Capitolo 6

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                                                                  Capitolo 6

La mattina successiva, nutrì tanta malinconia. Sinceramente non capivo perché... mi sentivo totalmente fuori dal mondo. Erano le quattro del mattino, e Mia stava in terrazza con la nikon. Era incredibile quanto mi mancasse la vista di lei a scattare. Collezionava ricordi, che la portavano in qualche posto speciale. Riguardandoli, non solo ricordava il momento, ma lo stato d'animo di quell'istante. Era meraviglia, la sua concentrazione verso il cielo ancora troppo scuro per l'alba, ma non abbastanza da poter incorniciare le stelle. Gli alberelli ornamentali in torno alla terrazza, la poca luce sui suoi capelli e quel poco che copriva il suo fragile corpo, erano incantevoli. Senza rendermene conto, scattavo anche io con il mio telefono, alle spalle di Mia. Prendevo varie angolazioni, in modo che non venisse in tutte contro luce. Ne feci tante, poi avrei scelto le migliori. Preferivo quelle in cui lei, rannicchiata con le ginocchia a sostenere il peso della testa su una sedia pieghevole rossa, veniva raffigurata come una sagoma nera, messa a fuoco, rispetto a ciò che la circondava. Ne feci qualcuna anche mentre sorgeva l'alba... spettacolo.

Senza far rumore scesi le scale e preparai del tè: il mio alla pesca, mentre quello di Mia lo feci ai frutti di bosco...

Tornai in terrazza a passi pesanti, così che Mia se ne accorgesse. Erano ormai le sei, e l'alba aveva già fatto il suo lavoro da un' po.

- Tieni, ai frutti di bosco, giusto?.- chiesi porgendole la tazza su un fazzoletto ripiegato a rettangolo.

- Giusto.. grazie.-

- Come stai? –

- Bene, tu? –

- Uhm.. bene. Oggi inizio alle dieci, tu?-

- Poco prima.-

- Perfetto.. hai scattato delle foto vedo...- dissi prendendo la fotocamera poggiata ai piedi della sedia. E ripresi..

- Bellissime Mia.-

- Grazie, non sono nulla di speciale.- disse insicura.

- Sono bellissime.- ripetei

Mia si alzò, e andò verso l'entrata in casa, mentre io restai altri cinque minuti, a guardare le sue foto, e finire il tè.

Due ore dopo eravamo in tragitto verso lo studio medico di Mia, dove arrivammo in dieci minuti.

- Buona giornata allora. – mi disse prima di entrare, attraverso il finestrino aperto.

- Altrettanto Mia.-

Raggiunsi il mio ufficio con tranquillità, ma sempre afflitto dalla strana malinconia che provai anche la mattina. Sinceramente? Non avevo la minima idea di che farne di me. Non trovavo la mia "luce in fondo al tunnel"...almeno, credevo di non trovarla, ma l'avevo sotto il naso giorno dopo giorno. Sapevo, che l'unica che sarebbe riuscita a darmi ancora un senso fosse Mia. E sarei riuscito a ricordarmi anche con ella, non solo con i tristi momenti vissuti al fianco di Catherine.

- Niente di nuovo John, i clienti col divorzio mi hanno anticipato di due giorni l'appuntamento, e dato che non eri impegnato...- disse Sam con il naso ficcato sull'agenda nella quale segnava gli orari.

- Gesù..- sussurrai.

- Dicevi?-

- Nulla.-

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