Capitolo VIII

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* MI SONO ACCORTA CHE STO PUBBLICANDO QUASI OGNI LUNEDI'... BE' QUESTO NON HA IMPORTANZA MA VA BENE, NON SAPEVO COSA DIRE AHAHAH BUONA LETTURA E ANCORA GRAZIE A CHI COMMENTA E VOTA! STATE AUMENTANDO E NON SO COME POSSO RINGRAZIARVI! VOGLIO RINGRAZIARE UN'AMICA PERO', CHE MI HA AIUTATA UN PO', SE VI VA PASSATE A LEGGERE LA SUA STORIA, E' UNA LARRY E SI INITOLA " IL GRIDO DELLA LIBERTA' ". QUALCUNO L'HA LETTA? KISS*



Rigirandomi nel sonno, fu inevitabile evitare di aprire gli occhi al rumore straziante di colpi di tosse. Cercai di combattere contro il bruciore iniziale all'apertura delle palpebre e lentamente, evitando di imprimere forti pressioni alla schiena, voltai il capo nella direzione del lettino di Harry. Era seduto a letto e mi dava le spalle, che freneticamente si muovevano a causa dei colpi di tosse. Il tubo della flebo, penzolava nel vuoto, ma la busta era mezza piena, questo implicava che Harry non l'aveva finita ma l'aveva staccata prima.


- H-ha... - mi schiarii la gola e riprovrai - Harry... è tutto a posto? Vuoi una mano? - vidi la testa ricciolina scuotersi a destra e sinistra, in segno di negazione.

- Torna a d-dormire Tomlinson - mormorò gelido, tossendo un altro po' e cercando di alzarsi. Barcollò in avanti ed ebbi l'istinto di sollevarmi, ma nella fretta non potei evitare una fitta di dolore alla schiena. Harry si aggrappò alla sbarra del letto, scivolando lentamente verso il basso, con le spalle attaccate a quella base di appoggio. Strizzai gli occhi e trascinai i piedi fuori dal letto. Il cielo era ancora buio e dalle tapparelle non entrava nemmeno la luce della luna. La stanza era fiocamente illuminata da una o due lampade d'emergenza presenti nel corridoio, però potevo benissimo notare che Harry indossava un pigiama e non la solita uniforme.

- Dammi una mano, ti aiuto a tirarti su - mi avvicinai al ragazzo, porgendogli una mano, ma Harry la guardò con sdegno prima di schiaffeggiarla via e tossire.

- Tomlinson fatti i ca... cavoli tuoi e se non vuoi ritrovarti nella cella zero domani, ti consiglio di tornare su quel fottuto lettino e di restarci in silenzio - esalò, rialzandosi lentamente ed evitando appositamente il mio sguardo.

- Volevo solo esserti d'aiuto... non c'è bisogno di tutta questa sceneggiata - borbottai, ritornando al mio lettino e poi successivamente sotto le coperte. Ripresi la posizione a pancia in giù e abbassai la coperta per non farla aderire alle ferite della schiena. Poteva pure esserci freddo, ma quello sfregamento era insopportabile.

- Ringrazia Dio che non posso venire fin lì e trascinarti in quella cella - commentò Harry, dando un altro colpo di tosse e posizionandosi sotto le coperte, lasciando intravedere solo qualche ciuffetto riccio. Mi morsi il labbro, evitando di parlare ancora o l'indomani ne avrei ripercosso le conseguenze.

Chiusi gli occhi, cercando di riprendere sonno e di addormentarmi velocemente.

- Louis, Lou ti prego toglimi questo affare - sentii gemere accanto a me, così mi alzai nuovamente dal lettino e mi diressi verso Harry. Prima non voleva aiuto e poi mi svegliava gemendo il mio nome.

- Cosa devo togliere? - chiesi, vedendolo trafficare sotto le coperte.

- Toglimi il dilatatore, mi sta portando fastidio - gemette ancora. - Togli le coperte così vedo come togliertelo - sussurrai, sentendo la voce tremare a causa dell'eccitazione. Gli occhi di Harry erano verdi, intensi, liquidi e illuminavano la stanza buia. Harry fece come gli avevo detto, scoprendo il suo corpo e rivelandomi la sua nudità. Mi bastò guardare a terra per vedere tutti i suoi vestiti sparsi. Spalancò la gambe, rivelandomi la sua apertura dilatata a causa di quell'affare. Deglutii rumorosamente. - Credo... credo sia meglio chiamare Lauren... insomma, tu mi odi e arrivare a toglierti quell'affare mi sembra troppo... -

- Andiamo, vorresti davvero svegliare Lauren per così poco? Devi solo tirarlo fuori, Louis e devi farlo ora. Lauren è stremata dal lavoro, non è il caso chiamarla -

- Ma... potresti benissimo toglierlo da solo, quindi perchè vuoi che lo faccia io? - chiesi ancora, incurvando le sopracciglia.

- Mi viene male, dai Louis! Fallo o domani ti porterò alla cella zero - sbuffai al suo ricatto e avvicinai la mia mano tremante alla sua apertura. Afferrai i lati del dilatatore e lentamente lo tirai verso l'esterno. Harry gemette, sollevando il bacino. Sorrisi a quel gesto e andando contro la mia moralità, spinsi il dilatatore nuovamente dentro. - Così mi farai impazzire... Ah... - Harry gemette ancora. Mi stavo divertendo così tanto a vedere il suo viso arrossato e a sentire il suo respiro accelerare. Giocai un altro po' con il dilatatore, entrandolo e uscendolo lentamente.

- Vai più v-veloce -

Non ascoltai le parole di Harry così uscii direttamente l'oggetto. Pochi secondi dopo un liquido bianco uscì fuori dall'apertura. Era lo sperma di Mike. - Credo che dovremmo sostituire quello che c'era prima, no? - mi avvicinai pericolosamente al viso di Harry e baciai le sue labbra semi-aperte. - Si, fai quello che vuoi, basta che fai veloce - una parte di me che non pensavo di avere mi fece comparire un sorrisetto maligno sulle labbra e con un veloce slancio mi posizionai tra le gambe di Harry. Mi abbassai i pantaloni della tuta e i boxer e posizionai il mio membro alla sua entrata. - Sei pronto? - gli chiesi, spingendo leggermente.

- Si -

La figura di Harry iniziò a vibrare e non dal piacere. Lentamente lo sfondo che ci circondava andò sfumando.

Aprii gli occhi, sentendo il cuscino sotto la guancia, bagnato. Portai una mano a tastare la stoffa, trovandola bagnata. Dio santo, avevo salivato! Avevo sognato Harry in uno stato eccitante! Ero davvero messo male... ma cosa mi stava succedendo?

Sentii l'erezione ribellarsi per essere schiacciata contro il materasso, ma cercai di fare il possibile per ignorarla. Mi asciugai la bocca con la mano e sbattei gli occhi, abituandoli ancora alla luce che filtrava dalle finestre aperte. Un leggero venticello entrava da una piccola fessura. Mi girai verso il letto di Harry, deglutendo e cercando di scordare il sogno che avevo fatto. Sembrava così piccolo e così puro con le labbra semi-aperte e rosse e il respiro leggero. I riccioli si erano ribellati in tutte le direzioni e una mano era appoggiata sul cuscino, vicino al suo viso. Intravidi il tubo della flebo che si infliltrava nelle coperte. Lauren deve avergliela aggiustata, approfittando del fatto che dormisse. Al pensiero della dottoressa, mi girai a pancia in giù, trattenendo un gemito per il contatto delle ferite con le lenzuola, osservai la stanza e sembrava vuota. Fresca, quasi profumata di limone e chissà quale tipo ti fiore, illuminata e bianca.

Un profumino di tè mi fece voltare verso la fine del letto, dove su un vassoio c'era la mia apparente colazione. Ne approfittai per mangiare in santa pace, con solo il respiro faticoso di Harry a farmi da colonna sonora. Come avevo potuto sognarlo in quella situazione? E come potevo continuare a pensare alle sue labbra sulle mie o al... dovevo smetterla. Dovevo seriamente smetterla. L'erezione non accennava a diminuire e dovetti pensare più volte a cose orribili, come vecchie o gatti morti pur di placare quel rigonfiamento. Fortunatamente per me,c'ero riuscito prima della fine della colazione.

- Louis... è un piacere vederti sveglio e funzionante - ridacchiò Lauren, facendo il suo ingresso nell'infermeria.

- Non finirò mai di ringraziarti per tutto quello che stai facendo per me - aggiunsi, mandando giù l'ultimo pezzo di pane tostato.

- Ma figurati è il mio lavoro. Piuttosto volevo chiederti una cosa... Hai visto Harry staccarsi la flebo questa notte? - si sedette sulla sedia accanto al mio lettino e si avvicinò a me, come se non volesse farsi sentire, così anche io mi abbassai al suo livello e diminuii il tono di voce.

- Mi sono svegliato perchè l'ho sentito tossire e pure parecchie volte. Gli ho chiesto se volesse aiuto e mi ha detto di no. Era fuori dal letto e barcollando è finito seduto a terra. Quando mi sono svegliato la flebo era già staccata e ho pensato che l'avesse fatto lui perchè il flacone era mezzo pieno - ammisi, vedendo lo sguardo di Lauren corrucciarsi.

- Quel ragazzo è incorreggibile. Gli avevo raccomandato solo di non staccare la flebo ed è la prima cosa che ha fatto. Di questo passo non si riprenderà mai -

- Succede spesso? - mi azzardai a chiedere, assicurandomi velocemente che Harry stesse ancora dormendo.

- Purtroppo parecchie volte... Mike approfitta della loro relazione per ridurre Harry come schiavetto sessuale. Alcune volte, è rimasto in uno stato di incoscienza per un'intera giornata. Lo strema... lo porta al limite e lo droga per non farlo ribellare... per farlo diventare più malleabile -

- Ma Harry sembra il tipico ragazzo duro, pronto a fare a pugni con chiunque e a non farsi mettere i piedi sulla testa... perchè resta ancora con quel tizio lì? -

- Lui dice che lo ama... ma secondo me c'è altro sotto. O Harry ha paura o è stato minacciato. Non può esistere amore in mezzo a tutta quella violenza -

Feci per ribattere ma il fruscio del movimento di Harry mi fece immobilizzare. Io e Lauren iniziammo a parlare della mia colazione, tanto per non destare sospetti.

- Levami questa cosa, Lauren - borbottò Harry, con la voce assonnata.

- Nemmeno per sogno ipocrita che non sei altro. Stamattina mi è quasi venuto un colpo vedendola staccata. Sai che non dovresti farlo se non sei pratico? Avresti potuto far entrare ossigeno nelle vene o causare altri problemi! Inoltre ti ho detto che devi tenerla e tu che fai? La stacchi? Stupido irresponsabile! - Lauren si agitò, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la guardia. Quest'ultimo aveva il viso pallido e le occhiaie. Poi tossì, come se non l'avesse fatto già abbastanza volte.

- Per quanto devo tenerla? Devo andare a lavoro -

- Non se parla nemmeno che tu vada a lavorare in queste condizioni! Comunque suppongo una decina di minuti -

- Si, devo andare Lauren, non interstardirti su questa cosa o me la stacco e vado a lavorare subito -

- Sei solo uno stupido... potresti avere ripercussione sul lavoro -

- Ma che ripercussioni dovrei avere, eh? - sbottò lui. La rabbia a colorargli il viso.

- Sai anche tu quali potrebbero essere le ripercussioni! Devo ricordarti le volte che sei svenuto o hai vomitato? -

- Sei patetica Lauren, staccami questa cosa o me la stacco io -

- Smettila Harry! Non puoi sempre comandare tutti! - urlò la dottoressa, facendomi sobbalzare per il cambio repentino del tono di voce.

- Ma chi cazzo vuole comandare chi? Voglio solo togliermi questa flebo e andare a lavoro perchè sono pagato per lavorare! -

- Non sai nemmeno che ora sono e oggi il tuo turno inizia alle dieci, quindi è ancora presto! - sbraitò Lauren. Harry scattò infuriato, staccandosi la flebo e alzandosi dal letto.

- Questa è la mia vita e faccio quello che voglio - vidi Lauren avvicinarsi al comodino e afferrare una siringa. Ma cosa voleva fare? Sgranai gli occhi e seguii i suoi movimementi.

- Harry stai fermo e torna a letto -

- No! Devi lasciarmi stare! Devi lasciarmi in pace! - il riccio portò le mani a coprire le orecchie, sembrava avere una crisi nervosa.

- Shh... ci sono qui io, Harry. Sono Lauren, andrà tutto bene - la dottoressa si avvicinò lentamente al ragazzo, nascondendo la siringa, ma Harry intuì qualcosa perchè indietreggiò notevolmente.

- Stai lontana con quella cosa!-

- Harry non ti farò del male! Ne hai bisogno. Stai perdendo il controllo... -

- No, non è vero - il sangue mi vacillò nelle vene non appena vidi delle lacrime scorrere sulle guance di Harry.

- Shh... ti farà stare bene. Ti prego, fidati di me - Lauren gli afferrò il braccio e prima che potesse anche solo controbattere, il calmante scorreva nelle vene di Harry. Il suo sguardo passò da infuriato a confuso. - Perchè l'hai fatto? - biascicò, crollando nelle braccia della dottoressa. Mi alzai, capendo che finalmente potevo fare qualcosa e non stare a guardare.

- Perchè proprio tu? Perchè l'hai rifatto? Mi fidavo di te... - borbottò, inclinando il viso fino ad addormentarsi sul braccio di Lauren, con le lacrime a incrostarsi sul viso e il respiro a decelerare.

- Cosa è successo? - chiesi, afferrando Harry per aiutarlo a mettersi a letto.

- Una crisi nervosa... gli succede spesso dopo che ha fatto uso di droghe. Si altera per qualsiasi cose e se viene contraddetto esplode. Immagina che non l'ho visto mai piangere se non durante questi crolli -

- Ho avuto paura... -

- Oh tesoro, anche io ero spaventata. Ma in questo luogo, non ci si può permettere di avere paura. La paura è segno di debolezza e qui, mi dispiace dirlo, ma vive solo chi finge di non avere paura - 

La cella zero. L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora