Capitolo XIX

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* Oggi piove tantissimo qui e non ho proprio voglia di studiare... che palle! Almeno dò a voi la possibilità di godervi questo capitolo! Se avete qualcosa da dire, ditela! Ringrazio chi commenta e vota! Enjoy the chapter, kiss kiss *



Sbattei leggermente le palpebre, poi mi decisi finalmente ad aprire gli occhi. Mi bastò davvero poco per capire di essere sul lettino della mia cella. La cosa non mi sconvolgeva più di tanto, visto che ricordavo di aver perso i sensi lì dentro. Ma a sconvolgermi, però, era la figura della guardia, pensierosa e accovacciata per terra, poco lontano da me.


- Hai bisogno di qualcosa? - mi chiese, non muovendosi dalla sua postazione. Mi girai su un fianco per poterlo guardare meglio e scossi la testa - No - mormorai, con la voce terribilmente roca.

- Bene, perchè io ho bisogno di sapere se quello che mi ha detto tua sorella è vero, oppure solo una bugia -

Sospirai - E' una bugia... - ammisi poco dopo. Daisy doveva imparare a chiudere quella boccaccia. Le cose sembravano migliorare tra me e la guardia, ma lui si sarebbe incavolato di nuovo e mi avrebbe trattato come uno straccio. E sentivo la necessità che almeno lui, lì dentro, mi trattasse bene. Avrei potuto sopravvivere, appoggiandomi alla sua spalla.

- Perchè avrebbe dovuto mentirmi? Louis, sai che se ti stai prendeno colpe che non devi, dovresti invece dire la verità e vivere la tua vita come un normale diciottenne, vero? Ti potrebbero dare fino ai dieci o quindici anni di galera. Passeresti qui la parte più bella della tua vita. Ti faresti torturare... inutilmente... - non riuscii più a reggere il suo sguardo, quindi mi voltai verso la parete alla mia sinistra e mi strinsi le gambe al petto, chiudendo gli occhi.

- Ti avrà mentito per difendermi, Harry. E poi che senso avrebbe uscire da qui? Mi avete già rovinato la parte più bella della mia vita e vivrò in eterno con i miei incubi a causa vostra. Tanto vale morire e azzerare tutto... -

Harry si lasciò scappare un sussulto e poi si alzò da terra - Bene Tomlinson, vuoi restare qui o uscire un po'? - chiese, ritornando distaccato e gelido. Sospirai... era tornato come prima. Forse sperava che fossi inoccente, così da non avere più pretesti per trattarmi male. Pensai che con tutta quella nausea, prendere qualche boccata d'aria fresca non mi avrebbe di certo fatto male, quindi optai per uscire, scortato da Harry.

Mi spinse fuori dalla porta mormorando un gelido - Non cacciarti nei guai - e a quel punto mi andai a sedere su una panchina, isolato dalla maggior parte dei carcerati che invece se ne stavano a gruppo nell'ala est. Notai da lontano Sam, che rideva, mi guardava e poi mi indicava ai suoi compagni. Scostai subito lo sguardo, non me l'aspettavo proprio da lui. Si era mostato così dolce e gentile per una settimana e invece aveva stravolto tutto nel giro di pochi secondi. Mi aveva umiliato più di quanto avessero fatto gli altri, perchè avevo finalmente aperto il mio cuore a qualcuno, avevo ripreso a ridere e a sentirmi vivo e compreso. Invece era tutta una bugia, una maledetta bugia. Come quella che Harry mi aveva inculcato solo per scoparmi. Sentii la bocca amara a quel ricordo e mandai giù quel groppo. Abbassai lo sguardo sulle maniche della mia tuta. Sui polsi si vedevano ancora bene i lividi provocati da quella corda. Sarebbe stato meglio se invece me l'avessero messa attorno al collo e avessero stretto forte la presa, così da togliermi il fiato.

- Bocconcino, che ne dici di unirti a noi? - mi voltai dall'altra parte, ignorando la voce fintamente mielosa di Sam.

- Che fai mi ignori? Sai, l'altro giorno sembravi piuttosto convinto a farti scopare. Strano come tu abbia cambiato subito idea. L'offerta è ancora valida! - urlò ancora. Asciugai qualche lacrima che mi era scivolata sulle guance. Mi alzai dalla panchina, spaventato, quando sentii qualcuno sedersi accanto a me.

- Andiamo, ti faccio paura adesso? - rise malignamente.

- Vai via, Sam... - mormorai terrorizzato. Da lontano notai la guardia fissarmi in modo strano. Possibilmente lontano com'era non riusciva a sentirci, ma forse pensava che fossi io a iniziare, come al solito, una nuova lite.

- No, non mi va. Pensavo di stare qui e parlarti ancora un po' - rise e i suoi amici lo imitaro pur essendo un po' distanti da noi.

- Okay, vado via io - aggiunsi, allontanandomi. A Sam però quel gesto non andò a genio. Mi venne dietro e mi afferrò per un braccio, voltandomi verso di lui e facendomi scontrare con il suo petto.

-Siediti accanto a me e non farmelo ripetere di nuovo - sibilò arrabbiato.

- Lasciami andare! - urlai, prendendomi di paura e cercando di scostarmi il più possibile da lui.

- Ma di cosa hai paura? Ti hanno scopato così tante persone che io sarei solo uno dei tanti -

- Vattene a fanculo! Mollami! -

- E se non volessi farlo? E se decidessi di prenderti qui, davanti a tutti? - mi chiese ridendo e stringendo più forte la presa. Scoppiai a piangere e puntai i piedi per terra, cercando di farmi indietro. - Lasciami! Ho detto lasciami! -

- Sei una patetica puttana! -

- Losberg, togli immediatamente le tue mani di dosso da quel ragazzo! - sibilò freddamente una voce dietro di me. Mi si bloccò il respiro in gola e attesi che Sam facesse come ordinato, ma il ragazzo non mollò la presa.

- Oh andiamo, se lo sono fatti in molti qui, perchè non potrei usufruirne pure io? - ridacchiò.

- Lascialo andare, subito! -

- Solo una scopata, poi te lo ridò indietro. Tanto a te non frega nulla, no? Lo stavi concedendo pure a Manuel - chiusi gli occhi e mi sentii riportato indietro fino al ricordo di Manuel. Pensai "ecco, questo è il momento in cui dice che non gliene frega un cazzo di me e mi lascia nelle mani di Sam, me lo sento, va a finire sempre così" e invece la guardia si avvicinò a noi e afferrò Sam per il colletto della tuta - Se non togli immediatamente le mani dal mio detenuto, giuro che ti pentirai di ogni secondo passato in questo luogo e pagherai anche per avermi risposto come se fossi tuo fratello. E se continui a dibattere, provocare o anche solo fiatare a due centimetri da me o dal detenuto, ti farò visitare un meraviglioso Luna Park dove si paga solo l'ingresso con la vita, il ritorno è gratis perchè esci da lì morto. Decidi quel che cazzo vuoi fare, io sto perdendo la pazienza -

Sam sembrò sbiancare di colpo e mollò la sua presa su di me, spingendomi però così da farmi cadere. Mi rialzai, pulendomi la tuta e fissai Harry come se fosse il mio eroe.

- Bene Losberg, ottima scelta, ma ti assicuro che Mike verrà a sapere di questo tuo meravoglioso atto di spavalderia. Qui dentro n0n conti un cazzo, sei al livello di ogni altro detenuto. Puoi crearti gruppi e diventare il leader, ma ricorda che superiore a te, qui denro, ci sono tante altre persone. Ad esempio ci sono io. Un prossimo gesto azzardato e puoi considerarlo l'ultimo! Dove cazzo è la tua guardia? - urlò poi. Un ragazzo si avvicinò correndo e disse - Sono qui Harry, scusa ero dentro con Josh - aveva il fiatone. Harry gli lanciò addosso Sam - Portalo da Mike, deciderà lui cosa fare -

- Mi avevi detto che me la sarei cavata se l'avessi lasciato andare! - urlò Sam, spaventato.

- Sopravvivrai Losberg, sopravvivrai - mormorò gelido, tanto da mettermi i brividi. Poi mi prese delicatamente il braccio e mi disse - Andiamo - trascinandomi lontano da Sam che dibatteva con la sua guardia. Potevo leggergli la paura negi occhi, come quella che avevo sempre io in quei casi. Ma non provavo pena per lui, se l'era proprio cercata.

- Grazie - sussurrai alla mia guardia.

- Ti avevo detto di non metterti nei guai - rispose lui, come se si sentisse attaccato. Abbassai lo sguardo e in silenzio continuai a camminare - E fortunatamente hai deciso di andare via piuttosto che ribattere con le mani, o ti saresti cacciato in guai seri - continuò. Sospirai di sollievo e poi chiesi - Posso andare in biblioteca? - la guardia fissà il suo orologio e scosse il capo - Non c'è tempo. Ti accompagnerò in bagno e poi nuovamente in cella. Passerò a prenderti per la cena -

Annuii senza aggiungere altro e lo seguii quasi come un automa. Arrivato in cella mi sdraiai sul letto e vi rimasi fino a cena. Non vidi Sam, ma Zayn e Liam erano al solito posto. Mi guardarono e Liam alzò una mano in segno di saluto. Io feci un solo cenno con il capo e poi mi sedetti al mio tavolo, col solito vassoio pieno di cose che non avevo voglia di mangiare. Quando notai che tutti stavano andando via e che ormai erano rimasti in pochi, mi alzai col vassoio pieno per andarlo a buttare, ma la mia guardia si avvicinò e mi trascinò fino a un tavolo vuoto - Non ce ne andremo da qui fino a quando non avrai mangiato almeno metà della tua cena - si sedette accanto a me e anche se non mi guardava direttamente, sentivo che lo stava facendo con la coda dell'occhio. Una strana energia si impossessò di me, energia che sembrava essersi dispersa in quel periodo. Quasi confortato dalla compagnia del riccio, iniziai a prendere un paio di bocconi. Era strano che si preoccupasse di me, ma mi faceva piacere la sua presenza.

Possibilmente dopo sarebbe ritornato acido e glaciale... ma volevo godermi pienamente quella piccola cena silenziosa in sua compagnia.

La cella zero. L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora