Jumping in the past

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[Altra mia cara ship di shadowhunters, Malec. La traccia mi ha messo in seria difficoltà, sia perché sono in vacanza e scrivere dal telefono lo odio, sia perché non amo molto i cross-over e le alternative universe. Ho cercato di fare del mio meglio ambientando uno spaesato e moderno Alec nel passato. Buona lettura]

Era novembre, e ormai l'autunno cominciava a far spazio all'inverno incombente. Non c'era nulla che ad Alec potesse tirar su il morale, perché quando Magnus non c'era sembrava quasi che tutto perdesse di interesse e di colore.
Il giovane shadowhunter aveva pensato più volte a come sarebbe stato vivere la propria vita al fianco di un essere immortale. Avrebbe voluto essere con lui, tutti quegli anni indietro. Conoscere Magnus in un'altra epoca, vederlo muoversi in mezzo alla gente che ormai era tramontata. Lui, stella luminosa e intramontabile.
Guardando fuori dalla finestra della sua stanza Alec si era stretto nella propria divisa, impaziente che l'orologio scorresse e conducesse finalmente Magnus da lui.
Dal labirinto a spirale, quel posto conosciuto da tutti gli shadowhunters ma per loro inaccessibile, Magnus sarebbe arrivato. L'avrebbe stretto tra le braccia e  l'avrebbe rassicurato sul fatto che nulla sarebbe cambiato tra loro, neanche quando la vecchiaia di Alec avrebbe ingrigito i suoi capelli.
Alec sospirò, poi si immerse nuovamente nella lettura del Codice aperto davanti a sé.

Mezzanotte. Il giovane shadowhunter non si era nemmeno accorto di essere finito col naso schiacciato tra le pagine del Codice, abbandonato in un sonno profondo.
Una carezza tra i capelli lo fece sussultare, poi i soliti occhi da gatto rassicuranti e luminosi parvero sorridergli.
"Buonasera... o forse è meglio dire buonanotte".
Alec abbozzò un sorriso. I suoi occhi blu percorsero l'asiatica figura di Magnus con impazienza. "Finalmente...", borbottò.
Magnus annuì debolmente, e un velo di preoccupazione trasparí dalla sua espressione.
"Cosa c'è?", domandò Alec a cui non era sfuggito nemmeno un dettaglio di quel viso.
"Che viaggi mentali ti sei fatto, questa volta?", chiese Magnus sospettoso. Lo conosceva così bene da sapere che in sua assenza le riflessioni di Alec erano sempre esagerate e venefiche.
"Nessun viaggio mentale", sospirò lo shadowhunter stizzito.
"Io invece ho pensato a tante cose in questi giorni d'assenza", esordì, "e sono giunto alla conclusione che devi venire con me".
"Con te? Dove?".
Magnus lo guardò con aria paziente. "So bene che desideri vivere il mio passato. So anche che i miei anni passati e per te sconosciuti sono un grosso fardello da sopportare. Qualsiasi cosa che ti turba ti avvelena l'esistenza".
Alec aggrottò le sopracciglia.
"Quindi ora vieni con me".
Magnus allungò una mano attendendo che anche lui gliela stringesse a sua volta.
Alec chiuse gli occhi. Affidandosi completamente allo stregone che da tempo gli aveva rubato il cuore.
Quando li riaprí si ritrovò a Londra.

"Buongiorno Londra!", aveva sorriso sarcasticamente Magnus respirando l'aria grigia a pieni polmoni.
"Ma nessuno ha detto che avrei voluto vivere il tuo passato!".
Magnus lo fulminò con lo sguardo. "Vuoi star zitto ogni tanto?".
Alec lo strattonò per un braccio. "Perché non riesci ad accettare che io... ho accettato il fatto che tu sia eterno?", deglutì Alec. Non aveva trovato parole migliori per descrivere il concetto.
"Perché so benissimo che non hai accettato niente".
"Ridicolo".
"Infantile", lo rimbeccò Magnus con aria saccente.
"Sei irritante".
Magnus sorrise compiaciuto.
"E adesso cos'è che dovremmo fare? Assistere alle tue innumerevoli avventure amorose e sgranocchiare un bicchiere di pop corn?".
Magnus fece spallucce. "Potrebbe essere la volta buona che la finisci con le pippe mentali!".
Alec grugnì infastidito voltandogli immediatamente le spalle.
"Dove pensi di andare senza conoscere Londra?", Lo richiamò lo stregone, senza risultato.
Alec non rispose, approfittando piuttosto del fatto che un acquazzone invernale stesse iniziando a riversarsi sulla strada si alzò il cappuccio della divisa sulla testa e sparì dalla sua vista.

Le ombre del passato di Magnus iniziavano a divenire macigni. Ogni cosa si concretizzava nelle carrozze che percorrevano le strade acciottolate.
Per la città vagavano donne in ampi vestiti pomeridiani, le quali si affrettavano a passo celere alla volta della vettura che le attendeva, sotto il loro ombrellino ricco di intarsi.
Alec non aveva veramente idea del perché Magnus non avesse voluto risparmiargli quella tortura gratuita. Odiava trovarsi in un mondo che non era il suo, in un mondo di cui non sapeva assolutamente nulla. Trasse il telefono cellulare dalla tasca e un'imprecazione gli salì a fior di labbra.
Odiava anche essere in un luogo dove non c'era campo per poter inviare un messaggio al proprio parabatai.
Era troppo impegnato a odiare Magnus nella sua mente da non essersi completamente accorto di una carrozza simile alle altre ma che aveva fatto scendere dai propri gradini una copia sputata di Jace con i capelli scuri.
Quell'immagine attrasse a sé tutta la sua curiosità. Il ragazzo si era guardato intorno furtivamente prima di addentrarsi in quella che probabilmente era una locanda poco affidabile.
Alec avanzò cauto fino all'ingresso e lì titubò per un momento chiedendosi se fosse il caso di entrare.
Un Magnus decisamente più stravagante di quello che conosceva lui gli passò accanto senza neanche notarlo.
Alec avanzò, questa volta più sicuro. Che quel ragazzo fosse l'antenato di Jace? Will?
Ricordava di come Magnus lo avesse descritto come affascinante e molto simile a lui per caratteristiche.
Capelli scuri, occhi azzurri. Già, c'era un'enorme somiglianza tra se stesso e Will.
Avrebbe voluto avvicinarsi di più. C'era tanfo di oppio in quel locale angusto e buio, un tanfo che gli faceva girare la testa.
Provò a fare un passo nella loro direzione ma un grosso ifrit arcigno gli sbarrò all'istante la strada.
"Dove credi di andare, ragazzino?".
"Ehm io...".
"Chi sei?", disse squadrando con sospetto la sua divisa, "non sei uno shadowhunter qualunque. Da dove vieni?".
Alec si guardò intorno spaesato, alla ricerca di un appiglio. Dov'era Magnus quando gli serviva?
"Non... io stavo... per uscire", disse voltandogli le spalle per evitare di dare risposte scomode.
A malincuore notò le figure di William e Magnus immerse in una fitta conversazione e si rammaricò di non potere ascoltare neanche una singola parola di quello che si stessero dicendo, ma l'ifrit premeva con l'unghia affilata dietro la sua schiena e Alec dovette raggiungere docile l'uscita.
"La fortuna del principiante", l'aveva accolto la voce di Magnus appoggiato alla parete esterna tutto intento a fumare un sigaro cubano.
"Un salto nel tempo decisamente inutile", disse lo shadowhunter infastidito.
"Questo perché sei sciocco. Sai una cosa? Credo proprio che Will avesse una tempra più forte della tua".
Quella frase contrariò talmente Alec da fargli detestare per un momento Magnus e quella sua ostentata sicurezza.
Senza controllarsi il ragazzo lo spinse contro il muro causandogli una piccola contusione alla testa.
"Dannazione Alec!", imprecò Magnus grattandosi il capo.
Lo shadowhunter che era finito in uno stato di trance mentre osservava il sangue scuro di Magnus imbrattare il muro non disse una parola.
"Sto morendo... aiuto, non voglio morire", aveva mormorato Magnus sarcastico osservandosi le nocche imbrattate dal suo stesso sangue.
"Brutta Drama Queen dei miei stivali, se non la pianti ti tiro un altro pugno!", lo aveva rimbeccato Alec stizzito. Proprio non capiva per quale motivo Magnus quel giorno volesse essere così irritante.
"Ma sto sanguinando!", aveva aggiunto lo stregone con una falsa protesta.
"È solo un taglietto, deficiente!".
"Forse non ci siamo capiti, shadowhunter. È la mia anima che sta sanguinando. Odio vederti in quel modo!".
Alec lo guardò storto. "Ti stai prendendo gioco di me".
Magnus abbozzò un sorriso sghembo. "Esatto, e sai quanto mi piace questa cosa?".
Non attese neanche che gli rispondesse. Si sporse verso Alec e lo baciò dolcemente. A quel bacio così sentito Alec non poté che ricambiare lasciandosi trasportare.
"Questa cosa mi piace un sacco", terminò Magnus suadente ad un suo orecchio.
"Lo vedo, ma ora... torniamo a casa", disse Alec con un sospiro sfiorandogli uno zigomo orientale.
Magnus sorrise. "Sì. Torniamo a casa".

The writing stars: Team tutti i gusti più uno - Steal:Team PlutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora