Capitolo XII

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* In ritardo di qualche giorno, lo so, ormai finisco spesso per scusarmi e spero che possiate perdonarmi. Lasciate qualche commento e qualche stellina se vi va, mi farebbe davvero piacere. A presto, kiss *


Era passata una settimana da quella volta in cui, tra le braccia di Harry, ero stato portato in infermeria con la febbre alta. Da quel giorno, ne avevo passati tre a letto per smaltire la febbre e poi ero ritornato nella mia cella. Avevo visto davvero poco Harry, anzi il più delle volte era Niall che mi lasciava in mensa e mi veniva a prendere e sinceramente non ne seppi nemmeno il motivo. Ma ero quasi sicuro che Harry mi stesse evitando e il tutto da quando mi ero scusato per essermi innamorato di lui. Sarà stata la febbre alta a farmi delirare, ma in quei giorni passati in completa solitudine avevo pensato bene a quello che avevo confessato ed ero molto più che sicuro del fatto che avessi delirato fuori una verità. Mi ero seriamente innamorato della guardia. Mi ero innamorato dei suoi occhi, dei suoi ricci, del suo corpo e desideravo di vederlo ovunque, anche dove non c'era. Lo vedevo nel volto di altra gente, lo desideravo accanto e continuavo a sognarlo la notte, mentre mi agitavo tra le lenzuola perchè perfino i sogni si prendevano gioco di me, ricondandomi che Harry apparteneva a Mike e che se avessi voluto averlo tutto per me, avrei dovuto rischiare la vita. E se la cosa avesse dovuto farmi paura, in realtà mi infondeva più determinazione. Ne avevo passate così tante che passarne ancora di più per prendermi Harry non era così terrificante.


Una mattina come le altre, mi trovavo in mensa e avevo scoperto che il giorno in cui Zayn era stato portato in infermeria a causa di una rissa, era stato lo stesso giorno in cui aveva creato quella rissa per difendermi. Aveva difeso la mia dignità picchiando e minacciando quegli omoni barbuti che mi avevano declassato in piena mensa. Avrei voluto avvicinarmi a lui e ringraziarlo per quell'inaspettato gesto, ma non lo feci per ben due motivi. Continuava a guardarmi con astio, quasi come se mi odiasse più di prima e quando nei suoi occhi non c'era odio, c'era compassione e quello era il secondo motivo che mi allontanava da lui. Non volevo essere difeso solo perchè ero un soggetto debole.

Quel giorno, invece, in cui tutto sembrava monotono e io me ne stavo sul letto della mia cella a leggere un libro preso in prestito dalla libreria, i soliti e quasi abituali tre pugni sulla porta in ferro mi fecero ridestare. Ero sicuro che fosse troppo presto per cenare in mensa e la paura mi trafisse come un pugnale quando pensai che la guardia Styles doveva portarmi nuovamente nella cella zero. Tremai e con un respiro debole osservai la porta che veniva spalancata. Harry entrò nella mia cella, barcollando lievemente e reggendosi alla parete. Lascai cadere il libro sul mio lettino e mi avvicinai a lui, per sorreggerlo. Mi bisbigliò di chiudere la porta, perchè nessuno avrebbe dovuto vederlo nella mia cella o se la sarebbero presa con me. Con sguardo confuso obbedii. Qualcosa mi faceva capire che Mike l'avesse drogato di nuovo, ma non ne ero sicuro.

- Harry... cos'è successo? -

- Shh, non parlare, mi fa male la testa. Vieni qui invece - mi avvinai al letto, scostando il libro e facendo sdraiare il ragazzo. Mi afferrò per il bacino e mi attirò a sè, bruscamente, facendomi finire sopra il suo corpo.

- C-cosa s-stai facendo? - balbettai spaventato, iniziando a respirare velocemente. Harry mi intimò di fare di nuovo silenzio e in un gesto veloce catturò le mie labbra con le sue. Sgranai gli occhi e con una mano mi pizzicai il braccio. Sentivo dolore. Non stavo sognando, per quanto quello potesse essere un sogno, io non stavo sognando. E l'adrenalina di venire scoperti, fu una scarica di energia che mi spinse ad assaggiare quelle labbra come un dolce prelibato. Harry portò le sue mani suoi miei fianchi, carezzandomeli delicatamente in piccoli cerchi. Poi fece salire una mano su tutto il busto, tracciando il contorno dello stomaco e fermandosi al collo. Mi attirò più a sè, sistemandomi a cavalcioni sul suo corpo e facendomi completamente appoggiare il petto al suo. Quel bacio, famelico quanto mai, andava sempre di più in escandescenza, bruciando quasi sulla pelle. Marchiandomi come fuoco. Ma mi piaceva. Non mi metteva paura. Harry era quella droga che metteva pace all'ansia nel corpo. Con un altro lento gesto della mano, iniziò a sbottonare i primi bottoni del camice arancione. A quel punto, inevitabilmente scosso e preso contro piede, mi scostai, con le labbra che ancora pulsavano dei suoi baci.

- P-perchè lo stai facendo? -

- Che domande. Perchè mi va. Avevo voglia di assaggiare quelle labbra e sono venuto qui - storsi le labbra a quella confessione, sentendomi come una ruota di scorta.

- L'ultima volta che ti ho baciato, mi hai detto che non avrei dovuto più farlo... questo è un altro trucchetto per farmi punire da Mike? Perchè se così fosse, sarebbe un gesto davvero meschino, Harry. Non puoi giocare con quello che provo per te - mormorai. Il ragazzo fermò le altre parole che ero pronto a dire con un lieve bacio e rigirandosi nel letto mi fece finire sotto di lui, bloccato dal suo possente fisico.

- Non c'entra nulla Mike, Louis. Questa non è una punizione. E' un segreto. Nessuno deve saperlo, ma ho voglia di averti e ne ho voglia adesso -

- Hai bevuto? Sei stato drogato? Perchè vuoi me e non qualcun altro? -

- Ma ti sei visto allo specchio? Perchè dovrei volere qualcun altro quando ho la possibilità di avere te? Sarebbe folle. E adesso, se la smettessi di parlare, ti farei vivere questo briciolo di follia -

Mi zittì con un altro bacio, che si infiammò di nuovo come benzina sulle fiamme. Riprese a sbottonarmi la tuta e quando la fece scivolare giù per il busto lo bloccai.

- Harry solo... fai piano. Sai quello che è successo e la violenza non mi fa eccitare... nemmeno un po' -

- Ti giuro che farò piano - annuii pur non sentendomi sicuro. Volevo tirarmi indietro, fermarlo e dirgli che stavamo facendo una cosa sbagliata ma non potevo e non volevo farlo. Harry era un treno che mi sarebbe passato accanto una volta sola e le soluzioni erano due: potevo restare fermo a vedere il treno che mi passava accanto per sfrecciare lontano da me, o potevo mettere da parte le paure, correre e buttarmi sul treno in corsa con il rischio di farmi male. Decisamente la seconda opzione era quella più allettante. Magari quella sarebbe stata la mia opportunità per far innamorare il riccio di me. Magari, dandogli il mio cuore nelle sue mani, lui avrebbe fatto lo stesso con il suo, fidandosi di me. E proprio per quel motivo non potevo tirarmi indietro. Tanto non avevo più nulla da perdere.

Perso tra i pensieri, mi accorsi che Harry si stava spogliando della sua uniforme. Si sciolse la cravatta e gettò giacca e camicia a terra. Poi appoggiò le mani alla cintura e tirandomi leggermente su, gliela sbottonai, facendo scivolare i pantaloni scuri giù per le sue gambe toniche. Si alzò, finendo di spogliarsi e tornò su di me che indossava solo boxer neri. Baciandomi ogni strato di pelle in cui la sua bocca finiva, calò tutta la tuta e mi tolse scarpe e calzini, esponendo il mio corpo nudo al freddo della cella. Con una mano tracciò il contorno del fianco, accostandola poi al bacino e nella piegatura del ginocchio, alzandomi la gamba tanto quanto bastasse per intrecciarla al suo bacino. Sfregò i nostri sessi e tremai un po' alla sensazione di puro godimento che da settimane non sentivo in quel carcere. Probabilmente, leggendo un po' di terrore nei miei occhi, decise che baciarmi sarebbe stata la decisione giusta, quindi si calò di nuovo sulle mie labbra, spogliandomi dai boxer mentre le sue labbra mi distraevano meravigliosamente.

- Non ho del lubrificante con me - ammise, col il respiro veloce a causa dell'eccitazione. Scossi il capo e lo attirai di nuovo a me mormorando - Non m'importa -

- Non ho nemmeno un preservativo, Louis -

- Non m'importa nemmeno di questo. Fallo prima che possa pensarci troppo e tirarmi indietro -

-Bene - sollevò una mano sul mio viso, baciandomi mentre mi sfiorava la mascella, come a voler colmare l'ansia che mi faceva tanto battere il cuore e tremare le membra.

- Lecca le dita - mi consigliò e sapendo per quale motivo l'avesse detto, cercai di lubrificarle al meglio. Harry mi fissava, e in quell'atto che sapeva tanto di eccitante e con le labbra socchiuse e rosse, le guance del medesimo colore e i ricci scompigliati, non si perdeva nemmeno una delle mie mosse. Quando non potè più resistere, allontanò le sue dita dalle mie labbra per avvicinarle all'apertura che prima di violare con le sue dite, prese a massaggiare lentamente. E proprio quando ero rilassato al massimo, curvato un po' verso l'alto per l'eccitazione, permise a un suo dito di entrarmi dentro. E mi piaceva. Quella sensazione di felicità che mi completava e mi riempiva, mi piaceva davvero molto.

Gemetti al secondo dito e tremai un po' al terzo, non riuscendo ad aspettare ben oltre. Anche Harry era arrivato al limite della sopportazione, tanto che bastò qualche secondo prima che si decidesse a entrare. Un sospiro tremolante mi uscì dalle labbra. Faceva un po' male, ma Harry sapeva come distrarmi, dove baciarmi, dove stuzzicarmi per farmi perdere anche la cognizione del tempo. Si muoveva veloce, sicuro dei suoi gesti. E tanto veloce quanto era inziato quell'amplesso, tra un bacio rovente e un altro, era arrivato alla conclusione. Harry fece le ultime veloci spinte prima di liberarsi dentro di me. Curvai la schiena verso l'alto, le labbra socchiuse su quelle di Harry mentre mi lasciavo andare sull'onda dell'orgasmo e la cavalcavo stupendamente. Rilasciai il seme sulla mia pancia, ma poco mi importava. Quello era stato uno dei momenti migliori della mia vita.

- Non posso stare qui per molto - mi sussurrò Harry, dopo che si era sdraiato accanto a me per qualche minuto e mi aveva accarezzato il busto.

- Hai paura che ci scoprano? - domandai ancora scosso da quello che era successo. Passai una mano tra i suoi ricci morbidi proprio come li avevo sempre immaginati.

- Si. Qualche guardia potrebbe passare da queste parti e scoprirci e non sarebbe una buona cosa. Inoltre il mio turno non è ancora finito e Mike potrebbe insospettirsi se non mi vedesse di ronda -

Si alzò dal letto, tornando a vestirsi con ciò che aveva bellamente lanciato a terra. Mi feci passare le mie cose, coprendo il mio corpo nudo con i boxer e la tuta. Avrei voluto farmi la doccia ma non era il momento perfetto per uscire fuori con Harry. Entrambi avevamo ancora stampata in fronte la parola "sesso" accompagnata da capelli ribelli e viso paonazzo.

- Ma... adesso cosa succederà? Continuerai a ignorarmi o le cose cambieranno? -

- Non lo so, Louis - sospirò e fece il nodo alla cravatta. Abbassai lo sguardo sulle coperte che profumavano ancora di noi. Harry si accorse di quell'improvviso mutamento della mia espressione e mi diede un lieve bacio sulle labbra prima di indossare le scarpe e il cappello, cercando di darsi una regolata.

- Passerò più tardi per portarti a cena, okay? -

- Non manderai più Niall? Sembra quasi che tu mi avessi evitato in questa settimana -

- Non sembra. L'ho fatto. Dovevo starti lontano per capire cosa davvero volevo e ora ho le idee un po' più chiare -

- Bene allora chiarisci anche le mie, di idee - dissi. Harry sorrise e scosse la testa. - Ci vediamo più tardi! - aprì la porta della cella e mi lasciò come un ebete seduto a letto, nell'attesa di una sua risposta. Pochi secondi dopo, me ne stavo con un enorme sorriso stampato sul viso e il cuscino tra le braccia a incantarmi del suo profumo. Il profumo di Harry.

Quella fu una meravigliosa giornata. Ma anche nelle cose belle ci sono sfumature di cose brutte.


La cella zero. L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora