Non percepisco più il mondo intorno a me, so solo che vorrei rimanere così per sempre perché ho perso ogni emozione ed è un bene per il mio povero cuore straziato.
Rifletto a mente fredda su ciò che ho fatto e non posso impedirmi di essere d'accordo con me stessa, non ho mai creduto nelle relazioni a distanza e stare insieme ci avrebbe solo fatto male.
Piano piano scompare l'effetto del sonno, sento di nuovo i muscoli del corpo rispondermi, mi aggrappo agli ultimi brandelli di sonno come ad un'àncora in mezzo ad una tempesta, ma questo scivola via silenzioso com'è arrivato ed io sono cosciente di nuovo di me stessa e della mia tristezza.
La prima cosa che percepisco è di essere seduta, il che non è una cosa fin troppo strana, se solo sotto di me non ci fosse una sedia di legno. Ho la guancia appoggiata sulle braccia incrociate su un tavolo e dalle palpebre filtra una forte luce. Qualcuno mi scuote una spalla ed io salto su spaventata. Le lampade del pub mi accecano ... aspetta ... pub? Mi guardo intorno spaesata e riconosco il posto dove siamo andati io e Matteo la sera prima dell'unica partita che abbia mai visto, è qua che ho conosciuto ...
-Giuli tutto bene? Dobbiamo andare- Matteo è accanto a me, ha i capelli disordinati e le labbra rosse, un morso gli deturpa il labbro inferiore, ma sembra più autoinflitto che dovuto ad un focoso bacio.
Il primo riflesso del mio cervello è quello di convincermi di state sognando, come potrei essere a Torino se fino a poco fa ero in macchina a Madrid? È impossibile.
Mi pizzico un braccio, ma il dolore mi dà il colpo decisivo e mi rendo conto di essere nella vita reale. Matteo davanti a me asetta una mia risposta.
-Dove scusa?-
-Come dove? A casa. Non volevi vederti il cofanetto di Harry Potter?- mi guarda come se avessi appena detto una cavolata.
-Ma cosa dici? Come sono arrivata qui?-
-Ti sono venuto a prendere io a casa, in questo periodo te ne sei rimasta chiusa lì dentro a non fare nulla e studiare-
-Non è vero! Io ero a Madrid-
-Madrid? Cioè quella in Spagna?-
-Sì ...-
-Non so di cosa tu stia parlando. Federica dice che sono un po' di giorni che non ti vede mentre vai in facoltà, quindi era preoccupata per te ed anche io, sai dopo la storia di Lorenzo ...-
-Sì, ero spaventata ma Cristiano è venuto in mio soccorso e mi ha offerto una vacanza da lui a Madrid- sento chiaramente il male che fa pronunciare il suo nome.
-Cristiano chi?-
-Cristiano Ronaldo. Tu mi hai accompagnata ...- la sua risata mi interrompe e sconvolge, cosa diamine sta succedendo?
-Tu non lo conoscevi neanche Ronaldo fino a qualche settimana fa, cosa ti è successo?-
-L'ho incontrato qui, c'eri anche tu, la sera prima della partita. Abbiamo litigato e ...-
-Giuli tu la sera prima della partita te ne sei andata perché hai litigato con un mio amico che ti aveva rovesciato la birra addosso, gli hai urlato così forte che ti abbiamo sentita tutti-
Qui qualcosa non quadra, Matteo mi sta prendendo in giro e voglio vederci chiaro! In più io non urlo mai.
Se andassi a casa magari potrei dimostrargli qualcosa che mi riconduca al mio viaggio, forse ho solo cancellato la parte della partenza a causa del trauma vissuto la sera prima, ma dovrei comunque avere il biglietto aereo, la mail di Ronaldo ...
Mi ricordo all'improvviso di avere un cellulare, cosa che avevo completamente rimosso in questi giorni.
Mentre usciamo dal pub, immersi nell'aria ormai profumata di primavera, scorro ogni tipo di chat, dalle più recenti alle più vecchie, alla ricerca di quelle conversazioni lunghe chilometri che ho fatto con Ronaldo.
Nessuna traccia di nulla, persino le foto che ci siamo scambiati sono sparite. Neanche in rubrica trovo più il suo numero e una sensazione di panico mi attanaglia le viscere.
Arrivata a casa mi fiondo alla velocità della luce in camera, ma è tutto in ordine e la valigia vuota al suo posto. Apro il cassetto della biancheria e trovo l'intimo di pizzo, regalo di Matteo alla mia partenza.
Lo raggiungo in salotto, dove si è accomodato, con la prova della sua presa in giro stretta saldamente in mano.
-Di questo cosa mi dici?- lo sfido.
-È un mio regalo-
-Sì, che mi hai fatto in aeroporto quando stavo per partire-
-No, te l'ho fatto per sollevarti di morale dopo il "fatto Lorenzo"-
-Stai mentendo!-
-Sei tu che sei uscita di zucca, mia cara-
Mi rifiuto di ascoltare i suoi vaneggiamenti.
Prendo il PC e mi siedo accanto a lui. Sto che mi sta facendo uno scherzo di cattivo gusto, ma io ho bisogno di rendermi conto di non essermi sognata tutto, che qualcuna come me è stata più di un'amica per una persona speciale come Cristiano.
Solo io ho la password della mia mail, quindi nessuno può essere arrivato a cancellare questi dati.
Accedo e mi metto a scorrere fra le varie e-mail ricevute, arrivo al gennaio dell'anno scorso anche nella spam prima di arrendermi. Ho perso tutto. O forse non l'ho mai avuto. A questo punto chi lo sa.
Poggio altrove il computer e mi adagio sul divano.
Matteo mi guarda, ma riflessa nei suoi occhi c'è la versione rotta di me.
Non posso essere io quella ragazza triste che per un trauma si è inventata una storia da favola con un uomo bello come il sole, ma impossibile.
-Ho sognato tutto?- gli chiedo e nella mia voce si fa largo un forte tremore che nascondo dietro un sorriso amaro, gli occhi mi bruciano.
Matteo in tutta risposta mi abbraccia, mi regala uno dei suoi rari abbracci, non dice niente, ma mi vede distrutta e cerca in un modo in cui può solo un amico caro di rimettermi insieme. Mi rannicchio fra le sue braccia e scoppio a piangere per lo sconforto che mi si è attaccato alle viscere.
Avrei superato il trauma della rottura, fosse stata vera la storia di Cristiano, ma sapendo che mi sia sognata tutto mi sento svuotata. Ho dei sentimenti fortissimi verso una persona che neanche sa della mia esistenza; non è la prima volta che succede, ma di sicuro è la più dolorosa.
Matteo resta con me fino ad un certo punto, poi qualcuno lo chiama, anche se non mi vuole dire chi, così se ne va, non prima di essersi assicurato che io riesca a reggere alla solitudine.
Lo rassicuro, lasciandolo andare.
Ho il computer ancora acceso, inserisco su Google "Cristiano Ronaldo" ed inizio a scorrere le schermate. Nel sogno non avevo voluto documentarmi perché se lo avevo vicino a me, potevo sapere da lui tutto ciò che mi interessava, ma ora ho bisogno di sentirlo vero e l'unico collegamento che ci possa essere tra noi è internet. Voglio poter dire di conoscerlo sapendo di dire il vero.
Senza rendermene conto si fa mezzanotte, poi l'una ed infine le due, quando mi addormento sul divano con ancora il computer acceso sulle gambe, che si spegnerà ben presto.
Sogno braccia muscolose ed abbronzate, labbra giocose e palloni rovinati calciati con forza e precisione proprio sul mio stomaco.Angolo dell'autrice ...
Scrivere questo capitolo è stata un'agonia vera e propria, non ce la facevo più a far soffrire quella povera ragazza ma sarà così ancora per poco, per fortuna.
volevo chiedere una cosa a chiunque stia leggendo qua, che abbia avuto il coraggio di continuare per sapere cosa dice la scrittrice di questo delirio, ma secondo voi come sono i nomi? Ovviamente non quelli dei personaggi reali, ma di quelli inventati. Cioè ci stanno, sono carini, non potrebbero essere peggio o sono proprio brutti?
Fatemi sapere che sono curiosa.
Intanto vi lascio questo capitolo prima per scusarmi dell'enorme ritardo dello scorso.
Saluti
Artemide BlueMoon
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La testa nel pallone
RandomUna ragazza che non sa niente di calcio, a parte che sia uno sport che si gioca con un pallone. Un uomo che ha fatto del calcio la sua vita e ha salvato la sua famiglia con questo. Due caratteri difficili. Cosa succederà quando si incontreranno? Nas...