Cap. 02. Dimmi la verità.

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Cap. 02. Dimmi la verità.


Pov Ushijima

Arrivò la mattina senza che me ne accorgessi. Ho assistito Hinata per tutta la notte a causa della sua febbre alta. A guardarlo sembra così indifeso, un piccolo gigante caduto. Era colui che aveva distrutto ogni mia sicurezza, ma come potevo incolparlo. Non poteva sapere che Oikawa era innamorato di lui. Restava comunque quella orribile sensazione di volerlo distruggere, incolparlo del male che mi ha seguito dal giorno in cui mi ha sconfitto in quella maledetta finale interscolastico del mio terzo anno di liceo. Nei due anni a seguire lo avevo osservato crescere nel suo talento agonistico, ma poi alla fine del suo terzo anno era sparito, prima di finire il torneo per accedere ai nazionali. Erano già dichiarati vincitori quelli della Karasuno, ma a causa della mancanza e del rammarico dell'allontanamento del piccolo corvo, la squadra non si impegnò a dovere e perse la finale contro la Aoba Johsai. Quell'anno rammento che a vincere le Nazionali furono la squadra della Nekoma. Aveva girato la voce che Hinata Shouyou era morto in un incidente insieme alla madre, quindi avevo detto addio alla mia rivincita perduta e all'odio nei suoi riguardi nato a causa di Oikawa.

Il destino però lo ha condotto da me, facendomi nascere mille domande nei suoi riguardi.
Perché è sparito senza lasciare traccia? Perché nessuno sa nulla di lui? Perché ha lasciato la pallavolo? Era pur sempre il suo sport preferito e da come si era evoluto nel talento agonistico, aveva sicuramente un futuro tra i professionisti. Ma a conti fatti doveva essere successo qualcosa, altrimenti non sarebbe qui all'insaputa di tutti e penso di essere l'ultima persona che pensava di rivedere. I miei pensieri furono disturbati dalla suoneria del cellulare di Hinata, oramai avevo perso il conto delle mille chiamate che aveva ricevuto. Non di certo avevo l'intenzione di rispondere, ma non potei leggere un nome a me famigliare nel display luminoso, Kenma Kozume, oltre ad una certa Natsu.
Alla fine qualcuno che lo aspettava c'era, ma era anche vero che aveva mantenuto i contatti con uno del passato, se così potevo definirlo... ma perché proprio con l'ex alzatore della squadra dei gatti, la Nekoma? Hinata non c'entrava nulla con quella scuola di Tokyo, dato che faceva parte della Karasuno della prefettura di Miyagi.

Dovevo ammettere che il troppo pensare mi stava mandando in tilt il mio cervello. Ero stanco e arrabbiato, oltre alle altre mille emozioni che provavo. Ma soprattutto ero stanco di quel cellulare che squillava, per questo lo spensi in un impeto di rabbia.
Nel totale silenzio mi misi a guardarlo. La febbre era calata, non sudava più e anche la sua espressione era tranquilla e rilassata. A guardarlo dormire sereno, alla fine anche io mi addormentai sulla sedia accanto al letto. Non so quanto tempo passò, ma mi svegliai di soprassalto sentendo dei mugugni leggeri e un fruscio di coperte, segno che la persona nel letto si stava muovendo. Mi strofinai gli occhi e appena li riaprì notai uno sguardo inteso dorato che mi guardava, all'inizio normalmente, poi confuso.

<< Dove sono? Perché sono insieme a te? Ah! Aspetta... ma che ore sono? >> in quelle tre domande vidi tre espressioni diverse, da serio alla totale paura.

<< Sei a casa mia e sei insieme a me perché ieri sera sei crollato dalla febbre alta. Ti ho vegliato per tutta la notte e ti è calata la febbre solo in mattinata, poi mi sono addormentato qui sulla sedia. Comunque è già ora di pranzo >> a sentire il mio discorso lo vidi sbiancare.

Potevo capire di essere l'ultima persona che voleva vedere, ma non pensavo che non mi sopportasse così tanto. Seguì un lungo silenzio dove Hinata riprese colore.
Poi si mise a sedere a guardare il cellulare che trovandolo spento, imprecò piano termini che non capii.

<< Grazie! Ma ora devo andarmene... se no si preoccupano le persone che mi stanno cercando >> cercò di alzarsi, ma stava per cadere come la sera prima e così lo presi al volo...di nuovo.

Lo sentivo tremare e non mi piaceva << Ora riposa, se vuoi chiamo io la persona che vuoi, avvisandola sulla tua situazione >>. Lo sorpresi, ma negò con il capo dicendo che ci pensava lui a chiamare e così fece.

Pov Hinata.

Appena chiamai Natsu ne sentii di cotte e di crude, ma appena comprese la situazione si calmò passando a farmi mille domande perché era preoccupata. Come potevo non dargliene atto? Non ero tornato a casa e mai era successo. Ma ora il mio dilemma maggiore rimane l'uomo che si era preso cura di me. Fra tutti lui era l'ultima persona che pensavo di rivedere.

Lo guardai senza mai distogliere lo sguardo e lui faceva la stessa cosa. Seguì un lungo silenzio che fu rotto da lui << Tutti ti credono morto lo sai? Eppure sei vivo e vegeto a quanto vedo >> dritto al punto.

<< Cosa posso dirti... sono successe molte cose e non ne voglio parlare, scusa >> cercai di sorridere, ma notai che lo sguardo di Ushijima non si scompose.

<< Hai ragione! Chi sono io in fondo? Ma forse me lo devi, dato che mi sono occupato di te. Almeno mi devi un favore Hinata Shouyou >> aveva ragione, lui poteva lasciarmi in quel squallido locale e chissà cosa mi sarebbe successo. Però la sua voce impassibile e austera mi faceva arrabbiare e allo stesso tempo rabbrividire.

<< Tasuku... Tasuku Hinata Shouyou, ma solo Tasuku per te >> inconsapevolmente usai un tono fermo e uno sguardo serio che non smosse Ushijima, ma anche lui ricambio la mia stessa serietà.

Seguì un lungo silenzio, rotto dai nostri respiri. Non smettevamo di guardarci, come se entrambi volessimo guardare l'uno dentro l'altro. Però dovevo ammettere che era impossibile scorgere qualcosa dietro a quello sguardo e a quell'espressione stoica e intimidatoria, anche se forse non se ne rendeva conto nemmeno lui.
Poi lo vidi alzarsi e prendere una caraffa d'acqua e riempire un bicchiere che mi porse.

<< Grazie >> mentre bevevo notai il suo sguardo. Cosa potevo fare a quel punto. Non lo conosco per niente e non mi sembra il tipo che vuole socializzare con il sottoscritto.
<< Per ringraziarti, ti invito al locale dove lavoro, potrai prendere quello che vuoi, offro io! >> cercai di sorridere in modo naturale.

Seguì un ulteriore silenzio dove lo guardavo ogni tanto e poi mi guardavo intorno, mentre lui continuava a fissarmi impassibile. Sembrava che mi ponesse sotto analisi, oppure aspettava il momento per dirmi qualcosa.

<< Ho notato la grande cicatrice che hai nel ventre. Sai mentre ti asciugavo il sudore e ti rinfrescavo la pelle per farti scendere la febbre >> ora capì il suo sguardo serio.

Abbassai lo sguardo e sbiancai. Cosa potevo dire, la verità non di certo << Storia lunga... che non penso ti interessa davvero sapere >> cercai di usare un tono scherzoso e ridacchiai con poco successo. Lui rimaneva impassibile.

<< Lasciami l'indirizzo del tuo locale. Questo è il mio numero, mi sono già salvato il tuo, appena sono libero ti contatto per questa cena offerta >> parlò così naturalmente tanto da sconvolgermi.

Rimasi a guardarlo a bocca aperta. Si era salvato il mio numero, perché? Ma forse era solo per quella cena e basta. Magari dopo non mi avrebbe più cercato, né contattato. Dopo avere annuito mi sistemai per andarmene. Appena uscii da quella casa il mio cuore iniziò a battere forte "Ma che cosa sta succedendo?" pensai tornando a casa mia, dalla mia luce e dalla mia Natsu.

Pov Natsu

Ero preoccupata e fuori di me. Appena vidi il messaggio di mio fratello che mi confermava il suo rientro a casa riuscì a distendere i nervi. Quando avevo provato a chiamarlo per tutta la mattina e non mi rispondeva, avevo avuto la paura che gli fosse successo qualcosa. Ma fortunatamente stava bene.

Mentre guardavo il cellulare sentì aprire la porta << Hai saputo dove si trova? >> il tono preoccupato e il fiatone mi fecero ricordare che non avevo ancora detto nulla a Papà.

<< Scusami... si l'ho sentito e sta bene. Pare che abbia avuto la febbre per una notte e un suo amico lo abbia soccorso e tenuto a casa sua per aiutarlo a calare la febbre >> congiunsi le mani e chiusi gli occhi pensando di essere sgridata.

<< Meno male... pensavo fosse successo qualcosa di grave. Mai si è azzardato a rimanere fuori per tutta la notte, figurarsi quasi tutto il giorno. Invece come sta il piccolino? Ha pianto per la mancanza di quello stupido? >> dovevo ammettere che mi piaceva la voce calda del mio nuovo papà. Trasmetteva sicurezza, ma sapeva essere severa se necessario.

<< Un po', ma sono riuscita a calmarlo e rassicurarlo. Però appena rientra deve correre da lui se no sono guai. Tu papi? Tutto bene al lavoro? Non avrai problemi per questo allontanamento improvviso? >> alla fine aveva corso per nulla e non mi piace disturbarlo mentre lavora. Lui è il mio eroe dal giorno in cui ci prese con sé e fin da subito ci ha donato amore e affetto. Come potevo non chiamarlo papà? Lui sarà il primo ed unico che chiamerò così.

<< Non ti preoccupare piccola, con tutte le ore extra che ho fatto è il minimo che mi diano questi permessi speciali, specialmente per una emergenza famigliare. Vorrà dire che mi riposo un po', picchio quel saputello di tuo fratello maggiore e dopo... usciamoooo >> amavo il suo sorriso dolce. Saltai di gioia a quella notizia. Uscire vuol dire regalo assicurato.

<< Sei il migliore papà che potessi avere nella mia vita, Mamo-san! Ti voglio tanto bene >>. Lo abbracciai stretto stretto, mentre lui mi accarezzava dolce con la sua mano grande e calda. È il migliore del mondo.
Poi un messaggio al cellulare e la magia si ruppe. Appena lessi il mittente sobbalzai << Cavolo non ho detto ancora nulla a Kenma!! Mi ucciderà, già lo so! Corro a chiamarlo, a dopo papi! >>. Corsi in camera a chiamare il migliore amico del mio fratellone idiota.
"BakaShouyou" pensai mentre avviavo la chiamata.

Pov Kenma

Dire che sono furibondo è poco. Da ieri sera nessuna chiamata e nessun messaggio. Kuroo stanco della mia agitazione è uscito a correre per evitare di discutere. A volte la sua gelosia mi lascia perplesso, ma forse ha ragione, sono troppo affezionato a Shouyou, però lui è il mio unico vero amico dopo Kuroo, è una delle persone più importanti e mi dà molto fastidio se uno mi dice di fregarmene o di calmarmi. Nemmeno i videogiochi mi riescono a distrarre, sbaglio i livelli e la missione, oltre a fare morire mille volte il personaggio che guido nel gioco.
Sbuffo buttando la PSP lontano da me sul letto e provo a mandare un altro messaggio a Natsu, l'ultimo. Se non mi chiama giuro che esco e appena trovo quello stupido lo pesto a sangue a suon di calci, finché non mi dice tutta la verità su cosa ha fatto e dove è stato. Potevo solo aspettare la chiamata di Natsu che arrivò presto << Pronto? Natsu... allora? Sai qualcosa? >> forse usai un tono eccessivamente irritato, perché la piccola ci mise un po' a rispondere.

<< Sta bene, ha chiamato poco fa, pare abbia avuto la febbre e sia collassato al locale dove era andato a bere. Ma grazie ad un suo amico che si è preso cura di lui per tutta la notte, ora sta bene. Sta tornando a casa ora. Scusa se ti ho fatto... preoccupare e agitare. Ma appena viene a casa ne sentirà di cotte e di crude, contaci! >> dovevo ammettere che la voce squillante ed energica di Natsu aveva il potere di ricaricare la persona che l'ascoltava e di mettere il buon umore, calmandola.

<< Grazie. Appena lo vedo ne dico tante anche io, oltre a picchiarlo. Ci sentiamo. Ciao >> appena misi giù la chiamata pensai a quello che mi aveva detto la piccola Natsu.
"Un suo amico? Ma lui da quel che so ha solo me, a parte qualche conoscente e nulla di più al suo lavoro al locale... non mi piace molto questa storia! Spero non abbia incontrato uno dei suoi vecchi amici. Lui risulta morto per tutti. Sta attento Shouyou!".
Potevo pensare quello che volevo, ma forse appena avrei incontrato Shouyou, si sarebbe confidato. L'importante è che sta bene e che si faccia sentire il prima possibile.

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