"Non posso tornate a casa"

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Era la mia solita giornata di sabato pomeriggio. Ero venuto al parco per fare una partita a pallone con i miei amici, ma mi sono trattenuto troppo. Si è fatta sera, e devo rientrare a casa. Sono appena le 22.30, e il cielo ha assunto un colore che va dal blu scuro al nero.
Mentre sto per recuperare il pallone tra le foglie, sento un rumore provenire dalle giostre.
Mi avvicino alle altalene e ne vedo una che si muove, sono ancora troppo lontano per capire chi è che la muove.
Mi avvicino e vedo un bambino, di 10-11 anni, che va su e giu sull'altalena.
Mi avvicino e lui si ferma, fissandomi.
Gli chiedo 'Ciao, che ci fai qui? Non dovresti essere a casa?' Lui abbassa la testa e dice 'Lo so, ma non riesco a tornare a casa'.
Faccio un mezzo sorriso e rispondo 'Dai, vieni, ti accompagno io, i tuoi genitori saranno in pensiero per te' scende, mi da la mano e mi dice 'Grazie, sei gentile.'
Lo accompagno tra vie e vicoletti, ed infine arriviamo davanti ad un palazzo, e lui mi dice 'Io abito qui'
Ma il palazzo è vecchio e bruciato, sopra la porta c'è una scritta 'Non posso tornare a casa'.
Questa cosa mi mette un po' di panico e gli chiedo 'Non è possibile, questo palazzo è vecchio.' Lui mi lascia la mano ed entra nel palazzo 'Grazie mille'.
Tento di seguirlo ma, terrorizzato, corro verso la via del ritorno.
Mi ricordo di aver lasciato il pallone nel parco e quindi, a grandi passi, ci ritorno.
Scavalco il cancello, prendo il pallone e sento di nuovo un rumore.
Il bambino è ancora sull'altalena, che va su e giù.
E da lontano mi guarda, sorride e le sue labbra si aprono fino alle orecchie e mi dice:
'Non posso tornare a casa'

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