* AVREI DOVUTO METTERE IERI IL CAPITOLO, MA SONO TORNATA DALLA VACANZA E NON HO POTUTO PUBBLICARE. ECCOMI QUI, IN OGNI CASO. GRAZIE DAVVERO PER I VOTI E I COMMENTI, VI ADORO. SPERO DI RICEVERNE ALTRI! KISS *
- Louis? Come ti senti? - mi svegliai perchè qualcuno mi aveva leggermente spostato la spalla. Vidi Lauren a pochi centimetri dal mio viso, intenta a strofinare qualcosa sulla mia schiena. Sospirai, notando di non sentire più tutto quel bruciore. Avevo passato tutta la giornata a letto e verso il pomeriggio mi ero addormentato.
- Sto bene. Non brucia più così tanto - mormorai, con la voce impastata dal sonno.
- Meglio. Ho fatto un'altra medicazione, l'ultima per oggi. Poi domani vieni e la rifacciamo, sempre se non resti qui anche stanotte. Mike non sembra aver replicato -
Annuii e mi voltai verso Harry. Stava ancora dormendo, chissà se si era svegliato almeno una volta da quando Lauren gli aveva iniettato quella sostanza calmante nelle vene - Dorme da stamattina? - chiesi, indicandolo. Lauren si voltò per qualche secondo, poi annuì. - Esatto. Ho dovuto mettergli di nuovo la flebo. Suppongo che si sveglierà come se avesse fatto sette giri su una montagna russa -
- Deve essere orribile - ammisi, tornando ad appoggiare la testa sul cuscino.
- Lo è, ma purtroppo sono stata costretta. Non sai fino a dove avrebbe potuto spingersi -
- Avrebbe ucciso? - chiesi sconvolto, ma Lauren scosse subito il capo - No, no. Ucciso no, ma nessuno l'avrebbe fermato dal picchiare chi più odia in questa prigione. E credimi, ne odia parecchi -
- E io credo di appartenere a quella lista nera - sbottai. - Perchè mi odia così tanto? Insomma, io non c'entro niente con l'omicidio di sua madre - aggiunsi, con un tono di voce talmente basso che vidi la ragazza avvicinarsi al mio viso per capire le parole.
- Non odia in particolare te per qualcosa che hai fatto, ma per essere un assassino. Se sai la storia di sua madre, dovresti capire che non è stato facile per lui mandare giù la faccenda che al mondo c'è chi uccide senza una vera e propria ragione. Lavorando qui, Harry riesce a punire chi compie questi gesti -
- Lui non sa perchè sono qui. Legalmente non potrebbero frustarmi o vi...violentarmi -
- Lo sa benissimo, tesoro. Ma se noti, il massimo che lui fa è tenere il prigioniero, non ferirlo. Quello lo fa Mike, o King o qualche altro dipendente - sobbalzai al nome King. La violenza ancora mi bruciava nel corpo. Lauren notò come mi fossi improvvisamente ammutolito e subito chiese - Sei finito anche toccato da King, vero? - annuii senza dire altro, e lei lasciò cadere l'argomento, sospirando.
Non so quanto tempo in silenzio passò precisamente, fatto sta che sobbalzammo in aria quando Mike fece il suo irruento ingresso nella stanza. Teneva per il braccio un detenuto, in quanto indossava la tuta arancione e solo dopo mi accorsi del ragazzo che era sempre in compagnia di Zayn, il tizio che sembrava avercela con me. Aveva un taglio lungo la mascella e veniva sballottato da una parte all'altra da Mike.
- Lauren, disinfetta questo taglio un minuto. Harry? Che ci fa qui? -
- Dovresti sapere cosa ci fa qui - sbottò furiosa la ragazza. Prese del cotone e imbevendolo lo passò sul taglio del ragazzo. Non sembrava molto profondo, ma sarà stato comunque doloroso notando la sua espressione. Aveva strizzato gli occhi e morso le labbra pur di non emettere alcun suono.
- Hai finito? - domandò scontroso Mike. - Si - Liam, se avevo indovinato il suo nome, si alzò e fu buttato fuori dall'infermeria. Sentii Mike urlare - Horan, riportalo nella sua cella - e poi si avviò verso il lettino di Harry. Lo fissai, mentre scuoteva violentemente il suo braccio.
- Ma che fai? E' sotto sedativo da questa mattina, devi lasciarlo riposare, non puoi svegliarlo bruscamente. Sarà debole almeno per un paio di giorni - urlò l'infermiera, cercando di allontanare quell'uomo, ma quest'ultimo la spostò, continuando a chiamare il riccio. - Harry, cazzo svegliati! Che aspetti? -
Il ragazzo, sebbene pensassi fosse in uno stato tipo coma dato che non sentiva nulla, aprì lentamente gli occhi e sbattè le palpebre. Restammo tutti in apnea per qualche secondo, compreso Mike che aveva smesso di scuoterlo.
- L-Lau... - Harry tossì e la ragazza gli si avvicinò con un bicchiere d'acqua. - Va tutto bene, bevi, ti farà bene. Sarai disidratato - lasciò che Harry bevesse tutto il bicchiere, poi si voltò furiosa verso Mike - Spero che tu abbia capito che non è in grado nemmeno di alzarsi dal lettino -
- Lo farà. Ho bisogno di lui e quindi si rimette in piedi e viene con me. Ha già perso un giorno di lavoro e se non vuole essere licenziato gli conviene alzarsi - urlò l'uomo. Mi raggomitolai leggermente sul letto... faceva davvero paura.
Il riccio scostò le coperte dal suo corpo, ma la ragazza lo fermò - Che fai? Io non ti lascio uscire da qui! Sono una dottoressa e so cosa è giusto e cosa non lo è. Ed è giusto che rimani a riposo -
- N-non posso, devo tornare a lovoro. Sto bene L-lauren, tranquilla - si mise seduto, prima di scendere dal letto. Fece qualche passo e subito sbandò verso destra, finendo quasi a terra, ma Mike lo prese al volo. - Dai ti aiuto io - gli disse, reggendolo dalla vita. Il viso di Harry era estremamente pallido, due occhiaie nere a rendere il suo aspetto più trasandato del solito.
- Lo aiuteresti se lo lasciassi qui - ribattè Lauren, ma Mike uscì dalla stanza, reggendo un ragazzo che sembrava ubriaco per come sbandasse senza reggersi in piedi. Frustata, la ragazza sbattè la porta dietro le due figure, ignorando le urla di Mike e si passò le mani tra i capelli.
- Odio quando fa così! Crede di avere il potere nelle mani, ma non è niente... non è nessuno per poter comandare sugli altri! - fece cadere degli oggetti a terra e sobbalzai. L'avevo sempre vista buona e calma, ma così faceva paura, quasi quanto Mike ad essere sincero.
- Lauren dovresti calmarti. Mettere la stanza a soqquadro non ti aiuterà - fece respiri profondi, poi si sedette e cercò di calmarsi - Ogni tanto servirebbe a me del calmante. In questo posto si finisce per diventare pazzi - mormorò. " O per essere uccisi" pensai.
- Non riesco a non pensare ad Harry. Quello scemo... non sa quanto in basso stia cadendo in compagnia di Mike. Finirà per non sapersi più rialzare - quasi piagnucolò. Amavo il suo modo di preoccuparsi per gli altri e difenderli come meglio poteva. Avvertendo un bruciore quasi nulla alla schiena, mi alzai dal lettino e mi avvicinai alla ragazza, chinandomi e abbracciandola - Riuscirà a rialzarsi - la rassicurai, passando una mano tra i suoi capelli.
- Non posso credere che tu abbia ucciso qualcuno, Louis... sei il tipo che selverebbe gli altri -
- Non tutti sono come si mostrano -
Lasciai nuovamente cadere l'argomento e tornai a letto.
- Va bene, aspettami qui, ti vengo a portare la cena - la vidi uscire dalla stanza per poi rientrare qualche minuto dopo con un vassoio contenente un panino e un piatto di pasta. Mangiai il tutto in silenzio, desideroso di tornare a dormire. Non facevo altro da tutta la giornata, eppure mi sentivo completamente stremato.
- Resta a dormire qui, dato che nessuno ti è venuto a chiamare, okay? In caso domani, dopo averti medicato, ti faccio riportare in stanza - annuii, anche se con tutto me stesso avrei voluto rimanere lì. Lauren era una compagnia meravigliosa, altro che restare da solo.
Chiusi gli occhi, aspettando di cadere addormentato.
- Louis vieni qui, c'è posto anche per te - sentii un voce gemere. Mi girai e dietro di me, sdraiati su un letto, si presentavano Mike ed Harry. Il primo, accomodato tra le gambe del riccio, velocizzava sempre di più le spinte, mentre il ragazzo sotto di lui si trovava a gemere, puramente di piacere.
Mi avvicinai, non sentendomi completamente sicuro, ma mi affascinava notare le labbra socchiuse di Harry, inumidite ogni tanto al passaggio della lingua. I capelli erano tutti scompigliati sul cuscino. Le mani ad aggrapparsi alla prima cosa che trovava. In quel momento, ad esempio, erano impegnate a graffiare la schiena di Mike.
- Vieni dai... - mormorò ancora. Mi avvicinai al suo viso, venendo attratto, quasi come un richiamo, dalle sue labbra. Le baciai avidamente e gemetti sentendo la mano del riccio posarsi sulla mia erezione. Compiva gesti veloci e sicuri. Nemmeno mi ero accorto di essere nudo. Con la punta della lingua, lasciai una scia che partiva dal mento, passava per il collo e per la clavicola e si fermava sul capezzolo destro. Lo leccai, sentendo Harry gemere oscenamente. Allungai una mano sulla sua erezione, dandogli un altro tipo di piacere. Stravolto, aveva anche rigirato la testa all'indietro, affermando di essere vicino all'orgasmo. Mike continuò a spingersi dentro di lui, io giocavo con la mano e con la lingua. Tracciai il sentiero dello sterno e baciai lentamente la superficie della pancia. Venne, giusto prima che la mia lingua potesse posarsi sulla sua erezione.
- Tocca a te, liscio. Dai il tuo meglio - mi annunciò Mike, scomparendo dalla scena. Senza farmelo dire due volte, salii e cavalcioni su Harry e stuzzicai la sua entrata. - Hai bisogno di essere preparato di nuovo? - sussurrai provocatorio al suo orecchio. Harry scosse il capo e con la voce tramante, ancora stravolto dall'orgasmo mi urlò - Entra dentro. Stai perdendo tempo -
Ridacchiai e afferrai la mia erezione. La portai alla sua entrata e feci per spingere ma mi sentii richiamato.
- Louis... - gemette.
- Harry? -
- Louis... -
-Cosa? -
-Louis! -
-Cosa, Harry?! - urlai.
- Louis diamine svegliati!! - sobbalzai, sentendomi fin troppo accaldato. Oh no... un altro sogno erotico no. Imbarazzato, vidi Harry davanti a me che mi diceva di alzarmi perchè avrebbe dovuto portarmi in cella. Sperai solo di non aver urlato il suo nome, come in sogno e che sarei riuscito ad arrivare in cella senza che si accorgesse della mia erezione. Possibile che avrei sempre dovuto sognarlo in certi contesti e non mentre correva libero su un prato? Mi alzai la tuta arancione e camminai seguendo il riccio e cercando di ignorare il fastidio in mezzo alle gambe. Guardai distrattamente il viso del ragazzo. Era ancora leggermente pallido ma sembrava essersi ripreso. Le labbra, rosse come una mela, erano invitanti e come nel sogno mi richiamavano, facendomi desiderare di baciarle. Scossi il capo e tornai a camminare, chiedendomi se fosse giorno oppure no. In quella prigione, stavo perdendo pure il senso dell'orientamento, non ricordandomi quale giorno della settimana fosse.
Mi fermai, quando vidi Harry intento a cercare la chiave della mia cella. Gli occhi, ancora una volta, si bloccarono sulle sua labbra. Le inumidì e il sogno, come un film, venne nuovamente girato nella mia testa. I suoi ansimi... i suoi occhi... i ricci... il corpo sudato, tremolante, desideroso. Strinsi le gambe, notando l'erezione farsi più fastidiosa. -Entra - mi disse, spalancando la porta in ferro.
-Harry? - mi morsi la lingua, notando di averlo chiamato quando avrei dovuto starmi zitto. Ma il desiderio era troppo forte e io ero ancora mezzo addormentato e stordito dal sogno.
- Dimmi - disse lui, scontroso come sempre. Mi avvicinai e in un gesto repentino incollai le mie labbra alle sue, portando le mie braccia attorno al suo collo. Feci passare la lingua sulle sue labbra e se prima era rigido sotto i miei tocchi, poi si tranquillizzò, ma quella calma durò poco. Mi allontanò in un gesto brusco e mi tirò uno schiaffo forte sulla guancia. Intontito caddi a terra, tenendomi la parte del viso che bruciava, come in fiamme. Sgranai gli occhi e mi accorsi di quel che cazzo avevo fatto. Avevo baciato la mia guardia... quella che mi guardava negli occhi mentre venivo stuprato e frustato.
- Tu non sai in che cazzo di guaio ti sei cacciato, ragazzino - sibilò, richiudendo la porta della cella. Tremai sul posto, rendendomi conto di quello che avevo fatto. Avevo baciato la mia guardia. Se l'avesse detto a Mike, potevo pure scavarmi la tomba e la sua minaccia era stata piuttosto chiara. Lui, a Mike, l'avrebbe certamente detto, giusto per punire un assassino. Giusto per punire me.
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La cella zero. L.S.
FanfictionLa cella zero è un luogo di tortura, presente in alcune prigioni. Si narra, di guardie penitenziari che picchiavano, stupravano o torturavano alcuni detenuti. Da queste vicende, accadute realmente in alcuni carceri, parte questa storia. La guardia H...