorosamente.
E alla fine ci addormentammo così, io poggiata al suo petto ed il suo respiro sul collo.

La ragazza che leggeva i libri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora