Capitolo 4

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Principato di Monaco, maggio 2014
Erano passati ormai due mesi dall'inizio della stagione, e bene o male non ci potevamo lamentare dei risultati che stavano ottenendo i nostri piloti. A parte un ritiro di Daniel in Malesia, che nonostante fosse avvenuto subito dopo la sua squalifica in Australia non gli aveva tolto il sorriso, entrambi erano riusciti a finire sempre in top ten, in un paio di occasioni persino a podio. In ogni caso, eravamo la seconda forza del mondiale dopo le Mercedes.

Quello monegasco era il weekend che più amavo e odiavo allo stesso tempo. Lo amavo perché era uno dei circuiti più impegnativi del mondiale: si correva tra le tortuose stradine del Principato, che il più delle volte non erano abbastanza larghe per permettere il passaggio di due monoposto appaiate, perciò era difficile sorpassare e dovevi rimanere concentrato per tutta la durata della corsa. Bastava una piccolissima distrazione, un battito di ciglia nel momento sbagliato, e ti ritrovavi spiaccicato contro le barriere.

Contemporaneamente odiavo questo gran premio, perché essendo il più glamour della stagione era contornato da eventi mondani di ogni tipo, ai quali tutti eravamo obbligati a partecipare. Quell'anno che non potevo neanche correre poi, avevo ben pochi motivi per essere contenta di quella trasferta.

L'evento di maggiore spicco era l'Amber Lounge Fashion Show, una sfilata di moda che si teneva il giovedì sera alla quale partecipavano molto spesso anche i piloti e alla quale ero stata costretta a prendere parte anch'io nelle scorse edizioni. Forse quella volta dovevo aver fatto veramente pena a Lex, perché era riuscita a trovare il modo di non farmi partecipare; in compenso avremmo dovuto presenziare comunque al party, cosa che come ogni anno la mandava letteralmente fuori di testa.

-Che cavolo mi metto adesso?- si lagnò per la centesima volta, rovistando tra il mucchio di abiti che aveva rovesciato sul letto della nostra camera d'albergo. Un'altra pila, che rappresentava i vestiti scartati in principio, giaceva sul pavimento, accanto a una sfilza di scarpe da far invidia alla vetrina di una boutique. Era forse la prima volta da quando la conoscevo che vedevo Lex, la maniaca dell'ordine, combinare un tale casino. Probabilmente, una volta risolta l'emergenza vestito, avrebbe avuto una crisi isterica rendendosi conto dello stato in cui si trovava la stanza. Ridacchiai al solo pensiero, mentre osservavo la scena dalla poltrona nell'angolo accanto alla finestra.

-Quello rosso- proposi, senza neanche sapere se in quel vulcano di stoffa si trovasse un vestito rosso.

Lex mi lanciò uno sguardo di fuoco -Scherzi vero? L'ultima volta che me lo sono messo mi faceva un sedere enorme!-.

-Allora quello blu- riprovai. Stavolta riuscivo a vedere un pezzo di tessuto blu.

-Il blu mi sta malissimo- piagnucolò.

-Allora mi arrendo- aprii una lattina di Red Bull che avevo preso dal minibar e concentrai la mia attenzione sul panorama fuori dalla finestra.

-Sei proprio d'aiuto, sai?- sbuffò Lex, prendendo una manciata di abiti e rifugiandosi in bagno.

Ne uscì circa mezz'ora dopo, perfettamente truccata e pettinata, avvolta in un vestito verde acqua senza spalline, lungo fino ai piedi e con un generoso spacco laterale. Aveva un'espressione decisamente più serena e rilassata, che però mutò immediatamente in un ghigno di sfida non appena il suo sguardo si posò su di me.

-Ora tocca a te- disse, puntandomi contro l'indice con fare minaccioso.

Alzai le mani sopra la testa per farle capire che, a patto che non mi conciasse come la principessa Sissi, non avrei fatto storie... solo per quella sera.

Iniziò a farmi provare un abito dopo l'altro: uno corto, uno lungo, uno fino al ginocchio, uno con e uno senza spalline... e mi portò quasi all'esasperazione. Non che avessi molta pazienza in generale, sia chiaro. Ma quella era la prima e ultima volta che accettavo di farmi vestire da lei.

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