Capitolo XVIII

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* Grazie davvero a tutti per i voti e commenti! Sono davvero di fretta ma enjoy the chapter e a presto! Kiss *




- Così ti piace eh, puttana! - sentii Mike spingere ancora furiosamente dentro di me. Avevo smesso di piangere, perchè quella era già la seconda volta che Mike abusava di me e mentre la prima l'avevo fatta tutta piangendo, la seconda l'avevo fatta in uno stato catatonico. Non riuscivo nemmeno a tenere gli occhi aperti.


- Servi solo a questo! Servi solo a farti scopare! - urlò ancora, raggiungendo il culmine. Restai sdraiato, sentendo la nausea salire di nuovo fino alla gola.

- Harry! - urlò dopo essersi rivestito. La guardia entrò nella camera bianca e non avendo il coraggio di farmi notare in quello stato, cercai di trovare la forza per dargli le spalle.

- Portalo nella sua cazzo di cella e fagli saltare la cena! E' già la seconda volta che sgarra le regole. Non vuole completamente sopravvivere qui -

La guardia aspettò che Mike uscisse dalla stanza e poi si avvicinò a me.

- Andiamo Louis, rivestiti. Ti riporto in cella - mormorò. Ma nella sua voce non notai nè rabbia, nè freddezza. Forse era solo una mia impressione, intontita da tutto quel trambusto. Mi rigirai di nuovo, ma quel movimento non fece che peggiorare la mia nausea. Sgranai gli occhi e portai una mano alla bocca. La guardia notò quel gesto e mi chiese - Hai la nausea? - annuii velocemente e subito dopo vomitai nel cesto che la guardia mi aveva velocemente procurato.

- Adesso passerà tutto... passerà tutto - mormorò, stringendomi la fronte e lasciandomi scaricare. Quando finii, mi sentii stramaledettamente peggio. Lo stomaco tutto in trambusto e il cervello completamente in tilt.

- Te la senti di rivestirti? - mi chiese e io scossi il capo. A quel punto mi aiutò a vestirmi e quando fui pronto gli chiesi - Perchè questa volta sei così gentile con me? - ma quella frase sembrò colpire l'orgoglio di Harry, tanto che tornò a essere freddo e rigido.

- Forza muoviti - mi ordinò bruscamente, spingendomi fuori dalla camera bianca. Odiavo la mia linguaccia, avrei dovuto non dire nulla. Zoppicando e tenendomi lo stomaco, uscii fuori dalla stanza e notai King che gironzolava nella stanza. Non c'era più traccia di Zayn.

- Ma King è qui... non ha il giorno libero - mormorai. Harry disse un semplice e freddo - Lo so - e a quel punto sgranai gli occhi. Lo aveva detto apposta a Mike... per non farmi stuprare da King. Morsi la lingua così da evitare di dire qualche altra cosa e con fretta e angoscia scappai via da quella cella, seguendo la mia guardia. A metà corridoio dovetti fermarmi a causa di un brusco giramento di testa. Pensai di avere tutto sotto controllo e invece persi l'equilibrio, cadendo a terra con un terribile tonfo. La guardia si voltò subito verso di me urlando -Louis- e fu nuovamente un piacere sentire che non mi aveva chiamato Tomlinson.

- Gira tutto - borbottai ancora confuso.

- Ti sai alzare? - annuii e cercai di tirarmi su, ma sentii nuovamente la nausea salire.

- H-ho... la n-nausea - borbottai, portandomi una mano davanti alla bocca.

- Merda... - lo sentii andare via e chiusi gli occhi cercando di calmarmi. La guardia tornò in tempo, perchè vomitai non appena mise il cesto accanto a me. Restai a terra ancora un po', visto che la nausea non era passata, poi decisi di alzarmi e debolmente compii qualche passo. Un altro giramento mi costrinse di nuovo a fermarmi e scivolai lentamente a terra, appoggiandomi al muro. Singhiozzai. Mi sentivo tremendamente male, come non mai...

- Forza, ti prendo in braccio, andiamo -

Scossi il capo e mi tirai su quando sentii di avere le forze per farcela. Con non poca difficoltà e la guardia accostata a me, raggiunsi la mia cella. Non volevo il suo aiuto. Non volevo di nuovo le sue mani su di me.

- Stasera non ti porterò a cena - annunciò Styles.

- Lo so - borbottai, sdraiandomi sul mio letto. Tanto non avevo nemmeno voglia di cenare.

- Vado a prenderti un secchio pulito, nel caso avessi ancora nausea -

Non risposi e lo vidi andare via. Mi strinsi la pancia che borbottava fastidiosamente. Non avevo pranzato quel giorno e per giunta sentivo ancora la nausea, come se avessi la capacità di poter vomitare altro.

Cercai di addormentarmi e sentii la porta della cella aprirsi e poi chiudersi. Non ebbi la forza di aprire gli occhi o di alzarmi, ma sapevo che la guardia aveva posizionato il secchio accanto a me. Pensavo che non mi sarebbe servito, ma durante la notte mi svegliai ben cinque volte a causa di incubi e vomitai altre tre volte. Mi addormentai di nuovo probabilmente in mattinata, allo stremo delle mie forza.

La guardia mi venne a svegliare al solito orario e con i soliti tre colpi alla porta. Fu più difficile alzarmi, visto che ero senza forze, ma mi trascinai letteralmente come uno zombie fino al bagno. Mi feci una doccia e ignorai le risatine di chi mi passava accanto. Con mio disgusto avevo notato di avere dello sperma addosso e anche qualche goccia di sangue. Finii di lavarmi e poi raggiunsi di nuovo la mia guardia. Mentre andavo in mensa inciampai sui miei stessi passi e sentii delle forti mani afferrarmi al volo.

- Louis, mangia qualcosa oggi - disse la guardia, ma feci finta di nulla e raggiunsi il tavolo della mensa senza nemmeno prendere il vassoio. Avevo ancora nausea e ricordavo quei maledetti incubi che avevo fatto durante la notte. Riguardavano tutti uomini che mi stupravano e mi facevano del male, uno di quelli, in un incubo, era Harry.

- Non hai intenzione di mangiare? - mi voltai di scatto, terrorizzato, e notai Liam accanto a me, in piedi e al suo fianco Zayn. Li guardai stranito e poi scossi la testa. Liam sospirò e si guardò intorno. Poi fece un cenno al suo amico ed entrambi si sedettero al mio tavolo.

- Ti hanno portato alla cella zero? - chiese Zayn a bruciapelo. Alzai lo sguardo su di lui e ancora terrorizzato, annuii. Mi guardai attorno alla mensa e mi accorsi che Sam era lì. Mi fissava e rideva mentre gesticolava con gli amici, possibilmente prendendomi in giro. Abbassai lo sguardo, sentendomi umiliato. Com'ero finito così in basso?

- Ti hanno... lo sai cosa intendo... - chiese ancora. Io annuii non propriamento convinto e soprattutto senza mai guardarli in faccia.

- Oddio... mi dispiace tanto Louis - mormorò Liam. Alzai le spalle e mi girai di nuovo verso il tavolo di Sam. A guardarlo bene sembrava avesse un occhio nero...

- Tu.. tu p-perchè eri lì? - chiesi a Zayn.

- Rissa - disse il ragazzo. Alzai lo sguardo su di lui e notai che mi lanciò uno sguardo complice verso Sam.

Avrei voluto sorridergli, ma non trovavo la forza. - G-grazie... - balbettai semplicemente. Il moro nemmeno mi rispose e fece cenno a Liam di alzarsi, poi se ne andò.

- Ci vediamo in giro, Louis - disse il ragazzo. -Okay - dissi io, per poi vederli andare via. Sentii un'altra volta quel senso di nausea e subito mi diressi verso la mia guardia.

- Cosa c'è? - mi chiese.

- Ho la nausea, ho bisogno.. - mi interruppi, portandomi una mano davanti alla bocca.

La guardia mi afferrò un braccio e mi portò fino in bagno, ma con delicatezza. Raggiunto il water, vomitai per l'ennesima volta, ma dallo stomaco non salì nulla se non bile. Mi rialzai per lavarmi le mani, ma sfinito ricaddi a terra. Sentii di nuovo le lacrime bagnarmi il viso. Volevo morire, lì, all'istante.

- Ti porto in infermeria, così ti danno qualcosa. Hai vomitato questa notte? -

- Tre volte - mormorai. La guardia mi fissò un po' sconvolta.

- Avresti dovuto dirmelo... -

Lo guardai davvero stranito. Ma che voleva ancora da me? Un'altra scopata? A quel pensiero subito mi irrigidii - Oh, ma davvero? - mormorai gelido. - Che stupido che sono stato, non sapevo di avere un amico qui dentro! -

- Non sono tuo amico - disse lui, ritornando ad essere gelido.

- Esatto, per questo non ti ho detto nulla - mi rialzai da terra e feci qualche passo, ma subito sentii la testa girare e caddi a terra, a quattro zampe. Sentii il ginocchio collidere dolorosamente con il pavimento. La guardia questa volta non mi aiutò, anzi mi disse di affrettarmi a raggiungerlo. Così mi alzai di nuovo e cercai di stare al suo passo.

- Puoi portarmi alla mia cella? - chiesi invece.

Harry si voltò e mi guardò stranito.

- Non vuoi che ti curino in infermeria? -

- Non m'importa. Posso andare a dormire un po'?-

Styles esitò un po', ma poi annuì. Arrivammo in poco tempo davanti alla mia cella e quando ero sul punto di entrare qualcuno ci fermò.

-Styles devi portare Tomlinson nel reparto visite -

- Va bene, grazie Tedd. Andiamo - mi feci nuovamente trascinare per il braccio fino alla sala visite e subito vidi mia madre e le mie sorelle.

- Che ci fate qui? - dissi terrorizzato.

- Volevo venirti a trovare... sei pallidissimo Louis, stai bene? - aggiunse Lottie, la sorella più grande.

- Si... sto bene - lanciai una rapida occhiata alla mia guardia e notai che era diventato immediatamente serio e incavolato... con me. Avevo pur sempre ucciso mio padre.

- Tu invece che ci fai qui? - mormorai gelido nei confronti di mia madre.

- Siamo tutte qui per lo stesso motivo - disse lei. Risi debolmente e scossi la testa. - Si, certo -

- Le visite stanno per finire - disse Styles.

- Bene, è meglio così - aggiunsi.

- Louis, ti prego - mia madre si lasciò scappare le solite lacrime da coccodrillo e non potei che fare una smorfia a quella vista.

- Prendetevi cura le una delle altre, io uscirò da qui e vi raggiungerò a casa -

- Ma quando? - pianse la piccola Daisy, di sette anni.

- Prima o poi... non so quando. Devono ancora farmi il processo -

Sentii la campanella della fine delle visite suonare e subito mi alzai, salutando con un gesto tutte quante.

- Guardia! - sentii urlare. Styles si voltò verso la piccola Daisy e le chiese quale fosse il problema. La piccola gli chiese se potesse dirgli una cosa all'orecchio e la guardia dopo un po' di tentennamenti accettò. Lo notai irrigidirsi e poi voltarsi verso di me. Spalancare gli occhi e fissarmi in modo diverso. Mi chiesi cosa diavolo gli avesse mai detto. Ritornai dentro accompagnato da una guardia con uno sguardo perso nel vuoto.

- Si può sapere cosa ti ha detto mia sorella? - sbottai, davanti alla mia cella. La guardia si guardò intorno e poi entrò con me, chiudendosi la porta alle spalle. Indietreggiai spaventato. La nausea tornò a farsi sentire, i giramenti di testa pure.

- Mi ha detto di prendermi cura di te... -

- E... poi? - balbettai.

- Mi ha pure detto che... -

- Che...? -

- Che non sei tu -

- Non sono io cosa? -

- Che tu non sei l'assassino di tuo padre. Che ti stai prendendo una colpa che non hai - sentii il cuore fermarsi e il respiro pure. Indietreggiai spaventato e sentii la vista appannarsi.

- Louis? Louis? - poi all'improvviso, fu tutto buio.

La cella zero. L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora