Capitolo 8

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Non dormivo così bene da molto tempo ed al mio risveglio sono di buonumore, ma la pigrizia si fa sentire e dato che non ho nulla da fare mi prendo qualche minuto per rigirarmi nel letto.
Mi sveglio definitivamente quando qualcuno bussa alla porta.
-Avanti- mugugno con la voce impastata dal sonno.
Dallo stipite viene fuori il visino di Cristiano Jr ed io lo invito ad entrare con un gesto della mano.
-¿Puedo quedarme aquì con tigo?-
Non capisco per filo e per segno cosa mi stia chiedendo, ma ha uno sguardo preoccupato così lo faccio sedere sul letto con me.
-Cosa c'è?- gli chiedo anche a gesti e lui pare avermi capita.
-Papà està hablando por telèfono. Èl està enojado-
È una frase in spagnolo che capisco, si sta sforzando per permettermelo. Mi fa il segno del telefono e poi la faccia imbronciata così presumo che "enojado" sia " arrabbiato".
Con le mie molto limitate conoscenze di spagnolo provo a formulare una frase di senso compiuto.
-Està aquì- Jr annuisce così io so di aver fatto centro.
Mi metto a cercare Cristiano in lungo ed in largo per la casa enorme, da quanto ho capito è arrabbiato così tanto da aver fatto paura a suo figlio e con il riguardo con cui l'ho visto trattarlo la trovo una cosa impossibile.
Seguo il suono della sua voce che mi guida fino nella più piccola delle due sale da pranzo.
Al tavolo rettangolare è apparecchiata la colazione per tre e su due posti sono state spostate le sedie.
Cristiano sta camminando in circolo, parlando uno spagnolo molto stretto al cellulare, non presta attenzione a me come a nient'altro, non mi ha neanche vista.
Ha le sopracciglia aggrottate, la fronte corrugata, la bocca distorta in una smorfia indispettita e le braccia ed il collo tesi in una sinfonia di muscoli che mi soffermerei volentieri ad ammirare, se la voce arrabbiata del moro non fosse per me come un pugno nello stomaco.
Detesto le persone nervose perché mi passano il nervosismo, ma lui non è una persona qualunque, non posso urlargli addosso di darsi una calmata dopo che lui mi ha accolta in cada sua a braccia aperte.
Quando si siede al tavolo mi avvicino e, poggiandogli di sorpresa le mani sulle spalle larghe, improvviso un massaggio che lo aiuti a distendersi.
Nonostante il sobbalzo iniziale lo sento rilassare i muscoli ed il suo tono di voce, anche se deciso, si abbassa notevolmente.
Continuo nel mio lavoro anche quando Cristiano chiude la chiamata.
-Ehi buongiorno- dico a bassa voce.
-Olà, Giuli- borbotta lui sfregandosi la faccia.
È ancora in pigiama, come me del resto, è non posso di certo non apprezzare la tenuta t-shirt bianca pantaloncini grigi, che su di lui sembra opera di uno stilista pluripremiato.
-Ricevi chiamate inopportune fin di prima mattina?-
-Le disgrazie non hanno orario-
-Che disgrazia ti ha fatto incavolare così tanto da far scappare tuo figlio?-
-Niente di rilevante, devo andare a cercare Jr! Sarà solo e spaventato e ...- cerca di alzarsi, ma io con una non lieve pressione sulle spalle lo faccio tornare al suo posto.
-Stai calmo papà/mammina, tuo figlio si è rifugiato da me e ci raggiungerà fra poco, tu pensa a non fargli vedere la tua faccia imbronciata-
-Sì forse è meglio- dice chiudendo gli occhi.
Gli faccio distendere bene la schiena e lui ne approfitta per appoggiare la testa sulla mia pancia, o meglio quasi sul seno data la sua altezza e la mia bassezza.
-È piacevole calmarsi con un tuo massaggio, ti viene bene-
-Davvero? Ma pensa. Mi fa piacere rendermi utile, tutto qui-
-Dovresti esserci ogni volta che sono su di giri, sfogarmi sarebbe molto più semplice-
-Ehm ... fermiamo questa conversazione prima che assuma un doppio senso troppo grande!-
-Chi ti dice che non voglia ...-
Cristiano si interrompe quando Jr fa capolino dalla stanza.
Suo padre gli fa cenno di avvicinarsi e quando è vicino se lo carica in braccio, baciandolo.
-(Scusami, mio piccolo ometto, non volevo spaventarti)-
-(Non fa niente papà, Giuliana è stata brava con me)-
-(Davvero?)-
-(Sì, come con te)-
-(Hai ragione)-
-(Secondo te sarebbe brava anche come mamma?)-
Non sto seguendo la conversazione, ma sento Cristiano irrigidirsi nuovamente sotto i miei polpastrelli.
-Cris che c'è?-
Si volta a guardarmi con un'aria stralunata, mi sembra di vedere anche del rossore sotto la sua abbronzatura.
Alzo le spalle e così fa lui, liquidando in un niente la conversazione.
Dopo colazione decidiamo di comune accordo di farci un giro per Madrid.
Ci prepariamo ed in poco tempo usciamo da casa.
Cristiano decide di prendere di muovo la Bugatti, vuole prenderci la mano dato che è nuova, così guida tra le strade della città con spigliata tranquillità.
Parcheggia in un posto a caso che non ricordo, per me le città nuove sono tutte una magia e prima di conoscere i nomi delle vie o delle piazze mi occorre rivederle almeno due volte, nel frattempo mi godo la bellezza del panorama e la simpatia della compagnia.
Jr è euforico, non si limita nello scorrazzare tanto he ad un certo punto sono costretta a prenderlo per mano per non perderlo tra la folla, il padre è un po' impossibilitato dato che sta tenendo uno per mano i guinzagli dei due due cani, arrivati con sua madre prima che uscissimo di casa.
Marosca è un piccolo Yorkshire che ho scoperto avere paura dell'acqua, mentre Abelhinha è un labrador dorato di media misura allegra e giocherellona tanto che Cris riesce a tenerla tranquillamente solo grazie ai suoi muscoli extra.
Per pranzo ci prendiamo delle tortillas da portare via e passeggiamo per un parco, fino a trovare una panchina gradita a Jr, dove Cristiano libera Marosca ed Abelhinha che possono finalmente correre e sfogarsi.
Nel pomeriggio non facciamo molto, per lo più resto incantata ad osservare padre e figlio a giocare giocare a calcio con un pallone appena comprato, inizialmente hanno provato a coinvolgermi, ma ho rifiutato per evitarmi figuracce in pubblico.
Ogni tanto mi arrischio ad accarezzare il più piccolo dei cani, l'altra è troppo agitata e non vado d'accordo con i cani focosi.
Quando poi troppe persone si rendono conto di chi sia l'aitante giovane uomo che sta giocando a pallone, iniziano ad affollarsi intorno a lui e dopo aver scattato qualcosa come 200 foto ed aver firmato 150 autografi ci prende tutti e ci trascina via di corsa dritti verso casa.
La giornata si conclude piacevolmente con un dopocena a bordo piscina, dove io e Cris osserviamo Jr ammaestrare Abelhinha.
-Giuli, ma ti sei portata un costume tu?-
-No, di certo non mi aspettavo una piscina e tanto meno in idromassaggio!-
-Non ti sei informata neanche sulla casa che ti avrebbe ospitata?!-
- Ce l'hai con sta storia!- scoppiamo a ridere insieme -Te l'ho detto che le cose importanti le voglio sapere da te!-

La testa nel palloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora