Capitolo 16

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La mattina dopo ho paura di essermi sognato tutto, Madrid, Jr, Cristiano, soprattutto lui, ma quando me lo trovo davanti non appena apro gli occhi, intento ad ammirarmi con sguardo sognante, mi rimangio tutto. Questa è la vita reale bella e domani a quest'ora mi toccherà tornare a fare a botte con il mondo.
-Giorno- mormorò sforzandosi la mia voce di prima mattina.
-Ciao, raggio di sole- lui al mio contrario sembra ben sveglio.
-Iniziamo già coi nomignoli?-
-Non vedevo l'ora- so allunga verso di me e mi stampa un bacio sulla bocca.
-Cris!- mi porto subito le mani alla bocca -ho un alito di mera di mattina!-
-Sai che c'è? Non me ne frega. Ho sempre voluto baciarti da quando ti ho incontrata la prima volta in quel locale-
-Sul serio?-
-Sì, anche se all'inizio era per farti stare zitta. Poi però è diventato un desiderio impellente ed ora che posso farlo non ho intenzione di trattenermi-
-Va bene, oggi potrai rubarmi baci a volontà ...-
-Evviva!-
-Dopo che mi sarò lavata i denti- cerco di alzarmi, ma le sue braccia sono ancora attorno al mio corpo mezzo nudo che mi trattengono.
Quando cerco di scostarmi lui fa pressione ed ecco come ci ritroviamo a fare la lotta tra le coperte, nulla a che vedere con il romanticismo che avevo in mente io, ma mi piace da matti stare così con lui.
Sento la porta aprirsi e dei piedini farsi strada fino al letto, fin tra di noi, Jr si piazza proprio in centro a me e lui, come farebbe un bimbo piccolo con la sua famiglia.
-Ehi piccolo!- lo saluto mentre gli stampo un bacio sulla guancia e lui si sistema meglio contro di me, mentre le braccia di Cristiano si stringono attorno a noi, unendoci.
-(oggi è l'ultimo giorno che mamma passa con noi)-
-(Cosa? Ma io non voglio vada via!)- il bimbo si strizza di più a me.
-(Ehi la vedremo ancora, deve solo tornare a casa sua. Dobbiamo farle passare il più bel giorno della sua vita)-
-(Sì papà! Portiamola al Luna park con zio Marcelo e Gareth)-
-(Sai che non è una cattiva idea)-
-Aspettate ... cosa state dicendo?-
Non ho il tempo di capire perché questi due mi spediscono in camera a cambiarmi. Dato che non so dove andremo mi limito a mettere una camicia a quadri verde e argento, dei jeans scuri e le mie adidas preferite con i colori dell'arcobaleno schizzato ai lati, prendo lo zainetto e raggiungo i due Cristiano che mi aspettano già pronti e belli più che mai davanti alla porta.
Durante il viaggio non vola una mosca, sento solo delle risatine alternarsi fra Cristiano, al volante accanto a me, e Jr, seduto nel seggiolino al centro dei sedili posteriori.
-Mi spiegate cosa sta succedendo?- chiedo spazientita, ma nessuno pare calcolarmi. Dato che non ho nulla da fare mi metto a guardare fuori dal finestrino, non facciamo molta strada che vedo Marcelo e Gareth osservarci da una villa enorme.
Cristiano si ferma e li fa salire, la questione si fa sempre più sospetta.
-Olà Giuli! Come va?-
-Ciao ragazzi, io sto bene, ma voi sapete dove stiamo andando?-
-Sì certo al Lu...- Gareth mette una mano sulla bocca dell'amico, impedendogli di terminare la frase.
-Lo scoprirai solo vivendo- scherza il biondo e Cristiano si mette a ridere sguaiatamente. Lo apostrofo con un'occhiata storta, ma lui prova solo a consolarmi poggiandomi la mano aperta sulla mia coscia ed abbozzato una carezza che tutto fa fuorché calmarmi.
Tutta rossa in volto mi giro dalla parte opposta, fingendomi offesa come in realtà non sono.
Finalmente arriviamo a destinazione.
Uscita dalla macchina su di me troneggia un imponente cartellone con sopra inciso al led "Luna park".
Mi brillano gli occhi alla vista di questo posto magico.
Sento la manina di Jr scivolare fra le mie, la stringo e lui mi invita con euforia ad entrare.
Ci catapultiamo subito verso la prima bancarella che vediamo, il caso vuole che sia quella delle carabine ad aria compressa.
Con noi due partecipa anche Marcelo, decidiamo di fare a gara mentre Gareth e Cristiano ci guardano pazienti.
Ci apprestiamo a tirare insieme, ho controllato la carabina attentamente prima e mi sono accorta che difetta un po' verso l'alto quando spara.
Sento da dietro i due che si credono grandi prendermi in giro per la mia mira bassa, ma si zittiscono in un attimo quando prendo al primo colpo il barattolo più lontano ed i suoi due più vicini con i restanti, cosa che né Marcelo né Jr riescono ad eguagliare. Come premio ricevo un peluche orso rosso che lascio a Cristianito con un suo grande sorrisone.
-Vogliamo andare?- chiedo ai grandi, imbambolati dalla mia performance.
Il primo a riprendersi è Cristiano che mi circonda la vita con un braccio e mi porta verso un'altra giostra, suo figlio per mano.
Facciamo un giro sugli autoscontri, sul calcio in calo e ancora su delle navicelle di quelle che fanno su e giù.
Dopo quest'ultima Gareth ha un lieve senso di nausea così io e lui rimaniamo a terra quando gli altri tre vanno a fare le montagne russe.
All'attrazione successiva però voglio andare, i tronchi sul canale d'acqua, così facciamo rimanere Marcelo con lui per aiutarlo nel caso la nausea aumentasse.
Io con i Ronaldo invece mi diverto, anche se esco leggermente bagnata per gli schizzi del toboga. Ad infradiciarmi completamente ci pensa Ronaldo invece, dato che si è voluto mettere al lato apposta per bagnarsi.
Sento tutti i suoi muscoli appiccicarmisi addosso, in più mi si striscia per bene contro, pur di bagnarmi il più possibile. Mi pare brutto dirgli che stia bagnando anche un'altra parte di me che ora non vorrei fosse così.
Lo stacco mascherando l'imbarazzo con una risatina.
Convinco tutti a prenderci degli hot dog per pranzo e ci sediamo a mangiarli su delle panchine un po' appartate all'interno di dei giardini con dei giochi d'acqua.
Mentre Marcelo, Gareth e Jr finiscono subito i loro panini per poter divertirsi un po', stranamente a calcio, insomma qualcosa di nuovo, io e Cristiano ci mettiamo un po' di più per poterci godere ancora un po' la compagnia l'una dell'altro.
-Forse l'hot dog non è stata la scelta migliore ...-sussurra ad un certo punto.
-Come mai?- si comporta come se volesse tenere per noi questa conversazione e ben presto ne capisco il perché.
-Ha una forma troppo ambigua, non avrei dovuto guardarti mentre lo mangiavi- dice senza incrociare il mio sguardo.
-CHE? SEI MATTO?!- sul mio viso inizia a sbocciare l'imbarazzo; è ridicolo che Cristiano riesca sempre a tirar fuori la parte timida di me, è frustrante non riuscire ad essere un minimo sensuale e questa cosa del panino mi sembra ridicola.
-Sono un uomo e tu una bella donna! Tutto qua. Ho degli istinti anche io- adesso sono molto indecisa, perché se ciò che è successo ieri sera avesse qualche significato potrei pensare di provare ciò che sto pensando, ma non ne abbiamo più parlato quindi devo trovare il modo di sbloccare la situazione.
Nella mia immensa incertezza deciso che sarà lui a definirlo, io mi limiterò a provocarlo.
Mi faccio più vicina, fino a parlargli proprio accanto al suo orecchio.
-Davvero pensi che io sia bella?-
-Non è un mistero- mi passa una mano sulla vita e la stringe senza vergogna -mi sembra di avertelo anche già detto-
-Ma lo sai come sono fatte le donne: hanno bisogno di sentirselo dire-
-Te lo direi ogni volta che ti vedo, se solo tu non arrossissi così facilmente. Non sai che effetto mi fa vederti imbarazzata-
Osa anche sfottermi, ma ora gli faccio vedere io chi è la timida.
-Dato che non lo so, fammelo vedere, no?- si gira, questa volta sembra scosso, leggo nei suoi occhi la lussuria.
-Sei la mia kryptonite-
-Ma davvero?- mi fa sorridere la si citazione, a volte tendo a dimenticarmi che anche lui sia una persona normale con delle passioni comuni.
Lo vedo rivolgersi agli altri tre, li avverte che ci allontaniamo per un attimo per andare ai bagni, poco distanti da lì, a pulirci le mani.
Peccato non sia vero, ma ci avevo creduto anche io, nella mia innocenza.
Appena arrivati alla struttura della toilette Cristiano mi fa scivolare velocemente nel primo cubicolo dei bagni maschili e chiude la porta a chiave.
Mi appoggia ad una parete e mi bacia con passione.
Accolgo la sua lingua nella mia bocca senza problemi, gli passo una mano tra i capelli e lo avvicino ancora di più a me. Sento le farfalle nello stomaco diventare un turbine mentre le sue mani vagano frenetiche su tutto il mio corpo, fino a trovare i bottoni della mia camicia. Li stava senza problemi per poi andare ad accarezzarmi la pelle con il suo tocco bollente.
Scende a baciarmi la mandibola, il collo, la clavicola e poi il segno da sopra il reggiseno.
Per facilitargli il lavoro, dato che lo sento un po' restio ad andare oltre, lo faccio sedere sulla tazza chiusa del water e mi accomodo con le gambe aperte a cavalcioni sul suo bacino per provocarlo. Sento la sua erezione svegliarsi contro di me, ma non possiamo dare spettacolo qui ... o forse sì.
Infondo domani me ne andrò e, anche se ci siamo baciati più volte e la chimica tra noi sia palpabile a chilometri di distanza, non abbiamo ancora fatto nulla. Il mio orgoglio di donna è un po' ferito, anche se lui ci aveva provato ieri sera, forse dovrei dargli un po' più se non voglio che la distanza ci divida definitivamente.
Le mie mani tremano quando vado ad armeggiare con la sua cintura e, una volta slacciata, con la patta dei suoi pantaloni.
Mi bacia nuovamente e sono costretta ad andare alla cieca quando riesco ad aprirgli la patta intrufolo le dita sotto il tessuto dei suoi pantaloni, ma una sua grande e ruvida mano si sposta dal mia bacino per posarsi saldamente sul mio polso e scostarmi dalla sua intimità.
-Cosa ... cosa stai facendo?- lo vedo trattenersi con tutte le sue forze, so che un contatto ancora e cederebbe alle mie avance.
Riprovo con l'altra mano, ma Cristiano mi ferma di nuovo.
-Voglio farlo con te- sussurro più suadente che posso al suo orecchio, premendogli il mio prosperoso seno sul petto.
-Qui?-
-Qui, a casa, altrove, non conta, basta che mi lasci e potrai godere in me- la lussuria persiste nei suoi occhi, ma un'ombra seria si sta facendo largo sul suo volto.
-Sei sicura? Non è che lo stai facendo per me?-
-Certo che lo sto facendo per te! Per chi se no?-
-Per te!- distoglie gli occhi da me ed armeggia con i suoi pantaloni, chiudendoli in un attimo -Cristo, non ci posso credere ...-
-Davvero non mi vuoi? Non pensavo di essere così repellente- non so perché, non mi è mai successo, ma sento l'impellente quanto immotivato desiderio di piangere. Mi si inumidiscono gli occhi.
Le sue labbra si posano nuovamente sulle mie, ma più delicatamente.
