Cap.06. Il mio inizio con te.

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Cap.06. Il mio inizio con te.

 
Pov Ushijima
 
Da quel giorno al bar passarono due settimane. Con Tasuku seguirono altri incontri: al suo locale dove scoprì che lavorava come cameriere e ogni tanto intratteneva i clienti con break dance in conclusione dello spettacolo serale che offriva il locale stesso, tra ballerini e cantanti. Vederlo ballare con quei movimenti sinuosi, perfetti ed equilibrati con quel piccolo corpo snodato appena definito mi faceva venire la voglia di toccarlo. Dopo che ebbe finito di ballare mi accorsi di essere stato completamente rapito dalla sua performance e dagli applausi fragorosi, capii di non essere stato l'unico. Ricordo il suo sorriso imbarazzato, con ancora il sudore addosso, che mi rivolse quando si avvicinò a me con una bibita << Spero che ti sia piaciuto il mio spettacolo. Mi piace molto danzare >>. Potei solo annuire dicendogli che era stato molto bravo e in cambio ricevetti un sorriso luminoso che avrebbe riscaldato anche il cuore più freddo.
Poi seguì un appuntamento tra i negozi del nuovo centro commerciale, il giorno dell’inaugurazione. Ricordo i sorrisi e le risate di Tasuku e le semplici chiacchiere su ogni argomento, anche se lo sport era l'argomento principale. Parlare con lui era facile come bere un bicchiere d'acqua e la cosa che più mi stupiva è di come riusciva a coinvolgermi in ogni discorso riuscendo ad interessarmi e a farmi sorridere di tanto in tanto.
Infine seguirono altri incontri organizzati per fare jogging assieme. Parlando con lui, avevo scoperto che correva come me ogni mattina per due ore, l'unica differenza era il tragitto. Di comune accordo avevamo scelto di incontrarci in un luogo a metà strada e di fare jogging assieme. Tasuku riusciva tranquillamente a mantenere il mio passo e aveva il coraggio di parlare per tutto il tempo. Più passavo del tempo con lui e più mi rendevo conto di quanto siamo diversi. Qualcosa in lui mi rendeva inquieto ed elettrizzato allo stesso momento; da una parte lo volevo toccare e stare ogni momento che era possibile con lui, ma dall’altra volevo parte volevo scappare il più lontano possibile da quell'uragano di vivacità e spensieratezza. Con lui mi rendevo conto sempre di più di avere una vita piatta e sempre uguale, mi rendevo conto di non avere mai sperimentato niente di imprevedibile. Questi sentimenti mi riportavano a quella partita dell'ultimo anno di liceo, dove lui mi aveva coinvolto in una sfida dove volevo dimostrare di essere il migliore. Alla fine avevo perso perché lui e i suoi compagni erano i più forti. Quel giorno avevo imparato il vero senso del gioco di squadra. Ora? Qualcosa era cambiato da quel giorno in me, non davo nulla per scontato, ma mantengo sempre quella consapevolezza di essere più forte, perché in uno scontro tra me e lui soltanto, so di essere migliore. Ma come gioco di squadra, Tasuku potrebbe battermi ancora adesso... Chissà come reagirebbe se sapesse che nella mia squadra attuale, c'è un suo vecchio amico e compagno di squadra...
 
<< Sai... Mi manca giocare a pallavolo... Con una squadra forte che ti fa sentire invincibile >>, mi sorprese quella sua rivelazione a cuore leggero. Stavamo correndo insieme come tutte le mattine e avevo notato il suo silenzio.
<< Allora vieni a partecipare a qualche allenamento con la mia squadra >> lo vidi arrestare la sua corsa e guardarmi con occhi sgranati e la bocca aperta. Anche io mi fermai ad osservarlo ripensando a quello che gli avevo detto. Effettivamente era strano, lui non poteva essere di alcun aiuto alle partite, ma in fondo volevo rivedere quel sole giocare a pallavolo, vedere come era migliorato da vicino... Sfidarlo e vederlo volare.
 
<< Davvero? Non mi prendi in giro vero? Posso venire davvero? >> sorrideva e mi guardava con occhi pieni di speranza. Io mi limitai ad annuire guardandolo senza espressione. Tasuku allargò di più il suo sorriso e mi saltò in braccio: << Grazie, grazie, grazie... Ushijima, grazie! >>, quel contatto improvviso mi sorprese, ma sentivo un calore che mi piaceva. Ricambiai l'abbraccio: << Wakatoshi, chiamami così se vuoi Tasuku >> mi inebriai del suo profumo e del calore del suo corpo, << Shouyou... Chiamami Shouyou, Wakatoshi >> sciolse l'abbraccio, ma in cambio vidi un sorriso meraviglioso che mi strappò un lieve riso. Le mie barriere, la mia stoica espressione e il mio carattere da uomo perfetto non avevano minimamente spaventato questo ragazzo così vivo e unico... Shouyou stava entrando nella mia vita buia, come un raggio di sole che scioglie il ghiaccio più spesso... Mi ha fregato.
 
Pov Kenma 
 
Era passato quasi un mese da quando ero tornato a casa, ma ancora Kuroo dormiva nella stanza degli ospiti. Durante la giornata ci comportavamo come amici, ma notavo i suoi tentativi di effusioni da innamorati: carezze, delicati baci al collo, giocherellava con i miei capelli o altri tanti piccoli gesti, che non rifiutavo, ma nemmeno ricambiavo. Appena Kuroo notava di non essere ricambiato, smetteva e tornava a fare l'amico.
Mi piaceva sentire il suo calore e il suo profumo... Delle volte desideravo lasciar perdere tutto quello che era successo e buttarmi tra le sue braccia accogliendo tutto di Kuroo, rinnovare i ricordi della nostra passione che consumavamo ogni volta quando il desiderio era forte, indipendentemente dal luogo o angolo della casa... In cucina, in soggiorno, in camera... Ogni angolo aveva conosciuto il nostro attimo di passione, ma Yaku? Quanto di questa casa conosceva di Kuroo e Yaku insieme. Nonostante capitava la discussione su quello che era successo fra di noi, mai avevo trovato il coraggio di fare a Kuroo delle domande dirette. Lui sapeva e aspettava la vera esplosione che covavo e che mi dilaniava l'anima. Shouyou aveva ragione, rimandare era solo altro dolore... Ma non era facile per me e non osavo immaginare come potesse essere per Lev che gli aveva colti sul fatto. Come ho potuto dirgli quelle parole?!
Ma alla fine anche Lev non riusciva a vedere Yaku. Si è buttato sul lavoro come fosse l'unica ancora di salvezza, senza concedersi il tempo per stare rilassati e in pace, vedendo amici e famigliari. Non lo vedevo da quella sera... A malapena rispondeva ai miei messaggi. Odiavo quel suo cambiamento e quel atteggiamento autodistruttivo che si stava imponendo da solo. Mi preoccupava molto.
Dall'altra parte invece, Shouyou stava trovando finalmente la serenità che merita con Ushijima, anche se dubito ancora di lui... Se osa ferire Shouyou come ha fatto Kageyama, credo che finirò in carcere per omicidio.
<< Kuroo esco... A dopo >> lui poté solo annuire confuso, ma non fece domande.
 
Appena arrivai a casa di Lev, provai a suonare, ma dopo vari tentativi stavo per rinunciare e andarmene quando sentì la porta aprirsi dietro di me e fui preso e trascinato dentro quella casa buia. Lev mi teneva stretto in un forte abbraccio. Spostò la maglietta e iniziò a baciarmi, a leccarmi il collo e la spalla. Poi mi prese in braccio e mi portò sul divano. Io ero sconvolto, non capivo cosa stava succedendo, lo guardavo con occhi sgranati. Lev mi sorrise amaramente... Non mi piaceva quel sorriso spento e triste come i suoi occhi << Ti voglio Kenma... Ora >>, rimasi spiazzato dalle sue parole. Lev non sentendo una risposta precisa da me, lo prese come un assenso ed iniziò a slacciare i miei pantaloni, toccandomi l'intimità mentre con la bocca e l'altra mano giocava con i miei capezzoli. Tremavo di paura, ma anche di piacere, iniziando a gemere, ma appena sentì un suo dito penetrarmi iniziai a divincolarmi e imprecare contro Lev che continuava come sordo nel suo atto nei miei confronti. Appena sentì un altro dito entrare, tremai di più << Lev... Ferm... ati... Ti prego... Ahhh! >>, urlai appena mi sentì colpire nel mio punto magico. Ma poco dopo Lev si fermò guardandomi sconvolto e mi abbracciò tremando << Scusa... Scusa, scusami Kenma... Io... Non piangere... Io >>. Solo dopo che me lo aveva detto mi resi conto che stavo piangendo. Avevo paura, ma quel calore mi stava calmando << Torna il solito Lev, Ti prego! >> lo senti smettere di respirare per pochi secondi, poi singhiozzi e la mia spalla umida confermò che stava piangendo.
 
<< Lev basta fare così, lo so è difficile, ma non meritano questo nostro dolore… >> cercavo di calmarlo, tenendolo stretto a me << Ricordi quella sera che ti ho detto di volere dare un’altra possibilità a Kuroo? Beh... Non è semplice, ma almeno ci provo e ho bisogno della tua forza e della tua presunzione. Come dicevi appena entrasti alla Nekoma? ... >> fui interrotto dalla sua risata << Kenma alzami la palla, io diventerò l'asso. Già presuntuoso... Ma grazie a questo mio carattere sono già di alto livello al lavoro... Hai ragione Kenma, devo tornare alla carica. Sono sempre il migliore no? >>. Risi nel vedere quel viso ancora segnato dalla sofferenza, ma con occhi decisi e sicuri.
Fu istinto o altro, ma presi stretto il suo viso e lo avvicinai a me. Lev non distolse mai lo sguardo e azzerò le distanze. Un bacio dolce, affettuoso e poi umido e caldo. Tutto tornò come prima... Le sue labbra e le sue mani accarezzavano il mio corpo, con la differenza che io gemevo, ricambiando i suoi tocchi e i suoi baci. Il calore delle sue mani e il suo profumo inebriante e selvaggio, mi facevano girare la testa. Ma lo interruppi di nuovo allontanandolo piano << Perdonami Lev… Prima devo chiarire con Kuroo, non voglio fare il suo stesso errore. Dammi il tempo per… >> mi interruppe dandomi un tenero bacio << Va bene per me, ma sappi che non ti lascio andare per ora. Resta un po’ con me! >> sorrisi a quelle parole.
Stetti con Lev per ore dove ci scambiammo teneri baci e tante coccole: lo ascoltai parlare del più e del meno. Ero felice di rivedere quella luce piena di vita nei suoi occhi. Presi la mia decisione e appena sarei andato a casa sapevo cosa dire a Kuroo una volta per tutte.
 
Pov Hinata
 
Da quella promessa passarono giorni dove io non potei vedere Wakatoshi per fare jogging a causa della febbre alta di Kou: solo il lavoro mi teneva lontano da lui. Al quinto giorno, mentre ero al lavoro, vidi entrare al locale Wakatoshi. Sorridendo andai da lui chiedendogli l’ordinazione e mi disse una cosa che mi sorprese: << E' da un po’ non ci si vede. Sai, è triste correre senza una compagnia chiacchierona >>, risi appena a quelle parole, qualcosa mi diceva che dette da lui era un evento del secolo: << Tra mezz’ora ho finito, stiamo un po’ insieme prima che torni a casa? >>.
Notai un lampo di stupore nei suoi occhi. Ormai avevo capito che con Wakatoshi dovevo imparare a leggere i suoi occhi dato che le espressioni erano quasi inesistenti sul suo viso.
 
Appena finì di lavorare, andammo verso casa mia e mi fermai a comprare dei Nikuman alla carne al chiosco lungo la strada: << Tieni! Uno è per te >> Wakatoshi lo prese ringraziandomi. Nel frattempo mi sentì chiamare: << Niiii-channn!!!!!!>>, Natsu ci venne incontro turbata e la cosa non mi piaceva molto.
La lasciai riprendere fiato: << Nat, che succede?! >>, la vidi arrossire e dirmi qualcosa piano nell'orecchio: << Pffft! Hahahaha. Nat è normale e la mamma te lo aveva spiegato, come anche papà. Vado a prendere il materiale necessario al minimarket qui vicino ok? >>, mentre ridevo mi guadagnai un pugno in testa: << Tu non capisci!!!!! Sei un uomo… >> la guardai stranito << Che vuol dire? Ti devo rammentare la mia particolarità? >>. Il broncio che fece era bellissimo e dopo averle raccomandato Kou, andai verso il minimarket. Wakatoshi mi seguì e dal suo viso non capivo a cosa pensava quando esordì chiedendomi: << Sviluppo? >>, quella semplice domanda mi fece ridere ancora un po’: << Beh! Ormai mia sorella è una signorina. Scusa, ti sto facendo perdere tempo, se vuoi andare… >>, non mi fece finire: << Ho tempo! >>.
 
Wakatoshi stette con me tutto il tempo fino a riaccompagnarmi a casa, ma io volevo stare più tempo con lui e mentre gli facevo domande o gli raccontavo qualcosa, sentì aprirsi la porta d’ingresso e vidi Kou saltarmi in braccio: << Tu piccolo monello… dovresti essere a letto a riposarti! >>, ma notai subito che Kou non mi stava ascoltando, perché era troppo preso a guardare Wakatoshi.
<< Tu sei strano. Mamma, chi è lei? >> l'innocenza del mio piccolo mi fece ridere: << Quando ti rivolgi a un maschio è un lui, sciocchino! >>. Anche Wakatoshi sorrise ed era bellissimo.
Kou lo guardò con uno sguardo truce: << Mi scusi... Però... Voglio giocare con lui! >>, sia io che Wakatoshi rimanemmo senza parole. Il mio piccolo angelo con quello sguardo truce, voleva socializzare. Ma il più delle volte fa scappare le persone facendomi ridere a crepapelle.
 
<< Questo week end si può fare, piccolo! >> ora sì che ero rimasto senza parole. Wakatoshi tornando a sorridere aveva dato una risposta sincera e positiva a Kou, guadagnandosi un sorriso caldo che solo io e la mia famiglia avevamo visto fino a quel momento. Poi lo sentì scalpitare e come lo misi giù, andò ad abbracciare una gamba di Wakatoshi continuando a guardarlo e a sorridergli. Kou in cambio ricevette uno sguardo tanto dolce che mi fece battere il cuore.
 
<< Ora entra in casa, devo finire di parlare con il mio amico >>, appena Kou rientrò in casa, mi volsi a guardare Wakatoshi. Calò il silenzio, ma piano piano mi avvicinai a lui, come se fossi attratto da una calamita << Grazie per... Tut... >> ma Wakatoshi mi interruppe poggiando un dito sulle mie labbra che presto sostituì con le sue labbra.
Un bacio dolce come una carezza, poi umido e bollente appena le nostre lingue si toccarono e intrecciarono fra loro... Un bacio lungo ed intenso che si interruppe quando le mie gambe cedettero, ma non caddi a terra perché Wakatoshi mi prese stretto in tempo. << Quante volte devo impedire le tue cadute? >>, la sua voce roca e profonda mi fece battere più forte il cuore. Lo guardai senza rispondere alla sua domanda e lo baciai ancora. Mi sentì stringere in un forte abbraccio e come prima il bacio fu lungo, caldo e umido, poi ci staccavamo per riprendere ossigeno per poi riprendere a baciarci. Per non cadere dovevo tenermi aggrappato a lui.
Non so per quanto tempo... Dopo altri baci, sentì Wakatoshi stringermi di più a sé. Con la testa appoggiata al suo petto, sentivo il suono del suo battito accelerato che era in sintonia con il mio.
 
<< Vieni a correre domani? >>, sorrisi a quella domanda che poteva sembrare avere un doppio senso, ma sapevo che me lo chiedeva solo per trascorrere del tempo insieme a me. Ero felice... Forse potevo finalmente rimettere in gioco il mio cuore e sperare di essere ricambiato, anche se la paura dentro di me era forte... Se anche Wakatoshi mi considerasse solo come un gioco?! No... Troppo sincero per fare del male così a una persona. In fondo anche lui era stato usato da Oikawa, anche se non mi ha detto i dettagli, come io non ho detto i dettagli di me e Kageyama a lui. Ma... Dovevo rifiutare << Mi dispiace… domani vado a vedere un asilo per Kou... Natsu non può rinunciare sempre alle sue uscite per stare con mio figlio... >>.
Mi dispiaceva non poter correre con lui ancora, ma Wakatoshi iniziò ad accarezzarmi i capelli, scompigliando di più la mia zazzera senza forma << Allora ti accompagno. A che ora? >>, lo guardai sorpreso e poi sorrisi << Alle 7:30 esco con Kou... >>. Strinsi la sua maglietta all'altezza del cuore sperando in una risposta che presto arrivò << Allora mi trovi qui ad aspettarvi! Smettila con quel sorriso da ebete, se no mi viene voglia di portarti a casa mia. >>, ma io continuai a sorridere e dopo avergli rubato un tenero bacio entrai in casa senza dire nulla.
 
Appena chiusi la porta, mi lasciai scivolare lungo la porta nascondendo il viso tra le mani.
<< La mamma è felice! Allora è una buona persona >>, le parole di Kou mi fecero sobbalzare, ma aveva ragione. Lo presi stretto tra le mie braccia, strizzandolo forte << Monello, fila in camera a giocare. Ora porto quello che serve a tua zia Natsu! >>. Non vedevo l'ora che arrivasse il mattino.
 
Il mattino dopo come promesso, Wakatoshi era già davanti a casa mia. Era bellissimo! Indossava dei jeans scuri e una camicia bianca appena sbottonata e delle semplici scarpe scure: il tutto risaltava il suo fisico perfetto. Senza accorgermene Kou lo aveva raggiunto e salutato. Wakatoshi lo prese in braccio con un gesto così naturale che mi fece perdere un battito. Sembrava un padre che coccolava suo figlio. Quello sguardo amorevole che avevo imparato a conoscere solo grazie a Mamoru. Mi avvicinai a lui sorridendo e lo presi per mano e senza dire nulla iniziai a camminare tirandolo, mentre lui continuava a tenere con un braccio Kou.
 
Agli occhi della gente che incontravamo leggevo stupore, disgusto, tenerezza o altro, ma non mi interessava. Mai avrei tolto la mia mano stretta alla sua. Parlando e ridendo ci trovammo davanti l'asilo nido per Kou.
 
Wakatoshi mise giù Kou che mi guardò stupito, nel vedere altri bambini << Da domani inizierai anche tu a frequentare questo posto. È un asilo! >>. Avevo paura della reazione, ma invece lo vidi sorridere e appena mi prese per mano, mi tirò in direzione degli altri bambini.
 
<< Mi dispiace, ma non potete stare qui se non siete... Ah! >> appena riconobbi quella voce dolce e unica, mi volsi di scatto << Sugawara sempaiii >> non ci potevo credere, lui era uno dei maestri di questo asilo.
 
Pov Sugawara
 
<< Hinata! Santo cielo... Ti credevo morto! >>, di slancio lo abbracciai stretto, scompigliando di più la sua zazzera di capelli già selvaggi come sempre erano stati. Quanto ci ero stato male a sapere della sua morte, ma invece lo avevo davanti a me. Poi mi resi conto che non era solo. Era con Ushijima Wakatoshi, l'ultima persona che immaginavo di vedere al suo fianco e un bambino.
 
<< Mamma, Chi è lui? >> il bambino chiese a Shouyou chi ero... Ma la cosa che mi sorprese era l'onorifico che il bambino aveva usato.
<< È un mio vecchio compagno di scuola e di squadra. Per Un anno abbiamo giocato insieme a pallavolo >> Shouyou rispose naturalmente, forse abituato a quel onorifico di solito destinato a una donna. Decisi che avrei indagato a suo tempo.
 
<< Davvero sono stupito di vederti, poi accanto a una persona che non pensavo mai di vedere al tuo fianco. Come mai qui? >> sapevo di essere stato troppo schietto, ma effettivamente Ushijima e Hinata erano come il giorno e la notte ai miei occhi.
Vidi Hinata guardare Ushijima per poi riguardare me << Beh ho iscritto mio figlio, Tasuku Kou, in questo asilo ieri, con il modulo sul vostro sito e volevo fargli vedere il luogo dove passerà molte ore da domani in avanti >>. Il mio stupore doveva essere molto visibile, perché poco dopo vidi Hinata arrossire e aggiungere che per i dettagli dovevo aspettare perché la storia è troppo lunga.
 
<< Anche io devo conoscere ancora per bene questa lunga storia >>, Ushijima aveva aggiunto quel particolare che mi fece incuriosire ancora di più. Ma alla fine annuì soltanto << Non vedo l'ora di parlare con te Hinata, c'è tanto da dire sai?! >> in risposta ebbi un sorriso.
A quel punto feci vedere l'asilo a Hinata e a suo figlio che teneva per mano. Ushijima decise di rimanere fuori ad aspettare. Mentre gli spiegavo orari e altro, notai il piccolo Kou che mi guardava con occhi seri, come se mi analizzasse.
<< Non ti preoccupare... Sembra ostile, ma è buono come il pane ed è molto vivace! >> Hinata aveva notato il mio dubbio, ma non era la risposta a quello che mi aveva lasciato perplesso << No, non è quello... Il suo sguardo... Mi ricorda qualcuno di famigliare. Non so perché, ma mi viene da ridere >>, ma il mio sorriso, mentre lo dicevo, svanì appena notai Hinata sbiancare.
 
<< Mamma posso andare a giocare con gli altri bambini? >> vidi Hinata guardare il piccolo, sorridergli e dargli il consenso. Appena Kou si allontanò, cercai di dire qualcosa, ma Hinata parlò per prima << Beh... Semplicemente ha la stessa espressione di suo padre... Ora vado. Ah! Questo è il mio numero. Ci vediamo domani, Sugawara-san! >> lo vidi allontanarsi e raggiungere Ushijima è poco dopo prendere Kou e andare via.
Guardai il biglietto con il numero scritto e il nome "Tasuku Hinata Shouyou? Ma poi ha detto padre? Non è lui il padre?" e altre tante domande che cercavano una risposta; voglio sapere di più.
Poi come una illuminazione... Quegli occhi identici a Kageyama e quel onorifico che Kou usa per chiamare Hinata. "Non è possibile...".
La suoneria del mio cellulare mi distrasse del tutto dai miei pensieri.
<< Dimmi tutto tesoro? Le uova? Si certo... Mmmm sai amore, c'è una novità! Se sapessi chi ho rivisto Hihihi... No non è chi immagini tu, anche se a pensarci bene ne sarebbe felice a sapere che è ancora tra noi. Te lo dico a casa. Beh ora vado, ti amo tanto anche io >> appena misi giù la chiamata, mi resi conto che da ora in avanti qualcosa sarebbe cambiato.

Note dell'autore:
Eccomi qui con il nuovo capitolo. Finalmente tra Ushijima e Hinata è successo qualcosa… Da ora in avanti succederà sempre qualcosa xD.
Poi non poteva mancare il mio amatissimo Sugawara <3 Chissà se indovinate la persona con cui è al telefono… Beh al prossimo capitolo pieno di sorprese hihihihihihi.

Un Raggio di Sole nel Buio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora