Le porte

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Poco dopo che nonno Arthur si è suicidato, la nonna ha cominciato a comportarsi in modo strano. Ha assunto degli operai per rimuovere tutte le porte interne della sua casa e inchiodare le porte che si aprivano verso l'esterno. Entrava e usciva attraverso una finestra e rifiutava categoricamente di andare in luoghi con le porte che si aprivano su cardini.

Non avemmo scelta, e la facemmo ricoverare in una struttura specializzata. Gli infermieri, naturalmente, non ci hanno permesso di rimuovere la porta della sua stanza, ma promisero di tenerla sempre chiusa. Era il meglio che potemmo fare.
La paura delle porte è chiamata "entamafobia". Ho fatto delle ricerche al riguardo. Ma non era il reale problema della nonna. Erano le porte aperte che la terrorizzavano, precisamente lo spazio invisibile dietro di esse.

"Cosa c'è dietro la porta?" le abbiamo chiesto. "Di cosa hai paura?"

"Non posso dirvelo...", rispondeva sempre. "Vi voglio troppo bene."

Tutti pensavano che stesse perdendo la testa con l'età, ma io non ne ero così sicuro. Voglio dire, qual è il primo posto che i poliziotti controllano quando entrano in una stanza pericolosa? Quello spazio nascosto, ostile e sconosciuto dietro una porta aperta.

Ho iniziato a notare le porte aperte in qualsiasi luogo; al lavoro, a scuola, nel mio appartamento. Pensate a casa vostra. C'è una porta che si apre verso un muro? Cosa c'è dietro? Dall'aria? Abiti su un gancio? Come si può essere sicuri? Potete dargli un'occhiata, ma quando vi girate, ritorna ad essere un territorio sconosciuto.

Per un po' la nonna si comportò come una persona normale, poi accadde qualcosa di orribile. I medici pensarono ad un tentativo di suicidio, perché la nonna aveva le stesse ferite che avevano causato la morte di suo marito Arthur. Lo imputarono ad un aumento di ansia, causata dalla negligenza di una nuova infermiera che aveva dimenticato di chiudere la porta.

Stronzate. La nonna non avrebbe mai potuto fare una cosa simile. Non aveva la forza, e in più teneva sempre le unghie corte.
Ero rimasto seduto accanto a lei per ore, tenendo quello che rimaneva della sua mano. Poco prima di morire, parlò.

"Arthur, amore mio, avevi ragione. Non può essere fermato. Il solo e unico modo per essere al sicuro è non sapere".

Ovviamente lei pensava che io fossi nonno Arthur, ma non ho avuto tempo di spiegarle. Dovevo porle ancora quella vecchia domanda. Dovevo sapere.

"Cosa c'è dietro le porte?"

"Colui che attende, colui che è imprigionato tra le ombre. Nel momento in cui scopri la sua esistenza, si sveglia. Quando credi che sia dietro la porta, la tua consapevolezza lo libera. E quando hai paura, è il momento in cui viene da te."

La nonna sorrise.

"Ma ciò non accadrà più, Arthur, perché siamo gli unici a sapere. E non l'ho detto a nessuno."

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