Capitolo XVII

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* Questo capitolo è un po' crudele, lo ammetto... Louis ne passerà davvero molte in questa storia ma... passiamo a un'altra cosa! Ringrazio la ragazze, anzi, tutti coloro che mettono le stelline e i commenti a questa storia! Ci tengo inoltre a pubblicizzare (anche se credo di averlo già fatto) le storie di Littledream_98 che sono "Il grido della libertà" e il nuovissimo sequel "Lacrime di polvere" perchè quella ragazza si è rivelata un'amica stupenda e le sue storie meritano di essere pubblicizzate sempre. Sono Larry e sono storie stupende *-* Vedi Noemi? Ti ho detto che l'avrei fatto! Adesso scappo, kiss kiss gossip girl ahahah *

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Era passata un'altra settimana e la presenza di Sam si stava intensificando in me. Passavamo davvero molto tempo insieme. Alle volte mi faceva ridere di buon cuore e sentivo di star ricominciando da capo. Avevo ripreso a mangiare, perchè c'era Sam a tenermi compagnia sia a pranzo che a cena. Passavamo i pomeriggi insieme, sia in giardino che in biblioteca. Alle volte lui andava in palestra e io lo seguivo solo per guardarlo. Qualcuno aveva pensato che fossimo fidanzati e perchè no... l'idea iniziava a piacermi. Era difficile stare in un posto del genere da soli, ma anche in mezzo agli altri, lui riusciva a farmi stare bene.


Un lunedì pomeriggio ci trovavamo in giardino. Il tempo era un po' grigio, ma il sorriso di Sam sembrava più caldo di mille raggi di sole. Il ragazzo mi stava raccontando un po' della sua famiglia e aveva un braccio che mi circondava le spalle. Era così bello sentirlo parlare, mi ammaliava. A un certo punto mi guardai attorno, non notai la mia guardia, quindi mi feci avanti e catturai le labbra di Sam con le mie. Il ragazzo si staccò dopo un po', con il fiato corto. Poi mi sorrise e riprese a baciarmi. Mi sentivo bene. Nuovamente bene e vivo. Sentii le mani di Sam introfolarsi nella tuta e le scostai un po' sussurrando - Sam, non è il caso, ci sono troppe persone qui e io non credo di... insomma...-

- Hai ragione, seguimi - mormorò, alzandosi e trascinandomi nell'insenatura tra due pareti. Non sapevo quello che stavo facendo, ma mi sentivo accaldato e avevo bisogno di sentirmi soprattutto amato. Avevo paura, ma Sam sembrava infondermi fiducia.

- E' proibito stare qui, Sam. Potrebbero scoprirci e punirci - mormorai in un attimo di lucidità, ma il ragazzo rise dolcemente e mi sbottonò la tuta. - Non ci scopriranno mai -

Cercai di credergli e di tranquillizzarmi e lasciai che mi spogliasse. Il tocco delle sue mani mi faceva rabbrividire. Era così difficile lasciarmi andare e non pensare a quello che avevo passato. Quando restai solo con i boxer, avvinghiai le mie braccia al collo di Sam e lo avvicinai a me per baciarlo ancora, ma il ragazzo si tirò indietro e iniziò a ridere forte. Il sorriso mi morì sulle labbra.

- Non potete capire quello che mi è successo! - urlò, ad alcune persone che se ne stavano a qualche metro da noi. Fissai terrorizzato Sam.

- Sam cosa fai? Non urlare, ci scopriranno! Passami la mia tuta! - il ragazzo rise ancora e prese la tuta, ma la tirò alla sua destra, molto lontano da me. I miei occhi iniziarono a farsi lucidi. Perchè all'improvviso si comporta così? mi chiesi

- Sam... cosa... f-fai? -

- Che succede amico? - tre carcerati ci raggiunsero e le mie gambe iniziarono a tremare. Cercai di coprire il mio corpo nudo.

- Ehy Bob, voglio i miei venti dollari! - urlò Sam, in direzione ad un uomo alto ma magro.

- Te lo sei scopato? - gli urlò questo di rimando. Sgranai gli occhi e sentii le vertigini aumentare. Cosa?

- La scommessa era che mi baciasse lui per primo e che mi invitasse a scopare. Mi ha baciato e be' come puoi notare bastava poco che scopassimo. Ma mi fa schifo farmi una puttana usata da tutti qui - Sam rise sguaitatamente e il mio cuore andò nuovamente in frantumi. I carcerati iniziarono a ridere e io mi feci piccolo contro quella parete. Sentivo ancora quella parola usata per descrivermi... puttana... e tutte le barriere che Sam mi aveva aiutato a costruire, caddero giù. La nausea mi salì fino alla gola, ma la mandai giù, restando con l'amaro in bocca.

- Sam... - balbettai, sperando che fosse tutto un sogno, ma il ragazzo si avvicinò a me con un ghigno maligno.

- Sei solo un puttana Louis e si, eri pura la mia scommessa. Non vedi? Nessuno ti riuscerà mai a prendere sul serio qui, rimarrai solo una puttana che oltre a essersi fatta stuprare, si farebbe anche scopare dal primo che incontra -

- Tu non eri uno qualunque - mormorai sconfitto. Mi odiavo. Nonostante quello che mi avevano fatto Sam aveva ragione... stavo per concedermi facilmente a lui. Facevo bene ad odiarmi... ad odiare il mio corpo.

- Ti sei fatto prendere facilmente per il culo Louis. Ti è bastata una sola settimana per cedere. Sei patetico -

Non ribattei e restai in silenzio. Aveva ragione. Ero patetico. Una puttana.

- Cos'è? Ti eri pure innamorato di me? Nessuno ti vuole, puttana. E' arrivato il momento che te ne fai una ragione -

Incassai anche questo colpo e con gli occhi lucidi e la voce flebile chiesi a Sam di passarmi la tuta.

- Non sei a tuo agio nudo? Peccato, pensavo di si - rise, andando via e pensai di essermelo tolto dalle scatole ma poi inizio a chiamare le guardie e allora mi spaventai davvero. Non potevo scappare in boxer e nemmeno restare in quella zona proibita. Mi sentivo male e dovevo trovare una soluzione. Iniziai a tremare, a singhiozzare e a respirare male. Stavo andando in panico. Sam ha ragione. Sono patetico.

- Guardia! Veloce! Questo ragazzo ha insistito affinchè facessi qualcosa con lui! Mi ha trascinato nella zona proibita e si è spogliato- iniziò a urlare.

Singhiozzai più forte e mi sedetti a terra, circondandomi le gambe con le braccia. A un certo punto mi sentii tirare su e debolmente alzai lo sguardo sulla guardia. Styles mi fissava completamente deluso e arrabbiato. Troppo arrabbiato. Abbassai subito lo sguardo, sentendomi umiliato. Aveva ragione pure lui.

- Solo una puttana... - lo sentii mormorare debolmente. Sgranai gli occhi... mi ci aveva chiamato pure lui... Sei una puttana, Louis.

- Passami quella dannata tuta - urlò a Sam. Il ragazzo gliela passò al volo e poi la guardia la diede a me - Vestiti, cazzo - la indossai in tutta fretta e poi attraversammo il giardino. Sentivo addosso lo sguardo divertito di tutti quei carcerati. Mi sentii ancora più umiliato. Mi sentivo distrutto. Lacerato dentro.

- Si può sapere che ti passa per la testa? Eri in una zona proibita Louis, con un ragazzo, a fare la puttana. Mike non manderà giù questa cosa. Sei rovinato! Le trovi sempre tutte per metterti nei casini, eh? - mi lasciai scuotere e urlare addosso. Continuai a singhiozzare disperatamente.

- Cazzo, vuoi almeno rispondermi? - urlò furiosamente.

- Mi dispiace! - urlai anche io, singhiozzando.

- Il tuo dispiacere non ti aiuterà nella cella zero, demente che non sei altro! -

- Harry, amore, ma cos'è tutto questo trambusto? Mi hanno chiamato tre guardie, d'urgenza - il sangue mi si gelò nelle vene. Il fiato si bloccò nei polmoni. Non ebbi nemmeno l'aria per singhiozzare. Sgranai gli occhi terrorizzato e abbracciai il mio busto, improvvisamente infreddolito.

- Ti hanno chiamato per Tomlinson - disse Harry, cercando di calmare il tono di voce.

- Ancora tu? - urlò Mike, strattonandomi. - Che ha fatto? -

- Stava per scopare... con un tizio... in una zona proibita del giardino -

Mike si lasciò sfuggire un profondo ghigno malefico.

- Accompagnalo nella cella zero - sbottò, prima di andare via.

- No no no no no... - iniziai a mormorare.

- T-ti prego no... n-non ce la f-farei ancora... t-ti p-prego - balbettai scoppiando di nuovo a piangere.

- Te la sei cercata tu Tomlinson. Seguimi... o ti ci porterò con la forza -

- T-ti prego... - Styles allora mi afferrò per un braccio e mi trascinò corridoio dopo corridoio, stanza dopo stanza e porta dopo porta, fino alla cella zero. Durante il tragitto avevo pianto così tanto da sentirmi svenire. Avevo incrociato da lontano pure gli occhi di Niall, che mi avevano guardato con disperato dolore. Ma nulla da fare, Styles doveva eseguire i suoi ordini e io me l'ero cercata... mi ero fidato di Sam... di un tizio qualunque... mi ero comportato da perfetta puttana. Avevano tutti ragione.

La guardia spalancò la porta e mi fece entrare nella cella zero. Rimasi senza fiato quando notai Zayn su uno dei tanti lettini. Stava riposando, ma sembrava illeso. Che ci faceva di nuovo lì? Fui tentato di avvicinarmi a lui, ma avevo altro a cui badare. Con le guance ancora incrostate di lacrime, notai Mike raggiungermi da lontano.

- Bene, bene Tomlinson. Visto che sei rimasto insoddisfatto, che ne dici se ti accontentiamo un po'? -

- N-no... ti prego no... n-non di nuovo... - mormorai spaventato.

- King - urlò Mike. Le gambe mi tremarono maledettamente e mi aggrappai al braccio della mia guardia - T-ti prego non ne sono capace... n-non posso farcela ancora... - la guardia si scostò da me e disse - Mike, King non c'è oggi, si è preso una giornata di malattia -

- Bene, vorrà dire che lo farò io. Portamelo nella camera bianca -

La cella zero. L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora