Post-it

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Quando eravamo piccoli, io e mia sorella avevamo un rituale speciale, la sera, a volte per diverse ore prima di andare a letto. Ci inviavamo post-it sotto le porte delle nostre camere, dovevamo essere accorti per non farci scoprire dai nostri genitori.

Poche parole, scherzi, disegnini stupidi, battutine, insomma, il tipo di cazzate che si scrivono due fratelli.

E poi arrivò quella notte nel 1999.

Dopo il mio ritorno dal college, ero salito direttamente in camera mia dopo essere andato a salutare mia madre. Volevo rilassami e godermi la mia serata, così mi feci un panino accompagnato da patatine. Dopo aver fatto i compiti, mi misi a giocare con il Gameboy senza prestare attenzione al tempo che passava.

Erano quasi le ventidue, solitamente era il momento in cui iniziavamo a far scivolare post-it sotto le nostre porte. Stavo giocando con una cartuccia dei Pokémon quando sentii un lieve fruscio di fogli accartocciati. Sorrisi, e mi chinai per raccogliere il pezzo di carta.

In lettere maiuscole, c'era scritto con un evidenziatore rosa:

"Ehi tu!"

Vi era un piccolo disegno che raffigurava un occhio tondo circondato da ciglia.

Mia sorella aveva solo dieci anni, la sua calligrafia era buffa e i suoi disegni grossolani. Scarabocchiai risposta "Ciao piccolo ratto" accompagnato da un volto sorridente. Mi affrettai a far scivolare il fogliettino sotto la porta della stanza della mia sorellina.

Avevo appena richiuso la mia porta, quando un secondo messaggio scivolò tra i miei piedi.

"Non sono pelosa, ma è vero che ho dei piccoli denti aguzzi", con sotto una testa di un topolino disegnato male che faceva la linguaccia.

Sospettavo che mia sorella, per essere tanto veloce, avesse già preparato il post-it in anticipo, era logico, visto che la chiamavo regolarmente con nomi da roditore.
"Beh è un bene che tu lo riconosca" Scrissi con un evidenziatore arancione, per prendermi gioco di lei, poi scarabocchiai un viso con un'ampia bocca piena di piccoli denti.

Andai davanti camera sua, dove guardai qualche istante se apparisse improvvisamente un post-it, poi accade di nuovo, appena in camera mia un nuovo foglietto arrivò non appena chiusi la porta.

"Ma sono io!"

Non compresi, di solito bisticciavamo, ma questa volta approvava tutto ciò che scrivevo. Una nuova strategia? All'inizio mi ero divertito, anche se un po' turbato dalla sua velocità nel rispondere.

"Vuoi imitare Sonic? "
La risposta non fu rapida. Un paio di minuti più tardi, vidi il post-it che scivolava lentamente da sotto la porta.

"Bella cattura"
Sempre con lo stesso evidenziatore rosa dalla calligrafia illeggibile.

Non capivo di cosa stesse parlando, cercai di comprendere, ma senza successo. Poi mi ricordai il Mew che avevo appena catturato sul mio gioco. Scartai subito quell'ipotesi. Non poteva sapere, era una cosa accaduta un'ora prima. Non vi era alcun nesso logico.

Mi affrettai a rispondere: "Cosa vuoi dire? Mi sono perso qualcosa? "

Al momento in cui fece scivolare la sua risposta, la sua porta non produsse alcun rumore. Perplesso, aprii la porta di colpo, ma niente, nessuno. Non volevo comunque allarmare i nostri genitori.

"Sul tuo gioco dei pokémon"

La calligrafia si faceva più chiara e stretta, ma ancora con qualche errore. Ma come aveva fatto ad indovinare? Feci passare molto tempo senza rispondere. Quella volta non avevo molta voglia di farlo, ero un po' a disagio. Decisi d'interrompere lo scambio di messaggi, presi un fumetto m'infilai sotto le coperte.

Un altro messaggio. Ancora.

"Mi abbandoni per un fumetto? "

Il post-it era scritto con un pennarello nero. Oltre al messaggio, c'era un ritratto di una bambina sorridente con i denti affilati. Ebbi realmente paura. Quasi non osavo chiudere a chiave la mia porta. Poi decisi di mettere una maglietta nella fessura sotto la porta.

"Va bene, ma domani facciamo un altro gioco"

La mattina successiva durante la colazione, dopo una notte agitata, vidi mia madre mentre si preparava un caffè. Sul tavolo non vi era la tazza di mia sorella, così sorpreso, chiesi a mia madre:

"Ma lei non va a scuola oggi?
"Lo sai che è andata quattro giorni in Inghilterra con la scuola"

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