Cap.01. La fine e l'inizio di tutto.

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Avvertimento: Ciao a tutti voi. Di solito metto le mie note a fine facfiction, ma in questo caso mi sembra giusto mettere in chiaro che non ci sarà solo una coppia usata pocchissimo, una UshijimaxHinata, ma anche un tema delicato che mi piace.
Tratterò l'argomento alla lontana, forse no... non lo so. Però chi non ama il genere particolare mpreg, mi raccomando NON INIZIATE A LEGGERE QUESTA STORIA. Gente avvisata mezza salvata, quindi non accetterò commenti contro l'argomento. Spero che piacerà anche voi.
Ringrazio di cuore chi leggerà e mi regalerà una sua opinione a riguardo.

Un raggio di sole nel buio.

Cap.01. La fine e l'inizio di tutto.

Pov Hinata.

E' un giorno di pioggia. Uno di quelli freddi, oscuri e rumorosi.
Buio, paura, lacrime e sofferenza. La causa dei problemi, i sensi di colpa, il sapere di essere sbagliato...
Le urla di mia madre contro mio padre che impreca con occhi pieni di odio e disgusto, rivolti a me. Mamma piange, urla e picchia quell'uomo che doveva essere il suo tutto. Lo manda via perché non vuole che mi picchi e continui a darmi del mostro giurando che non vuole più niente da lui... Niente... Poi eravamo solo noi.

Ora sono passati 5 mesi da quel giorno. Io ho acquisito il cognome di mamma e la aiuto a crescere la mia sorellina Natsu, nata da due mesi, il mio raggio di sole, la gioia mia e di mamma.
Abbiamo una casa nostra finalmente e siamo solo noi tre... Nessun aiuto, nessun parente o amico, tutti ci hanno allontanato a causa mia. La mamma mi ricorda ogni giorno che non è colpa mia, quelli sbagliati sono loro con la mentalità ristretta e bigotta.

Alla fine posso solo ringraziare la mamma e la mia sorellina Natsu se ho avuto l'infanzia come tutti i bambini normali. Ora sono qui felice e radioso, nonostante negli anni abbia avuto i miei alti e bassi con amici e tanto altro. Ogni tanto il passato tornava a causa del fratello maggiore di mamma che si faceva sentire solo per screditare o altro. Voleva che la mamma rinunciasse all'eredità di famiglia: lei lo fece senza pensarci. Poi seguì la notizia di papà morto in un incidente stradale con la sua nuova compagna. Però non mi lamento, in fondo ho trascorso le elementari e le medie con i normali problemi di un ragazzino qualunque.

Devo ammettere che il periodo più bello, pieno di emozioni ed evoluzione agonistica è stato quello trascorso alle superiori Karasuno: la scuola del mio idolo, il piccolo gigante.
Entrato nella squadra di pallavolo ho conosciuto tante belle persone... avevo trovato la squadra su qui contare, anche se due dei miei compagni erano un problema. Uno di questi era Kageyama Tobio, colui che avevo giurato di battere alle medie dopo che mi aveva sconfitto durante la mia prima partita ufficiale di pallavolo. Un rivale che però divenne il mio migliore alleato. Così iniziò il mio primo anno alle superiori.
Con il passare del tempo la sorpresa maggiore fu quel sentimento nato alla fine della partita contro la Shiratorizawa, dove ho vinto contro il grande Ushijima Wakatoshi. Scoprire di amare il mio migliore amico/rivale e compagno fidato, non era una cosa facile da gestire. Non glielo confessai per paura di rovinare la nostra amicizia. Ma il secondo anno fu il più ambiguo... Kageyama riceveva ogni giorno una dichiarazione da parte delle ragazze delle altre classi, ma lui puntualmente le rifiutava con molta discrezione dicendo sempre la solita frase "mi dispiace ma io amo solo la pallavolo".

Non sapevo cosa fare, in fondo entrambi giocavamo e amavamo la pallavolo, potevo avere una speranza, ma la paura di essere rifiutato superava ogni cosa, poi... tutto iniziò per gioco.
Un bacio dato per caso avvenuto da una banale caduta: mi fece perdere un battito del cuore, mentre per Kageyama fu una sorpresa. Da lì nacque in lui la curiosità di provare quelle 'cose da coppia' con me, perché le apprezzava se ero io a detta sua; fu così che iniziò la nostra strana relazione. Ma la realtà era dura per il mio cuore, lui considerava tutto solo come un gioco che gli tornava utile per allontanare le ragazze e appagare quegli strani istinti di adolescente che non comprendeva. Tutto questo mi rendeva più confuso e fragile.
Un bacio, poi ne seguirono altri, ma mai parole d'amore o anche l'idea di un sentimento che andava oltre l'amicizia. Però la mia stupidità e vana speranza di uno sviluppo mi facevano rimanere aggrappato a quella storia ambigua.

Arrivò il terzo anno delle superiori, il peggiore della mia vita, un giorno in particolare...
In quel giorno di pioggia mi dichiarai a Kageyama dopo aver fatto l'amore con lui. La mia prima volta, la notte più bella della mia vita. Lui mi rifiutò senza mezzi termini confermando tutte le mie paure. Lo sapevo che per lui era solo curiosità, un gioco, sapevo che era una persona egoista, ma dopo avere passato quel limite dove io gli avevo dato tutto me stesso, mi ero illuso inutilmente. Una speranza di essere ricambiato o che anche lui avesse iniziato a provare i miei stessi sentimenti... Scappai a casa nella speranza di avere un caldo abbraccio dall'unica persona che mi aveva sempre sostenuto, ma quel giorno orribile finì per diventare l'incubo peggiore della mia vita. Appena tornai a casa, scoprii che la mamma non c'era più, uccisa da un pirata della strada ubriaco. Cadde su di me il buio totale... ero solo, completamente solo con la mia sorellina Natsu.
Sentì nascere la paura dentro di me, non avevo ancora l'età per diventare il tutore legale di Natsu. L'unico che poteva prendersi cura di noi era lo zio, il fratello di mia madre, che odiavo con tutto me stesso e il sentimento era reciproco.
Il giorno seguente dovetti lasciare casa mia, la scuola, la squadra e Kageyama. Sparii senza dire nulla a nessuno, tranne a Kenma Kozume.
Seguirono giorni in cui fui tempestato di messaggi e tentativi di chiamate, ma li ignorai finché non cambiai il numero di telefono. Anche se salvai in rubrica tutti i loro numeri, non li chiamai mai. Kenma cercò di convincermi a dire tutto ai miei amici, ma mi promisi che mai dovevano sapere.

Dopo tre mesi da quel giorno da incubo scoprì un dono bellissimo che comportò molti problemi con mio zio, ma avevo Natsu al mio fianco e la gioia di vivere vinse su tutto. Dopodiché confessai a Kenma il mio segreto e la gioia fu maggiore quando capii che non provava disgusto o altro.

Se ora ripenso a quel periodo mi chiedo come è stato possibile riuscire ad uscire da quella situazione piena di difficoltà e odio. Però sono qui insieme alla mia Natsu, al mio lavoro miracoloso, ad un nuovo padre che ci ha addottati e insieme al dono più bello della mia vita. Ora mi chiamo Tasuku Hinata Shouyou e sono fiero della mia vita. Ma devo ammettere che a volte cado in depressione ripensando a Kageyama, ai miei amici perduti e la mancanza di colei che è stata il pilastro della mia vita: la mia mamma. Quando capita, mi ritrovo sempre in locali assurdi a bere un po' per alleviare il dolore.
Dopo questi due anni passati, tutta la mia vita è divenuta una solita routine, portandomi al punto di non guardarmi più intorno. Non riuscivo a fidarmi di nessuno, anche se mantenevo il mio carattere ottimistico, il mio sorriso solare e la voglia di vivere in modo carismatico.
Però il destino mi doveva ricollegare a una persona che pensavo di non vedere mai più nella mia vita. Quella sera avevo esagerato a bere e avevo disturbato il barista. Sentì un forte capogiro e il vuoto, ma due braccia forti mi sostennero, impedendo una caduta che sarebbe stata molto dolorosa. Due occhi verdi oliva taglienti e il suo sguardo impassibile indimenticabile << Ushiji...jima... >> poi solo buio.

Pov Ushijima

Il terzo anno delle superiori subì la mia prima sonora sconfitta da un piccolo che si definiva nato dal cemento e sapeva saltare così in alto che, ai miei occhi, sembrava volare.
Devo ammettere di esserne uscito segnato e ferito nell'orgoglio e tutt'ora ripenso hai suoi occhi di sfida e a quel sorriso solare che regalava ai suoi compagni di squadra. La sua tenacia e la sua voglia di vincere mi avevano dato il coraggio di affrontare la persona che da sempre amavo. Avevo sempre cercato di rinnegare quei sentimenti, ma alla fine mi decisi a dichiararmi a Oikawa Tooru. La cosa più bella fu che lui disse di provare lo stesso, almeno così avevo creduto.
Dopo due anni dovetti ammettere che Oikawa era il migliore attore, calcolatore e falso che potessi conoscere. Il re degli ipocriti, un debole, ma abile manipolatore come solo lui poteva essere. Un essere privo di sentimenti a cui non interessa di nessuno, se non di se stesso.

Il nostro amore fin dall'inizio era a senso unico, lui ricambiava i miei baci e mi concedeva il suo corpo tentatore, ma poi... il giorno che doveva essere il più bello per me, divenne il peggiore della mia vita.
Avevo preso un regalo importante per Oikawa e volevo iniziare a fare sul serio con lui, in fondo entrambi andavamo alla stessa università ed eravamo nella stessa squadra di pallavolo universitaria, l'unica cosa che mancava alla nostra felicità era la convivenza... però il destino può essere crudele.

Quel giorno io non dovevo tornare a casa presto, avevo mentito a fin di bene per fargli una sorpresa, dicendogli che non lo sarei andato a trovare.
Appena arrivai da lui mi ritrovai uno spettacolo orribile: il mio ragazzo discuteva animatamente con un ragazzo che riconobbi come l'alzatore della Karasuno, Kageyama Tobio. Nella discussione Oikawa lo rimproverava e incolpava della sparizione di Hinata Shouyou, il ragazzo che amava e voleva al suo fianco. Gli urlava che era colpa sua se si consolava con me e che gli mancava quel raggio di sole, l'unico che era stato capace di catturare il suo cuore chiuso ed egoista. L'unico che lo aveva stregato e che valeva la pena di amare. Il resto della discussione non la sentì a causa del fischio del mio cuore che si rompeva e andava in mille pezzi. Quel giorno avevo visto il vero Tooru. Avevo sempre creduto che il problema era il suo amico di infanzia Iwaizumi, ma alla fine l'unico che aveva il cuore della persona che amavo era colui che mi aveva sconfitto quel maledetto giorno.

Il giorno seguente lasciai Tooru senza tante spiegazioni che non furono richieste. In fondo lui non mi amava, quindi non aveva alcun problema se stavamo insieme o no. Però vederlo all'università o averlo in squadra divenne insopportabile, quindi accettai un'altra offerta di un'altra scuola e di Oikawa non seppi più nulla.
Lo rivedevo solo se capitava di scontrarmi con la mia ex squadra ai tornei di pallavolo.

Ricominciò quel gioco di sfida dove io vincevo e lui perdeva, con la differenza che i miei sentimenti erano alimentati da odio e rancore, volevo solo distruggerlo e rompere quel suo orgoglio da re. Avevo alzato un muro e mi ero buttato a capofitto sulla pallavolo. L'unica amarezza rimaneva quella sconfitta dal piccolo corvo della Karasuno e la consapevolezza di non avere una rivincita mi faceva emergere una grande rabbia che non potevo sopire.
Hinata Shouyou era sparito senza lasciare traccia, come era entrato nella mia vita, se ne era andato e mi aveva lasciato quel senso di vuoto incolmabile. Dentro di me c'era solo il buio totale.

Certo non potevo immaginare che un giorno come tanti, mentre passavo al mio solito bar dove bevevo senza esagerare per vincere quel dolore, l'avrei rivisto.

Ero come al solito a bere il mio ultimo bicchiere di birra e guardavo un punto impreciso, rifiutando le ragazze che cercavano di rimorchiarmi come al solito.
L'unica differenza era che il barista, mio amico, non riusciva a stare un attimo a parlare con me a causa di un cliente casinista. Ma non ci pensai molto finché non riconobbi quei capelli rossi indomabili e quel piccolo corpo. Il mio corpo si mosse da solo e mentre mi avvicinavo lo vidi barcollare, stava per svenire. Lo presi al volo, evitandogli una caduta molto dolorosa. In pochi secondi i nostri occhi si fusero e lui fece in tempo a dire il mio nome prima di perdere i sensi. Avevo tra le braccia la causa del mio dolore, ma un unico pensiero mi portò a desiderare di non lasciare quel piccolo raggio di sole. Volevo sapere, volevo la mia rivincita e volevo vendetta.

Pov Kenma

Gioia, pace, serenità e semplicità. Ormai vivo di questo e la cosa sorprendente è la felicità che provo a vivere in questo modo. Vado all'università e convivo insieme al mio ragazzo, ex migliore amico, Kuroo Tetsuro. Ho come migliore amico Hinata, anche se ha dovuto cambiare nome a causa di alcuni risvolti inaspettati che ha avuto nella sua vita. Se ci penso, da un lato mi spiace ancora adesso che abbia allontanato da sé i suoi vecchi amici della Karasuno, ma dall'altro mi sento importante a sapere di essere l'unico che ha voluto al suo fianco, l'unico a cui abbia detto la verità su sé stesso.
Tutti i suoi segreti e i suoi veri sentimenti e turbamenti li ha svelati solo a me.
Vederlo nella sua nuova vita mi rende felice e triste allo stesso tempo, ma se ripenso a quei giorni di buio che ha passato durante il terzo anno di superiori, nasce una forte rabbia e voglia di vendetta nei riguardi di Kageyama. Quando Shouyou a cuore aperto e in lacrime mi aveva confessato tutto quello che aveva provato a stare con lui, poi quando era stato rifiutato, la consapevolezza che lo aveva solo usato, poi la morte della madre e tutto il resto. Provo solo rabbia e odio per Kageyama. Invece un sentimento di protezione nacque in me per Shouyou. Kuroo inizialmente era geloso del rapporto che avevo con lui, ma si era reso conto che era un sentimento diverso dall'amore, che per me era solo amicizia, pura e sincera amicizia per quel raggio di sole che scaldava e apriva i cuori di tutti. Non potevo accettare che il suo sorriso svanisse e che diventasse freddo, falso e privo di vita. Fortuna ha voluto che dal buio totale nascesse un miracolo.

Per il resto vado avanti con la mia vita piuttosto impegnata tra università e pallavolo. Ora sono nella squadra universitaria della mia zona, insieme a Kuroo. Duri allenamenti, esami e vita personale; con lo svago dei miei sempre amati videogiochi vado avanti. Ma ai tornei ufficiali veniamo sempre sconfitti alla finale dalla squadra universitaria di Ushijima. Lui è l'unico che non riesco a capire, come se fosse solo un uomo maschera, privo di sentimenti, freddo e pieno di rancore. Un uomo che vuole distruggere il suo avversario.
Devo ammettere che la mia preoccupazione maggiore ora è un'altra. Un messaggio di Natsu che mi chiede di Shouyou, perché da ieri non lo vede arrivare a casa. So di quei suoi momenti di depressione, ma mai si era permesso di non tornare a casa la sera stessa. Ansia, senso d'inquietudine e preoccupazioni aumentano a ogni tentativo di chiamata fallita << Dove sei Shouyou?!>>.
Potevo solo aspettare e sperare che stesse bene.

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