Cap 11. Un Amore Improvviso.
Pov Kenma
Stringo Lev in un lungo abbraccio d’addio. Una parte di me non vorrebbe lasciarlo andare ma so che sarebbe inutile continuare una relazione a metà.
Appena lo lascio da solo, mi fermo a guardarlo di nascosto mentre suona il campanello ed entra in casa di Yaku. Rimango per un po’ in quel angolo a fissare quella porta chiusa e mi rendo conto che è finita veramente.
Non mi pento della mia decisione ma sento come se qualcuno avesse aperto un rubinetto che avevo lasciato chiuso da troppo tempo e alcune lacrime iniziano a scendere dai miei occhi. Solo poco tempo dopo mi rendo conto che sto piangendo.
Inizio a camminare a caso, fino a che non cado a terra a causa di un capogiro e per tutto il tempo non ho fatto altro che continuare a piangere lacrime silenziose.
Sento dei passi alle mie spalle. «Tutto bene?» mi alzo di scatto e senza guardare la persona che mi ha fatto quella domanda, inizio a correre verso la casa dell’unica persona che mi è sempre stata vicina. «ASPETTA… Ken…» non appena svolto l’angolo, non sento più la persona che si era fermata.
Appena arrivo davanti alla casa di Shouyou, dopo vari tentativi mi rendo conto che non c’è nessuno a casa, quindi decido di aspettare.
Passano quasi due ore e inizio a incamminarmi verso casa mia, ricominciando a piangere: non tanto perché tra me e Lev è finita, si vedeva lontano un miglio che amava più Yaku di me, ma anche perché non sono riuscito a concludere la questione con Kuroo. Non mi piace lasciare le cose a metà, ma con lui è tutto troppo complicato.
Quando arrivo vicino al parco dove si trova la mia gelateria preferita, incontro Shouyou, insieme a tutta la sua famiglia. Lo vedo lasciare la mano di Ushijima e correre da me.
«Kenma… cosa è successo?» faccio un sorriso amaro e Hinata si volta, guardando serio Ushijima, il quale ci lascia da soli mentre Kou mi saluta triste con la mano.
Shouyou mi stringe un polso e mi trascina all’interno del parco, fino a raggiungere una panchina un po’ isolata. Rimaniamo a lungo in silenzio mentre lui aspetta che sia io a parlare.
Di solito è il più chiacchierone del mondo, ma amo questa sua maturità e pazienza in occasioni come queste.
«Ho detto a Lev di Yaku. Non l’ha presa bene e si è reso conto di amarlo ancora...» cade il silenzio per qualche secondo e poi riprendo il discorso. «Gli ho consigliato di andare da lui prima che fosse troppo tardi!»
Vedo Shouyou alzare lo sguardo e guardarmi inorridito ma subito dopo distoglie lo sguardo, guardando un punto impreciso per terra: sta sicuramente riflettendo su cosa dire.
Segue un lungo silenzio, dove io ricomincio a piangere e lui mi stringe un braccio attorno alla spalla, tirandomi a sé e facendomi sedere sopra di lui.
Appoggio le ginocchia ai lati delle sue gambe e con le braccia mi stringo intorno al suo collo e con la fronte mi appoggio alla sua spalla mentre lui mi stringe la vita e inizia ad accarezzarmi la schiena.
Al diavolo le persone che ci vedono e iniziano a mormorare commenti sgradevoli, io ho bisogno di Shouyou.
Stretto a lui, inizio a sfogarmi dicendogli di Lev e di Kuroo. Hinata ascolta per tutto il tempo senza dire una parola fino alla conclusione del mio sfogo.
«Kenma… sono sorpreso, ma tu devi mettere un punto fermo con Kuroo. Tu sei bellissimo e non meriti di rimanere da solo, meriti di essere amato e tu di amare senza problemi. Io ci sarò sempre, ricordalo!» Shouyou mi parla serio, prendendo stretto il mio viso tra le sue mani. Con entrambi i pollici mi asciuga le ultime lacrime e appoggia la sua fronte alla mia. «Sei una bellissima persona, non chiudere il tuo cuore! Ok?» annuisco con il capo e insieme sorridiamo.
Mi alzo dal suo abbraccio e mi siedo al suo fianco, parliamo un po’ del più del meno fino a che Shouyou non si mette in piedi sulla panchina. «Guarda che bella serata, Kenma. Vedrai che andrà meglio. Ora urla con me: AL DIAVOLO KUROO E LEV!»
Lo guardo basito, ma poi sorrido e lo imito, mettendomi in piedi sulla panchina. «Tu sei tutto matto Shouyou! AL DIAVOLO KUROO E LEV! GRAZIE PER ESSERE MIO AMICO, SHOUYOU!» mi volto verso di lui, beandomi del suo sguardo sorpreso e insieme iniziamo a ridere di gusto, fino a che altre risate non si uniscono alle nostre l’imbarazzo ha la meglio, mentre Shouyou va incontro a Sugawara, Iwaizumi e Kageyama.
«Ciaoooo! WOOOOW, ma ci sei anche tu... che brutta faccia!» Hinata non perde l’occasione di prendere in giro Kageyama.
«EHH? HINATABOKEEEE. Se ti PRENDO, TI AMMAZZOOOOO!» Kageyama inizia a correre dietro a Hinata e intanto Iwaizumi e Sugawara si siedono vicino a me. Parliamo di tante cose e il peso della mancanza di Lev si alleggerisce.
Poco dopo i due senpai vanno a prendere qualcosa da mangiare e da bere per passare insieme la serata, mentre Kageyama va a finire delle commissioni per poi unirsi più tardi.
Shouyou avvisa Ushijima che resterà al parco fino a tardi con me ed altri, per poi tornare vicino a me. «Stai meglio?» mi sorride solare e io faccio lo stesso, annuendo.
Lo trascino a sedere e mi sdraio, appoggiando la testa sulle sue gambe. Sento le mani di Shouyou accarezzare i miei capelli e mi sento avvolgere in un torpore di dolcezza e sicurezza.
«Kenma sei un bellissimo ragazzo e una bellissima persona. Non chiudere il tuo cuore! Ok?» me lo ripete nuovamente e la voce dolce di Shouyou, mi fa sorridere mentre alcune lacrime involontarie sfuggono al mio controllo, ma prontamente lui me le asciuga con le dita e mi regala un suo meraviglioso sorriso.
«Sei proprio una puttana! Tradisci il capitano e magari pretendi che lui soffra per te!» una voce rompe il momento tra me e Shouyou, iniziando a insultare il mio migliore amico.
«Masaku, vattene. Hai rotto e non poco. Kenma ha bisogno di me e io non tradirei mai Toshi!» Hinata guarda quello stupido ossessionato da me, con sguardo serio e teso. Mi alzo per intervenire, ma Shouyou viene trascinato su e sbattuto a terra con una spinta.
Il rosso reagisce prontamente e subito si rialza, avventandosi su questo Masaku e iniziando ad azzuffarsi con lui.
Mi avvicino e tiro i capelli di questo tizio per farlo staccare da Shouyou, ma lui reagisce dandomi una gomitata nello stomaco e facendomi cadere. Sbatto la testa contro la panchina e il resto è buio.
Pov Hinata
Masaku colpisce Kenma duramente, facendolo svenire a causa della botta in testa.
«Kenmaaaaa!» corro da lui e controllo che non sia niente di grave. Masaku ci guarda impietrito, ma non mi interessa cosa prova. Come una furia mi getto su di lui, prendendolo a pugni e a calci.
Mi sento tirare i capelli e un forte pugno nello stomaco mi fa perdere l'equilibrio.
«Maledettoooo! Ghfff...» copro con una mano la parte dolorante.
«È solo colpa tua se l'ho colpito. Tu non meriti di esistere mostro!» rimango impietrito dal suo sguardo freddo e pieno di odio, occhi che mi ricordano quelli dello zio mentre lui estrae una lama e si avventa su di me...
«Fermooooo!» sento una voce urlare alle mie spalle, ma la paura mi rende sordo e cieco per un po'.
Chiudo gli occhi aspettando la fine... Ma non sento nulla se non un gemito strozzato.
Apro gli occhi e vedo quelli verdi di Iwaizumi che mi sorride, amaramente. Abbasso lo sguardo e vedo la sua mano trattenere la lama, conficcata al suo fianco sinistro.
Comincio a tremare più forte, mentre Iwaizumi mi cade addosso e Masaku ci osserva con gli occhi sgranati. Sento la lama cadere a terra a causa del tremolio della sua mano.
Pochi secondi dopo vedo Sugawara saltare addosso a lui e iniziare a prenderlo a pugni ben assestati. «Bastardo schifoso, cosa hai fatto al mio Haji?» come una furia cieca inveisce sempre di più, fino a che una voce ci raggiunge e cerca di calmare il senpai.
«Suga-san, basta! Calmati!» Kageyama lo tira a sé, allontanandolo da Masaku che è svenuto a terra.
Sugawara si dimena e impreca contro il malcapitato, come posseduto, ma la tosse di Iwaizumi ci riporta tutti alla realtà. Il resto succede tutto in modo confuso e ovattato… sento la voce di Kageyama chiamarmi più volte, ma tutto diventa buio e freddo.
Sento voci nella mia testa… qualcuno mi sta parlando ma io non capisco dove sono.
«Shouyou, svegliati. Ti prego...» un dolce sussurro, quel tono di voce che mi manda il cuore a mille. Toshi è vicino a me, ma perché non riesco a vederlo?!
«Shouyou, mi dispiace... È colpa mia...» un altro sussurro, più flebile. Kenma si sente in colpa e non voglio.
Con una forza che non credevo di possedere apro gli occhi, ma li richiudo con forza a causa della luce.
Ci metto un po' ad abituarmi ad essa... ma dove sono? È tutto bianco e sento un forte odore di disinfettante.
Guardo a sinistra e vedo Kenma che, in lacrime, mi osserva tenendo stretta la mia mano.
Non voglio che pianga a causa mia: sorrido per cercare di sollevare il suo umore.
«Shouyou!» la voce di Wakatoshi mi fa voltare di scatto e trovo uno sguardo mai visto prima: occhi pieni di preoccupazione, ben celata, ma ormai lo conosco. Alzo a fatica la mano per accarezzare il suo viso.
Il ricordo di tutto quello successo mi fa alzare a sedere di scatto. «Iwaizumi-san! Ah! Uhmmmm.» un gemito di dolore esce dalla mia bocca a causa della fitta alla testa e in varie parti del mio corpo.
Sento un sonoro sbuffo da Wakatoshi mentre Kenma mi sostiene con una mano appoggiata alla mia schiena.
«Hinataboke! Ci hai fai preoccupare tutti!» la voce di Kageyama ci fa voltare tutti in sua direzione.
«Smettila, non sai com'è andata. Come sta Iwaizumi-san?» uso un tono serio, ma Kageyama mi guarda in modo severo.
«Mammaaaaaa!» Kou si butta tra le mie braccia, mozzandomi il fiato.
Lo stringo a me, mentre guardo male Wakatoshi, facendogli capire la mia muta domanda.
«È venuto con Natsu e tuo padre, credevi possibile lasciarlo a casa? Comunque Iwaizumi si riprenderà. Pensa a te ora!» il suo tono serio e arrabbiato mi fa perdere un battito.
Non voglio discutere con lui, specialmente ora che ho un impellente bisogno del suo calore.
Inizio a tremare e Kou mi guarda perplesso: tiro a me Wakatoshi e lo bacio davanti a tutti, con foga.
Appena concludo quel bacio, come se niente fosse stringo a me Kou e lo riempio di baci.
Solo dopo rivolgo lo sguardo a Toshi, trovandolo fermo con occhi sgranati e la bocca semiaperta, stessa espressione c'è hanno anche Kenma e Kageyama.
«Che c'è? Avevo bisogno di te! Qualche problema?» le mie domande fanno tornare serio Wakatoshi.
«Noi usciamo. Shouyou domani torno a trovarti!» Kenma si alza e si tira dietro Kageyama, senza darmi il tempo di controbattere.
Cade un silenzio rotto dal respiro di Kou addormentato tra le braccia. Inizio ad accarezzargli i capelli, si vedeva da un miglio che era stanco.
«Shouyou!» la voce di Toshi mi fa capire che avremmo parlato a lungo.
Pov Ushijima
Shouyou mi guarda con un’espressione neutra, pronto a parlare ed affrontare ogni cosa che gli voglio chiedere. Ma prima decido di prendere Kou e portarlo fuori da Natsu e Mamoru i quali salutano Shouyou prima di andarsene.
Appena rimaniamo soli mi volto verso Shouyou. «Masaku è in una stanza da solo. È pieno di botte ed escoriazioni ed anche tu hai lividi e graffi. Shouyou, voglio sapere cosa è successo!» lo guardo serio e lui poco dopo abbassa gli occhi, fissando la coperta che stringe tra le sue mani.
«Cosa… vuoi che sia, uhmmm… nulla di nuovo! Mi ha offeso e mi ha accusato di tradirti! Ho perso le staffe come l’ultima volta…» gioca nervosamente con la coperta e il fatto che non mi parla guardandomi negli occhi, mi fa capire che sta nascondendo qualcosa.
«E’ vero?» non era la vera domanda che volevo chiedergli.
Shouyou si gira lentamente e mi guarda inorridito. «Me lo chiedi sul serio, o mi stai prendendo in giro? Spero che sia la seconda. Come potrei tradirti con Kenma?» la sua voce flebile e irritata, insieme al suo sguardo serio e freddo, mi fa gelare il sangue nelle vene. Segue un breve silenzio, rotto dalla risata isterica e sarcastica di Shouyou. «Oh! Giusto… Kageyama. Magari arrivando qui in ospedale e vedendo lui, oltre Kenma, Iwaizumi-san e Suga-san, ti è sorto il dubbio giusto? Magari io mi vedo di nascosto con lui e faccio sesso con lui, fregandomene dell’unico UOMO CHE MIO FIGLIO CHIAMA PAPA’!» mi guarda con le lacrime agli occhi e mi fa capire che ho fatto una cavolata. Allungo una mano verso il suo viso e lui la respinge. «Non toccarmi! Vattene da Masaku e andate al diavolo tu e tutti i tuoi fottuti dubbi del cav…» non lo lascio finire che lo stringo a me e lo bacio con passione, ma lui mi morde, ferendomi il labbro inferiore.
Mi allontano solo pochi secondi e lo stringo di nuovo a me, baciandolo ancora fino a che non si calma e ricambia. Un bacio caldo e pieno di ogni nostra frustrazione, al sapore di metallo a causa del mio labbro insanguinato.
Ci stacchiamo per riprendere ossigeno, ma non lascio l’abbraccio.
«Come puoi dubi…» lo interrompo dandogli un bacio leggero.
«Scusa! Non lo so cosa mi è preso… avrei voluto essere lì al posto di tutti e… sistemare io la faccenda!» tengo il suo viso tra le mie mani e gli do dei leggeri baci sulla fronte.
Shouyou mi guarda con occhi sgranati e poi sorride: finalmente rivedo quel bellissimo sorriso che era solo mio tante ore fa.
Torno serio, notando il suo sguardo spento. «Stava per ucciderti! Sugawara non mi ha detto nulla… si è chiuso in un silenzio forzato così come Kenma e Kageyama. Cosa è successo Shouyou, dimmelo ti prego!»
«In un primo momento ho reagito… mi ha offeso perché Kenma era sdraiato con la testa appoggiata alle mie gambe e aveva le lacrime agli occhi. Io l’ho soltanto consolato, ascoltando il suo dolore. Masaku è sbucato dandomi del traditore e della puttana… ma non è quello. Lui ha ferito Kenma e io ho perso la testa… ma non è nemmeno quello…» abbassa lo sguardo e inizia a tremare.
Voglio sapere, ma devo aspettare. Lo sento borbottare fra sé e sé e alla fine mi guarda sorridendo triste. «Voleva uccidermi e io dalla paura mi stavo lasciando andare alla sua mercè… aveva gli stessi occhi di… credevo fosse lui, tornato ad uccidere me, Kou e Natsu! Sono debole… sono un misero debole, che non merita niente…»
Interrompo il suo vaneggiamento e lo stringo a me. «Non dirlo nemmeno per scherzo. Shouyou, tu sei meraviglioso e non so chi vorrebbe farti del male, ma finché ci sono io, devi pensare di vivere solo per Kou, Natsu, tuo padre, Kenma e me! Tu non lo sai, ma regali così tanto e non chiedi mai niente in cambio. Se non agli altri… almeno dammi il potere di essere la tua forza!»
Shouyou inizia a piangere, scaricando tutto il suo dolore. Lo tengo stretto a me fino a che non si addormenta.
Piano piano districo il mio abbraccio e lo sdraio a letto, coprendolo bene. Mi siedo accanto a lui e inizio ad accarezzargli la testa, ma il rumore della porta rompe quel silenzio austero.
«Come sta? Ho sentito il suo pianto e ho pensato che era meglio aspettare che si calmasse…» Kenma si avvicina e si mette in ginocchio per terra, accanto al letto. Allunga una mano a stringere quella di Shouyou.
«Non sta bene ancora, ma farò in modo che presto sia il contrario.» sento lo sguardo serio di Kenma puntato addosso, ma io continuo a guardare Shouyou.
«Kageyama mi ha detto che se non fosse stato per Iwaizumi-san, adesso sarebbe stato Shouyou quello ferito a morte e per fortuna anche Iwaizumi non ha niente di grave. Masaku è un bastardo, ma Sugawara-san lo ha sistemato per bene… però se non fosse arrivato Kageyama non so come sarebbe finita!»
Adesso tutto tornava. Sugawara è stato interrotto da Kageyama, altrimenti avrebbe continuato a riempire di botte quel bastardo di Masaku. «Grazie!»
Kenma si alza e mi saluta, raccomandandosi di fargli sapere quando verrà dimesso Shouyou.
Lo guardo dormire tranquillo, mentre accarezzo i suoi capelli e sorrido.
«Mi scusi, rimane qui per la notte o va a casa?» un'infermiera entra per chiedermi cosa avevo intenzione di fare. Decido di rimanere accanto a Shouyou fino al mattino.
Pov Kageyama
Torno a casa appena esco dall’ospedale. Non avevo mai visto Sugawara-san così fuori di sé… stranamente lo capisco, quando ho visto Shouyou stare male a causa di quel bastardo, il sangue ha iniziato a ribollire dalla rabbia che cresceva dentro di me.
Il rosso era svenuto e ho dovuto chiamare l’ambulanza, perché Sugawara era troppo sotto shock.
In ospedale hanno chiamato un dottore che ho scoperto essere il padre di Hinata. È stato lui ad avvisare tutti.
Ora però… il pensiero è verso quel bambino che chiama Shouyou, mamma. Perché lo chiama con quel onorifico? Possibile che Shouyou sta crescendo da solo quel bambino… da solo? Non è vero. Al suo fianco c’è Ushijima Wakatoshi.
Sento squillare il telefono e rispondo. «Ciao Hito! Sto tornando a casa. Sì, tranquilla è andato tutto bene. A casa ti racconto meglio… mh? Ayu dorme già, vero? A dopo!» chiudo la chiamata sorridendo, pensando alle donne che amo di più della mia vita.
Scoprire che Shouyou è vivo, mi ha spiazzato. Sento il mio senso di colpa diventare sempre meno, ma voglio chiarire con lui e chiedergli scusa di come l’ho trattato in quei anni che dovevano solo essere gioia e serenità. Ricordo ancora il volto di Oikawa senpai. Lui era veramente innamorato perso di Shouyou e questo mi aveva fatto arrabbiare e non poco, ma era morto, o almeno così credevamo tutti.
«Tobio-chan! Non ci credo sei proprio tu?» mi volto lentamente, sapendo già a chi appartiene quella voce.
«Oikawa-san! Che coincidenza. Sì, sono io tornato dall'America.» lo guardo serio, mentre lui mi osserva con il suo ghigno freddo e ambiguo.
«Tutto bene? Vedo che hai dei lividi.» mi guardo le braccia e li noto, sicuramente sono stati causati quando ho cercato di fermare Sugawara senpai.
«Si, tutto bene. Ho impedito a Sugawara-san di uccidere una persona!» lo dico con un tono tranquillo, ma Oikawa mi guarda con uno sguardo pieno di stupore.
«Wow... non l'avrei mai detto che quel ragazzo tutto pace e affetto, fosse così violento. Impressionante non credi?» sorride freddo, ma faccio finta di niente.
«Beh… hanno ferito il suo compagno, direi che è normale. Fortunatamente Iwaizumi-san non è grave, ma la lama è andata vicina a un organo e poteva morire!» forse potevo essere più delicato nel dirlo, ma era la verità pura e semplice.
Oikawa mi guarda con orrore e lo sguardo di pietra, iniziando a tremare. «Oh…ah. Ehm… quindi se non è… grave, è tutto apposto. Ora devo andare ciao!»
Lo vedo andare via a passo veloce. Mi stupisce che non abbia urlato o altro, infondo lui e Iwaizumi sono amici storici.
Faccio spallucce e vado a casa dove mi aspetta la mia dolce metà e la mia piccola Ayu.
Pov Sugawara
Ho perso completamente la testa. Se non fosse stato per Kageyama, non so come sarebbe finita.
Come può essere accaduto tutto questo? Guardo le mie mani e tremo al pensiero di quello che poteva succedere se continuavo ad inveire su quel ragazzo.
Tutto andava bene, stavo tornando con Hajime al parco per mangiare in compagnia di Hinata, Kenma e Kageyama, ma sento il mio amore interrompere il dialogo e correre incontro a Hinata e un ragazzo sconosciuto.
Pochi secondi, tutto accade troppo velocemente e il mio Hajime è a terra, ferito a causa di quel tipo mai visto prima.
La rabbia sale veloce dentro di me e la razionalità va a zero. Mi avvento come un demonio su quel bastardo e lo picchio come se non ci fosse un domani e per fortuna Kageyama è riuscito a bloccarmi, prima che fosse tardi.
Guardo Hajime sdraiato su quel letto che sa di disinfettante e morte. Dovremmo essere a casa, dopo una buona cena in compagnia, a coccolarci nel nostro letto, stretti l'uno nell'altro, ricordandoci a vicenda il nostro amore.
Voglio il suo calore, voglio sentire la sua voce, voglio toccarlo e sentirlo in tutti i sensi.
«Ehi. Angelo mio, cos'è quella brutta faccia?» alzo lo sguardo e trovo il mio Haji che mi guarda con aria stanca.
Lo so che è fuori pericolo e che presto verrà dimesso, ma tremo all'idea del rischio che ha corso e del rischio di perderlo per sempre.
«Colpa tua. Accidenti a te e il tuo eroismo! Come stai?» vorrei picchiarlo, ma non è il caso.
Hajime sorride appena. «Sto bene. Scusami angelo, ma lo sai che non potevo permettere quello che stava succedendo.» il suo flebile tono mi fa sorridere triste.
«Va tutto bene, ora pensa solo a riprenderti. Io vado a casa e domani ti porto un cambio, poi chiamo in centrale e avviso i tuoi colleghi.» gli do un bacio leggero e appena lo vedo riaddormentarsi, esco.
Non faccio in tempo a rientrare in casa, che sento suonare il campanello con insistenza. Guardo l'ora e noto essere molto tardi.
"Chi può essere a quest'ora?" penso, mentre vado ad aprire la porta, rimanendo sorpreso della persona che ho davanti.
«Oikawa-san... cosa ci fai qui?» lo vedo davanti a me con il fiato corto e sudato. Ha corso per arrivare qui, ma non capisco il perché.
«Come cosa? Iwa-chan! Come hai potuto permettere che fosse ferito, Sugawara-san?» mi guarda serio e freddo, mentre entra a passo lento, spingendomi. Mi intrappola al muro, mentre io lo guardo inorridito e sconvolto. «Non guardarmi così. L’ho saputo da Kageyama. Non pensavo di rivederlo, ma quando mi ha detto quello che è successo, mi ha sconvolto.» il suo tono freddo e sarcastico mi fa perdere la pazienza.
Lo spingo lontano da me e lo guardo con rabbia. Oikawa mi guarda con occhi sgranati, ma presto torna a mettere su un atteggiamento indifferente e beffardo.
«Vattene… tu non sai niente. Quindi vai al diavolo, Oikawa!» lo sento ridere di gusto e dopo aver stretto i miei polsi, si avvicina pericolosamente.
«Quando fai così mi viene voglia di assaggiarti sai, Suga-san? Mi chiedo se Iwa-chan goda tanto a farlo con te!» lo fisso inorridito e disgustato.
Faccio per sferrare una ginocchiata al suo stomaco, ma lui mi preme, blocca e mi gira sbattendomi contro il muro. Sento la sua lingua leccare il mio collo.
«Smettila di fare il cretino, Oikawa!» mi dimeno, ma la sua forza è maggiore.
Sento sfregare il suo membro eretto nel mio sedere e solo i tessuti impediscono quel contatto disgustoso.
«Perché non mi permetti di assaggiarti, angioletto bello?» sento la sua bocca giocare con il mio collo.
«Perché mi fai schifo Oikawa! Non mi ecciti nemmeno… sei meno di zero per me.» mi stritola i polsi, ma cerco di resistere. Non voglio dargli corda.
Mi rigira verso di lui e mi sferra un pugno che mi stordisce. Cado a terra e un lamento di dolore esce dalla mia bocca, mentre lui ride in modo isterico.
Con una mano mi blocca per la seconda volta i polsi mentre con l'altra solleva la mia maglietta e sfila con un colpo secco i miei pantaloni. Con la bocca inizia a succhiare e mordicchiare i miei capezzoli, mentre con la mano inizia a toccare il mio membro, cercando di svegliarlo.
Ci metto un po' a riprendermi dalla botta in testa ricevuta, ma ogni suo tocco, mi fa salire l'acido nello stomaco: mi fa schifo e il senso di disgusto è tanto.
Lo lascio fare, senza dire niente, senza dargli alcun piacere di mostrare qualsiasi mia emozione o no. Appena riprendo forza, con un calcio ben assestato lo faccio cadere all'indietro, nel mentre con uno scatto mi rialzo e gli do un calcio nello stomaco.
«PROVA A TOCCARMI ANCORA E GIURO CHE TI AMMAZZO! VAI A SBATTERTI UNA PUTTANA, STRONZO DI MERDA. SEI UNO SFIGATO!» urlo a pieni polmoni, mentre prendo un coltello e lo minaccio.
Oikawa a fatica si alza e sorride amaro. «Bastardo. Tranquillo me ne vado, per me era solo un gioco. Solo un idiota ti amerebbe sul serio. Fai pena e servi solo per il piacere Suga-san!» lo vedo uscire, ridendo come un idiota.
«Ma va...» mi guardo e mi sento uno schifo. Chiudo la porta a chiave e corro in bagno a fare una doccia. Non voglio niente di Oikawa Tooru sul mio corpo. Io appartengo solo a Iwaizumi, come lui appartiene a me.
Oikawa Tooru merita solo commiserazione, se lui si sente solo oppure è frustrato, la colpa è solo sua e delle sue azioni.
Pov Kuroo
Da quella prima notte con Tsukishima, è passato un po’ di tempo. Ogni sera ci incontriamo e ci diamo piacere senza freni. Tante volte vado io da lui, ma anche lui viene da me.
Ho scoperto che lavora in una grande azienda di vendita e commercio in tutto il mondo, gestita dal giovane figlio dei padroni: non lo avrei mai detto che Akaashi Keiji, sarebbe diventato una persona così importante.
Mi spingo dentro Tsukishima con una ultima ed energica spinta e vengo dentro di lui per l'ennesima volta, mentre lui viene sporcando di più i nostri ventri.
«Ahhh... che bello fare sesso con te Kei!» vorrei fosse qualcosa di più tra me e lui, ma per ora se oso parlare di un rapporto più serio, Kei diventa freddo e ostile.
«Io vado. A domani, Tetsurou!» lo guardo rivestirsi anche se è già notte inoltrata.
«La notte è ancora giovane, potremmo ancora...» Kei mi interrompe con uno sguardo ostile. «Ok. A domani!» lo vedo alzarsi e uscire come se non esistessi.
Sbuffo sonoramente e provo di dormire, ma non ci riesco. «Al diavolo, io esco anche se è già tardi!»
Mi preparo ed esco per andare al mio locale preferito. Appena entro adocchio già qualche bel ragazzo che mi guarda con malizia.
Sorrido dando corda, ma con la coda dell'occhio noto qualcuno di familiare.
«Ti ho detto che non mi interessi, ho già un ragazzo. Levati dal cazzo, stronzo!» Kenma oltre ad essere mezzo ubriaco, sta cercando di togliersi quel tipo sconosciuto che lo sta importunando. Sento la rabbia montarmi dentro: nessuno lo deve toccare e non mi interessa se sono l'ultima persona che vuole vedere.
Mi avvicino veloce, ma un ragazzo alto e moro, con i capelli mossi, mi anticipa. «Leva le mani bello, lui è mio!» il tipo però non è d'accordo e tira Kenma a sé, ma il ragazzo moro gli dà un pugno, buttandolo a terra e stringe a sé Kenma, che lo guarda con stupore.
Non riesco a capire chi sia, ma quei due mi stanno facendo arrabbiare a bestia. Cerco di avvicinarmi per mandare entrambi quei tizi al diavolo, in quanto Kenma non è di nessuno, ma rimango spiazzato quando vedo che il biondo sta abbracciando il moro... possibile che lo conosca?
Intanto quel ragazzo stringe a sé Kenma e dopo aver guardato male il tipo che lo importunava, prende stretto il viso di quest'ultimo e lo bacia: un bacio focoso e umido.
Il tipo se ne va mandandoli a quel paese. Kenma però guarda con occhi sgranati il ragazzo davanti a lui: a causa della penombra non capisco chi è. Mi avvicino fino a sentire il loro dialogo.
«Non… non c'era bisogno di arrivare a tanto, Akaashi-san!» Kenma è completamente rosso in viso.
Cosa ci fa lui, in questo locale, con Akaashi? Sono confuso e la cosa non mi piace. Mi avvicino a loro fino a farmi notare: Kenma mi guarda con stupore, mentre Akaashi rimane indifferente.
Si è alzato in altezza anche il suo fisico, ben evidenziato dai vestiti fatti su misura, sembra un dio greco con occhi grigio bluastri e lo sguardo tagliente.
Ci metto un po' a dire qualcosa, prima devo deglutire a forza. «Akaashi! Sei proprio tu... wow. Ciao Kozume!» li saluto come niente, ma vedo Kenma abbassare gli occhi e Akaashi guardarmi con sguardo severo, come se fossi di troppo.
Pov Akaashi
Quando ho concluso il liceo, ho dovuto prendere in mano l'azienda di famiglia a causa della malattia di mio padre, che ancora adesso tenta di sconfiggere. Inoltre, dopo solo un anno, la mamma mi ha abbandonato, morendo per colpa di quel maledetto autobus che ha spezzato la vita e il cuore di molti. Basta pensare a Yukie... se non fosse stato per lei quel giorno avrei dovuto dire addio non solo a mia madre, ma anche al mio migliore amico.
Mentre mio padre continua la lotta contro il suo male, io ho imparato a combattere contro i falsi amici e alleati. L'unico di cui mi fido è Tsukishima, ma anche con lui mi tengo sull'attenti.
Diventare il capo di un'azienda che non conoscevo, riuscire a imporre il mio volere e riuscire a farla crescere, non è stato per niente facile. Ho dovuto rinunciare a tanto e ora sono qui da solo con il cuore ancora ferito: durante il terzo anno delle superiori ho cominciato a guardare Kozume Kenma con occhi diversi. Mi sono riscoperto di desiderare tutto di lui... Ma lui ha sempre avuto occhi solo per Kuroo.
Ho rinunciato a lui ma averlo rivisto dopo tanto tempo, seduto a terra in lacrime, mi ha spezzato il cuore in due e come ho cercato di avvicinarmi, lui è scappato.
Perché devo continuare ad amare una persona che non avrò mai? Basta! Dopo il lavoro, vado a rimorchiare.
Destino o altro ha voluto diversamente però: non solo ho finito tardi, ma appena arrivato al locale, vedo Kozume, intento a bere qualcosa da solo... ma la cosa che mi ha lasciato basito è la malinconia che esprime benissimo con ogni suo essere. Ripenso al mattino e decido di avvicinarmi.
«Ciao Kozume!» lo vedo irrigidirsi e voltare piano lo sguardo, leggermente rosso per colpa dell'alcool.
Rimane basito nel vedermi, tanto da spalancare appena la bocca. «Akaashi-san... ciao! Quanto tempo.»
La voce flebile di Kenma mi mancava. Noto delle lacrime ai margini dei suoi bellissimi occhi dorati e con l'indice le tiro via con una leggera carezza.
Kozume cerca di dirmi qualcosa, ma io lo interrompo. «Sei così bello, non merita nessuno di farti soffrire così!» lo guardo serio, mentre lui deglutisce e apre più volte la bocca per dire qualcosa, ma non esce altro che aria mista all’odore di alcool. «Aspettami, vado a prenderti qualcosa di meglio dell'alcool, prima che ti ubriachi del tutto.» mi allontano per andare dal barista a chiedere un intruglio particolare e due analcolici, ma poco dopo vedo un tipo avvicinarsi a Kozume e iniziare a importunarlo.
Torno da lui e quando sento che Kenma dice che ha già il ragazzo, mi avvicino prendendo la palla al balzo e cerco di mandare via il tipo con ogni mezzo. Il biondo mi abbraccia e il mio cuore perde un battito... lo so che lo fa solo per dare corda alla mia bugia di essere il suo ragazzo, ma alla fine perdo quel poco di razionalità e lo bacio.
Non appena sento che dischiude le labbra per lo stupore, entro con la lingua cercando la gemella d trasformando il bacio in un intreccio di passione e calore. Kenma poco dopo ricambia e per un interminabile minuto il nostro contatto diventa caldo e umido. Solo la carenza di ossigeno ci porta a separare le nostre lingue, unite da un rivolo di saliva che si rompe a causa della lappata lenta sul labbro inferiore di Kenma.
Lo scocciatore si allontana mandandoci a quel paese, ma io non ci bado tanto a causa dello sguardo penetrante che il ragazzo mi rivolge.
I suoi occhi diventano di un dorato acceso, pieno di sfumature mai viste. «Non… non c'era bisogno di arrivare a tanto, Akaashi-san!» Kenma è completamente rosso in viso e io sorrido.
Cerco di dirgli qualcosa, ma qualcuno attira la nostra attenzione… o meglio, Kuroo rompe il momento che ho sempre voluto con Kenma.
«Akaashi! Sei proprio tu... wow. Ciao Kozume!» rimango sorpreso per il fatto che Kuroo chiama Kenma per cognome, ma non lo dò a vedere. Lo guardo serio dando mostra del mio disappunto nel vederlo. «Disturbo per caso?»
Kenma non lo guarda nemmeno, mentre io annuisco con il capo. «Sì, stavamo giusto per andarcene, per rimanere da S O L I!» scandisco bene la parola “soli”. Kuroo mi guarda con sguardo severo, mentre Kenma alza lo sguardo, dando mostra del suo stupore. «Kenma ha bisogno di riposare e non voglio lasciarlo da solo.» metto subito in chiaro le mie intenzioni e in cambio ricevo uno sbuffo divertito da parte di Kuroo.
«Tranquillo, lui non è un bambino come Bokuto! Poi penso preferisca stare con me, invece che con te!» Kuroo mi guarda con uno sguardo beffardo mentre dentro di me inizio a ribollire dalla rabbia, per averlo sentito tirare in causa Bokuto, che non è nemmeno presente.
«Preferisco stare con Akaashi-san invece. Andiamo? Mi gira la testa e inizio ad avere molto sonno…» Kenma si aggrappa al mio braccio destro, lasciando me e Kuroo sbigottiti.
La rabbia sparisce subito, dando spazio alla gioia e alle scariche di piacere che attraversano il mio corpo a causa del contatto. Usciamo lasciando Kuroo a guardarci senza dire una parola ma il suo sguardo puntato alla mia schiena, mi fa capire che vorrebbe ammazzarmi di botte.
Insieme decidiamo di andare a dormire a casa mia. Cerco un cambio per la notte per Kenma e dopo un po’ andiamo a letto. Il biondo accetta di dormire con me sul mio letto matrimoniale perché la stanza degli ospiti è troppo in disordine per mandarlo a dormire su quel letto.
Kenma si addormenta subito, mentre io dopo quasi un’ora sono ancora sveglio per la terribile erezione, ma poi un sospiro strano alle mie spalle mi fa voltare. Allungo una mano e mi accorgo che sta tremando.
Alzo la testa e noto che cerca di darsi piacere da solo. Il mio cuore perde un battito, non posso perdere questa occasione.
Mi avvicino e gli do una lunga lappata dal collo fino alle labbra. Lo vedo girarsi e guardarmi con occhi sgranati. «Akaashi io... non capisco...» la sua voce tremante mi fa fremere tutto il mio corpo.
«Non c'è niente da capire Kenma! So solo che vederti così non mi piace.» lo bacio con passione e Kenma non mi respinge.
Sento le sue mani aggrapparsi alla mia maglietta, mentre io con una mano inizio a frizionare la sue erezione che chiede piacere e con l'altra sollevo la sua maglia per raggiungere i capezzoli duri. Lascio le sue labbra per riprendere ossigeno e subito mi avvento sul suo collo, iniziando a succhiare e mordicchiare la sua pelle nivea per marchiarla.
Le mie orecchie si riempiono della dolce melodia che mi regala la sua voce rotta dai gemiti.
Sento il sangue fluire tutto al cavallo, la mia erezione chiede piacere.
Con la bocca continuo a marchiare e dare piacere a Kenma, mentre con una mano accarezzo la sua pelle.
La mano sulla sua erezione la sposto per liberare la mia. Lo sento mugugnare di disappunto, ma per poco.
Unisco i nostri membri bollenti, che al contatto ci fanno fremere e gemere di piacere. Con la mano inizio a frizionarli entrambi, soffermandomi sulla punta, dando piacere con movimenti rotatori.
Kenma prende stretto la mia nuca e si avvicina fino a congiungere le nostre labbra. Mi lecca e morde il labbro inferiore, concludendo con una dolce lappata. Appena dischiudo le labbra, entra con la sua lingua a cercare la mia. Le intrecciamo, creando un bacio focoso e carico di piacere, soffocando i nostri gemiti. Ci stacchiamo solo per riprendere ossigeno e dare vita ai nostri gemiti fino a raggiungere l'apice del piacere, sporcando i nostri ventri.
Kenma si lascia andare sul letto per riprendere fiato e regolarizzare il suo battito accelerato, mentre io mi sostengo con le braccia, rimanendo su di lui a guardare ogni centimetro del suo corpo.
Mi lecco e mordo le labbra, ammirando la bellezza eterea di Kenma. Poco dopo lo vedo voltarsi a ricambiare il mio sguardo. Rimaniamo fermi così per un'eternità di tempo, anche se sono solo pochi secondi: sono il primo a distogliere lo sguardo e piano ricomincio a baciare, leccare e succhiare la sua pelle, partendo dal collo per raggiungere piano la sua erezione già sveglia e pulsante.
Lo sento stringere le mani tra i miei capelli e ricominciare a gemere.
Appena raggiungo la sua erezione inizio a leccare e succhiare la punta, mentre con le mani accarezzo i suoi glutei e l'interno coscia.
I gemiti e sospiri di Kenma mi fanno fremere. Prendo tutto il suo membro in bocca e inizio a pompare, aumentando il ritmo quando il biondo lo desidera. «Sto... ahhh... venen... ahhh! Ahhhh!»
Kenma viene e io ingoio il suo seme e mentre lui riprende fiato, io ricomincio a baciare, leccare e mordicchiare il suo collo, il petto e il ventre mentre con le dita inizio a prepararlo.
«Akaashi-san... mmmm, io non... ahh, di... di più.» la sua voce roca e rotta dal piacere mi fa perdere del tutto la razionalità
«Kenma... ti voglio!» sfilo le dita e lui geme di disappunto, ma presto stringo i suoi glutei e con un’unica spinta lo penetro.
Il ragazzo affonda le unghie nella mia schiena e un gemito strozzato esce dalle nostre labbra. Tremo dal desiderio, finalmente sento il suo calore e presto lo marchierò con il mio seme.
Con quel pensiero inizio spingere piano, ma con affondi decisi. Kenma si aggrappa ancora di più a me e con le labbra inizia a mordicchiare e succhiare il mio collo, mandandomi completamente in tilt. Presto le spinte diventano più veloci e ben assestate, appena trovo il punto magico che ci fa impazzire tutti e due.
«Kei… jiii… ahhhh, siii. Spingi... di più!» la voce di Kenma mi travolge e le spinte aumentano di velocità.
«Sono al limite... Kenmahh.» mi svuoto dentro di lui, mentre lui viene per la terza volta sporcando i nostri ventri.
Esco da lui e lo stringo tra le mie braccia, iniziando ad accarezzarlo. Kenma si addormenta subito a causa della stanchezza, io non ci riesco.
La paura prende il sopravvento. Alcune calde lacrime iniziano ad uscire silenziose, dai miei occhi. Non voglio che sorga il sole… domani lui tornerà ad essere freddo e scostante. In fondo io cosa sono per lui? Niente!
Ogni secondo, minuto e ora che passa, fanno sparire quella bellissima sensazione di calore, lasciando che la paura e il freddo mi pervadano per tutto il mio corpo: sono un idiota!Note d'autore:
Grazie mille per chi segue questa storia. Sono davvero felice che vi piaccia e spero che mi saprete dire cosa ne pensate della AkaaKen e di cosa vi è piaciuto di questo capitolo!
Alla prossima <3
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Un Raggio di Sole nel Buio.
Fanfiction[Attenzione MPREG]. Hinata e Ushijima si ritrovano in un bar. Scatta qualcosa, ma il piccolo corvo sembra nascondere qualcosa, ma in qualche modo inizia qualcosa fra di loro. Però Kageyama fa ritorno dalla America. Che farà il nostro moro quando rit...