-Tu sei tutto tranne che repellente. Sei sexy quando vuoi e quando non vuoi sei semplicemente la donna più bella che abbia mai visto. Ma quanto non è né il luogo né il momento adatto. Vai dagli altri, ora- mi riabbottona la camicia ed in un attimo anche i miei capelli sono a posto, peccato non si possa dire lo stesso del mio cuore che sento incrinato.
-Tu invece?-
-Io vi raggiungo fra un attimo. Il tempo di risolvere questo problemino- accenna al suo bassoventre dov'è ancora visibile il principio di erezione che gli ha provocato baciare me.
-Mi dispiace-
-Ma cosa dici? È colpa mia! Dai vai che io arrivo-
Esco dai bagni in un lampo, mi sento una donna inutile, non sono neanche in grado di soddisfare l'uomo che amo.
Per quanti complimenti mi faccia Cristiano sono sicura che nessuna delle donne che ha avuto prima lo abbia lasciato solo ed insoddisfatto in degli squallidi bagni di un parco giochi, che cosa imbarazzante.
Questo pensiero si ancora in me come una crepa che non può che peggiorare.
Cristiano ci mette più di quanto avessi previsto ad arrivare e quando torna ha una vena di schifo che distorce i suoi lineamenti perfetti, chissà a cosa ha dovuto pensare pur di farsela passare.
Manteniamo le distanze per tutto il resto del pomeriggio anche se cerco di non farlo pensare a Jr, gioco con lui come se niente fosse. Il pasticcio arriva quando Marcelo e Gareth, quando il sole è tramontato, convengono sia arrivato il momento della ruota panoramica e, dato che il biondo pare soffrire di vertigini, tocca a me e Cristiano fare coppia. Penso fosse quello che si aspettavano da noi.
Il disagio aumenta quando mi ritrovo seduta pudicamente spacciata contro Ronaldo su un sedile in cui l'unica cosa che mi impedisce di seguire la legge di gravità è una sbarra usurati dal tempo e dalle mani sudati delle coppie.
Sento la mano di Cristiano scivolare tra le mia dita e stringere, ma l'unico sentimento che riesce a suscitarmi è l'inadeguatezza.
Il mio umore si è già buttato da questa giostra.
-Mi dici cos' hai?-
-Io? Assolutamente nulla- ecco che la mia tecnica di allontanare le persone viene fuori, e pensare che non avrei mai voluto lui la vedesse, volevo che Cristiano conoscesse solo le parti migliori di me per potersi innamorare, ma qualcosa è andato storto non so dove.
-Non negare con me, io ti conosco-
-Come fai a dirlo?- mi rabbuio.
-Cosa?-
-Sai io potrei essermi inventata tutto solo per ...piacerti-
Ora lo guardo e non è triste o arrabbiato, è furioso.
-Non puoi avermi fatto questo, spero-
-No, no infatti. Stai tranquillo non è questo-
Sembra così sereno ora che so quanto farà male sia a me che a lui quello che sto per dire.
-Come sai però che fra noi potrà funzionare questa ... cosa-
-Non lo so, ma voglio che funzioni quindi ...-
-Non io- lo interrompo prima che qualsiasi cosa dica mi faccia cambiare idea.
-Cosa vuoi dire?-
-Cristiano guardiamo in faccia la realtà, ci abbiamo provato, ma veniamo da due mondi diversi ed io tornerò al mio fra meno di 8 ore. Non c'è stato davvero qualcosa tra di noi, è stata solo una bella, bellissima favola che potrai raccontare a Jr quando sarà abbastanza grande da essersi dimenticata di me-
-Non potrebbe mai dimenticarti, come me del resto-
-Figuriamoci. Appena fuori cosa hai la fila di ragazze che ti conoscono per la tua fama pronte a soddisfarti in ogni modo possibile, in modi che io non conosco nemmeno. Vuoi davvero paragonare me ad una delle modelle con cui sei stato o una qualsiasi delle mogli dei calciatori? Sono uno zero a confronto- la crepa dentro di me si sta allargando, me lo sto autoimponendo, ma non posso rifiutarmi di finire questo discorso, ne va della sua felicità e lo amo troppo per poter opprimerlo con la mia inopportuna presenza.
-Dov'è finita la tua sconfinata autostima?-
-Non c'è. Credo sia sempre stata una facciata per dimostrarmi all'altezza degli altri, ma la semplice verità è che io non sarò mai alla tua di altezza, per quanto mi ci possa impegnare-
-Non conta niente che ci siamo detti ieri sera?-
-In parte. Io ci credo ai miei sentimenti, purtroppo sono i più forti che abbia mai provato verso qualcuno, e sapere che ben presto tu non proverai più lo stesso mi distrugge-
-Perché pensi di essere così sicura dei miei sentimenti?-
-Vuoi dirmi che da quando sono qui non hai guardato altre donne? Che la tua ex è bassa, ordinaria ed incapace di soddisfarti?-
-No ... cioè diciamo che ci sto lavorando. E la mia ex era alta, una modella ...- mi dice con una sincerità disarmante.
-Visto. Sii sincero con me perché non merito di essere presa in giro così. Sono solo una pausa tra una modella e l'altra-
-Mi credi davvero superficiale a questi estremi?-
No! Certo che no! Tu sei una persona profonda, dolce, protettiva, forte, orgogliosa, vincente, sei il contrario di me e questa storia non potrà mai funzionare a distanza, non voglio tarparti le ali, smorzare la tua popolarità e distratti dal tuo lavoro come bravo calciatore e padre fantastico.
Il mio cuore batte forse per l'ultima volta mentre metto la maschera con cui riuscirò a liberarlo di me, di un peso.
-Sì-
Una crepa mortale mi frantuma l'anima in un'esplosione, è lui ad infliggermela perché vedo la disperazione nella profondità dei suoi occhi, l'ho perso probabilmente per sempre.
Ostenta una sicurezza che riconosco come costruita.
Mentre mi scruta non è più il mio Cris, l'uomo che conosco ed amo, ma è Cristiano Ronaldo, il calciatore più bravo al mondo di cui ho visto una sola partita.
-Avresti preferito non incontrarmi in quel pub?-
Non ho più un briciolo di forza per sostenere il suo sguardo da leone ferito, abbasso lo sguardo ed annuisco, lasciando che lo sconforto mi scivoli addosso come una granita lanciatami in faccia.
Appena scendiamo Marcelo e Gareth sembrano così preoccupati mentre ci scrutano, tengono lontano Jr e lo distraggono perché la mia tristezza e la rabbia di Ronaldo non scalfisca il buonumore tipico del bambino.
Sento di non avere più autorità pet avanzare richieste, ma insisto per tornare a casa dove potrò preparare la valigia.
Il sole cade oltre l'orizzonte mentre io scruta fuori dal finestrino al mio posto, dietro.
Accanto a me Marcelo mi fissa preoccupato, prima l'ho visto parlare con Cristiano che deve averlo messo al corrente della nostra rottura.
Sento le lacrime gonfiarsi gli occhi, respiro con difficoltà ma mi rifiuto di far vedere la mia debolezza. Sto ricostruendo mattone per mattone, il muro tra me e gli altri che Ronaldo era riuscito ad abbattere in tempo record. Ho bisogno di sentirmi protetta e la barriera serve a questo, nessuna crepa questa volta.
Sento la mano di Marco scuotermi, mi porge una bottiglietta d'acqua per confortarmi ed io la accetto con le labbra stirare nel migliore sorriso che mi riesca.
Ne prendo un solo sorso, tanto per fargli piacere, ed in un attimo sento uno strano intorpidimento solleticarmi le palpebre, ed un sonno vuoto mi accoglie fra le sue fredde braccia. Quando non sento più niente capisco di essermi addormentata e va bene così, mi sceglieranno loro quando sarà arrivato il momento.

Note dell'autrice ...
Cavolo che capitolo chilometrico, mi dispiace scusate, non era previsto così lungo! Spero lo stesso vi sia piaciuto, fatemi sapere e scusate ancora per il madornale ritardo, ma in questo periodo la scuola mi sta soffocando e ho perso la cognizione del tempo.
Saluti
Artemide BlueMoon

La testa nel palloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora