Capitolo X

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Capitolo 10 * ATTENZIONE: CAPITOLO CONTENENTE SCENE E LINGUAGGI FORTI!


*Un po' in ritardo, ma comunque qui! Spero che vi piaccia anche questo capitolo e che possiate lasciare un commento o una stellina! Ve ne sarei davvero grata! Adesso ditemi, quanti di voi, "sfortunati come mai" domani iniziano il quinto anno di liceo? Quanti faranno il loro salto nel tempo e passeranno dalle medie alle superiori o addirittura all'università? Vorrei tanto conoscervi meglio! Grazie a tutti, a presto, kiss *



- B-basta ti p-prego. Non ce la faccio p-più- urlai. Non mi ero mai sentito tanto umiliato in vita mia come in quel momento. Harry stava ottenendo la sua amata vendetta e tutto a causa di uno stupidissimo bacio.

-Sta fermo, puttana! - sentii una mano infilarsi tra i miei capelli e tirarli indietro, costringendomi a piegare il collo in una maniera dolorosa. L'acqua scorreva rapida sui nostri corpi. Strinsi le mani a pugno, appoggiandole al muro della doccia. Più di un singhiozzo vibrava nell'aria e le lacrime, ormai solo di dolore, bagnavano le mie guance, mescolandosi con l'acqua della doccia.

- T-ti s-supplico... s-smettila - urlai ancora. Trattenni il fiato e sgranai gli occhi quando sentii quell'uomo svuotarsi dentro di me. Se possibile, piansi ancora più forte, sperando che la terra mi inghiottisse e mi portasse dritta all'inferno, sicuramente più accogliente di quel carcere.

-Mike, ancora o mi fermo? - disse all'uomo artefice di tutto. Con gli occhi completamente appannati a causa delle lacrime mi voltai verso Mike, che con un braccio attorno alla vita tratteneva Harry e mi fissava con un ghigno soddisfatto.

- Un'altra volta - mormorò gelido. Singhiozzai più forte e mi rannicchiai sul piano doccia, stringendo forte le gambe al petto.

-Mike io penso possa bastare... è già la quarta volta questa... - non alzai la faccia sotterrata tra le gambe, ma riconobbi la voce di Harry. Buffo come voglia che quell'uomo smetta quando era stato lui a portare Mike ad agire in quel modo, facendomi intrappolare nei bagni mentre facevo la doccia e usando quell'uomo per violentarmi ben quattro volte di file. Ero stremato, dolorante, ma soprattutto deluso. Da Harry e dall'intera comunità. Volevo seriamente morire... non avrei potuto passare altro tempo in quel cercare. Si stavano nutrendo della mia anima e dei miei sentimenti, lasciando solo il dolore.

-Decido io se può bastare! Ti ha baciato e il coglione non avrebbe dovuto sfiorarti nemmeno con un dito - urlò Mike. Sobbalzai e mi rannicchiai il più possibile. Stavo tremando, sia a causa dell'acqua gelata, che dalla vergogna mescolata alla paura. Avevo la pelle d'oca.

- King! Ho detto un'altra volta -

Mi sentii afferrare con forza e tirare sù. Mi divincolai dalla forte presa di King e per un solo secondo i miei occhi si scontrarono con quelli verdi di Harry. Distolsi subito lo sguardo, sentendo la nausea salire fino alla gola. All'improvviso vidi tutto nero, le gambe cedettero rovinosamente e sbattei malamento il gomito alle piastrelle della doccia.

-Andiamo Mike. Non si regge nemmeno in piedi - tentò di nuovo Harry.

-Zitto, Harry, se non vuoi finire subito nella camera Bianca - il riccio non si oppose e sbattei più volte le palpebre. La testa, che si era appesantita a tal punto da sembrare che fosse gonfia come un pallone e pesante come chili di cemento, si alleggerì, e ritornai a vedere un po' più lucidamente.

- Mi sono rotto il cazzo di sentirlo piagnucolare. E' da ore che va avanti così - Mike, irritato, mi alzò da terra sostenendo il peso del mio corpo che non voleva contribuire per reggersi da solo. Volevo solo dormire e non svegliarmi più. Piangere e subire quattro violenze mi aveva ucciso.

- Ascoltami bene, puttana. Avvicinati di nuovo ad Harry, fai un'altra volta lo stupido sbaglio di baciarlo e ti violento fino a ucciderti... chiaro? - sobbalzai e tremando annuii.

- Rispondi! - mi sbattè al muro e strizzai gli occhi dal dolore.

-H-ho... c-capito - il solo parlare richiedeva sforzi che non avevo.

Mike mi lasciò violentemente e caddi rovinosamente a terra.

- E' questo il tuo posto... un verme nudo che striscia ai miei piedi. Ti tengo d'occhio Tomlinson -

Lo sentii fare qualche passo e mi ostinai ad alzare la testa. King aveva abbandonato la stanza, silenzioso così com'era entrato. - Continua a fare il tuo lavoro, Harry. Se sbaglia qualcosa voglio, al solito, che mi dici tutto. Chiaro? - Harry annuì e l'uomo gli lasciò un bacio sulle labbra, approfondendolo perchè sapeva che stavo guardando. Distolsi lo sguardo e massaggiai il polso dolorante. Sicuramente mi ero fatto male cadendo in quel modo a terra. L'acqua ancora scorreva fredda sul mio corpo. Mi sarei preso un accidente.

Quando la porta fu chiusa, provai ad alzarmi da terra, fallendo miseramente. Un'altra lacrima graffiò il viso e con le mani la scacciai via.

- Vieni. Ti riporto in stanza - disse Harry, gelido come la sua uniforme. Si avvicinò a me, ma subito indietreggiai spaventato, sbattendo contro il confine della doccia. Le immagini di quella violenza piroettarono di fronte ai miei occhi e li strinsi, terrorizzato che potesse nuovamente succedere. Mi sentivo sporco e violato.

-P-posso... P-potrei fare una doccia p-prima? - mi aspettai una sfuriata da parte di Harry e invece dopo qualche attimo passato a scrutarmi, acconsentì.

-Al solito, hai cinque minuti. Non di più -

Uscì dal bagno e seppur il mio corpo protestasse ad ogni movimento, mi obbligai a finire in cinque minuti. Indossai i vestiti che avevo lasciato lì e uscii dal bagno. Harry affiancava il pilastro della porta e mi afferrò il braccio, intento a sballottarmi come sue solito. Io, però, sobbalzai indietro e quasi caddi se non fossi stato vicinissimo al muro.

- I-io... p-puoi... n-on... toccarmi? - chiesi, tra un balbettio e un altro. Quello certamente non ero io, ma non sapevo comunque chi fossi, dopo aver subito quegli abusi e aver perso la mia identità. Mi sentivo davvero nudo come un verme.

- Smettila di frignare, Tomlinson, stiamo solo perdendo tempo. Cammina se non vuoi che ti faccia camminare io - aggiunse burbero. Presi a camminare, mordendomi il labbro per non protestare a causa delle fitte di dolore provenienti dal fondo schiena. Quando arrivammo davanti alla cella, fui spinto dentro e caddi a gattoni, sentendo i palmi delle mani bruciare. Mi rialzai a fatica e mi bloccai al suono della voce di Harry - Ti avevo detto che ne avresti pagato le conseguenze -

La cella fu richiusa con un tonfo sordo e un altro singhiozzo scappò dalla gola. Mi gettai sul lettino, stringendomi in posizione fetale e bagnando il cuscino di lacrime.

Continuai per minuti, forse ore, finchè il mio corpo stremato non decise di crollare.


Strofinai il corpo, cercando di fare veloce, ma la saponetta cadde a terra, scivolandomi dalle mani. Mi abbassai per prenderla ma qualcuno mi afferrò per i fianchi e infilò il suo membro nella mia apertura per nulla preparata. Urlai dal dolore, ma nessuno mi sentiva. I bagni si erano improvvisamente svuotati. Girai a stento la testa e notai Harry osservarmi, con Mike che lo stringeva per la vita.

King mi assestò una spinta più profonda, facendomi urlare e spingendo il mio corpo contro al muro. Sbattei con i palmi delle mani e sentii le lacrime scorrere veloci sulle guance.

-Tesorino, nessuno ti ha mai detto di non far cadere la saponetta nelle docce di un carcere? - mi stuzzicò Mike. Ne avevo sentito parlare, ma non pensavo di metterlo in pratica. Singhiozzai stringendo i pugni delle mani contro la parete.

-Fa nulla. A me, invece, è stato detto che hai baciato il mio ragazzo. E' così? - mi chiese, mantenendo un tono calmo ma tagliente. Sapevo che quel momento sarebbe arrivato. Harry mi aveva stranamente lasciato in pace per quattro giorni dopo quella minaccia e pensavo che prima o poi mi avrebbe portato alla cella zero. Invece era stata la cella zero a venire da me, mentre facevo tranquillamente la doccia.

Mi morsi la lingua per evitare di parlare, ma King mi tirò i capelli.


- Rispondi, puttana! - Mike mi diede uno schiaffo e io annuii alla sua precedente domanda. Ero sicuro che la fonte che aveva detto a Mike del bacio, fosse Harry e quindi era inutile negare.

- Non devi toccare ciò che è mio. Tu sei solo una sporca puttana, hai capito? - Mike mi diede un altro schiaffo, poi spostò la manopola della doccia, puntando l'acqua gelida sul mio corpo. Gridai per la sorpresa e il dolore provocato da King mi sconcentrò di nuovo. Piansi pià forte, supplicandoli di smettere, ma King si spingeva come un forsennato. Ritornai a respirare quando uscì dal mio corpo, svuotandosi nel piano doccia.

- Un'altra volta, King - disse Mike e senza poter riprendere respiro, quell'uomo si spinse di nuovo in me. Urlai, perchè il dolore non mi aveva lasciato in pace nemmeno per un minuto e King sembrava una macchina del sesso.

Quella tortura durò per altre due volte e mi sentivo debole e sfinito.

- Mike, ancora o mi fermo? -

Sobbalzai sul letto della mia cella. Tremavo ed ero sudato. Mi toccai la fronte, sentendola calda, ma riappoggiai il corpo al letto perchè ero troppo sfinito, pur di restare seduto. Quell'incubo non era stato che la pura realtà. Una successione di momenti che mi ha persino perseguitato in sogno, facendomi rivivere la violenza di qualche ora prima.

Mi toccai le guance calde e bagnate di lacrime. Cercai inutilmente di calmare il respiro.

Maledetto incubo divenuto realtà.

Maledetta saponetta.

Maledetto Harry.

Maledetto io che provavo qualcosa per lui.

La cella zero. L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora