Capitolo 16

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Lex era rimasta a dir poco sconvolta quando, la mattina dopo, aveva trovato nientemeno che un contratto da pilota titolare appeso allo sportello del frigorifero con una calamita, come se fosse la lista della spesa. Aveva chiesto spiegazioni a Luna, che aveva risposto semplicemente che doveva pensarci qualche giorno. Daniel aveva accolto la cosa in maniera molto più zen, come se anche per lui fosse del tutto normale tenere un documento tanto importante in cucina.

In ogni caso, dopo il colloquio con Christian qualcosa doveva essere scattato nella mente di Luna, perché entrambi i suoi coinquilini notarono subito come la ragazza iniziasse piano piano a riprendere la dieta di prima, a curarsi di più e persino ad allenarsi, anche se sceglieva ancora orari in cui era praticamente impossibile incontrare qualcuno per strada. Passava anche meno tempo isolata da loro due, soprattutto da Daniel, e il pilota ne era ovviamente felicissimo.

Una sera, poco prima della partenza del team per Singapore, Luna raggiunse Lex in cucina; si sedette sul bancone dove Lex aveva ordinatamente disposto tre piatti puliti, mentre l'ombra di un sorrisetto le attraversava il viso. Non aveva dimenticato quanto all'amica dessero fastidio quei comportamenti.

-Mi piacerebbe venire a Singapore- disse, col tono di chi sta parlando di organizzare una gita in campagna.

A Lex scivolò il cucchiaio di legno dalle mani -Che? Dici sul serio?!- esclamò, incapace di trattenere la sorpresa.

Luna annuì -So che è un po' tardi e avete già organizzato tutto, ma...-.

-No, assolutamente!- Lex lasciò perdere quello che stava facendo e si precipitò a prendere il suo portatile. Lo accese e iniziò a battere freneticamente le dita sulla tastiera -Ti prenoto subito il volo, con noi, e la camera d'albergo... vuoi dividerla? Con me? O con Daniel? O ne vuoi una solo per te?-.

-Lex- Luna la interruppe con aria seria.

-Ok ok, te la prendo singola...-.

-Le patate. Si bruciano-.

***

Dopo aver aiutato l'amica a preparare per la seconda volta la cena e aver mangiato -con Lex che si lamentava di Daniel che non aveva nemmeno avvisato che avrebbe tardato-, Luna si preparò e uscì per una corsetta. Era più di un mese che non si allenava, e da quando aveva ricominciato sentiva di aver recuperato una piccola parte di se che si era smarrita dopo l'incidente. Era davvero una bella sensazione sentire di nuovo i muscoli lavorare.

Fece il solito giro dell'isolato, sempre evitando il parco; sapeva che se vi avesse messo anche solo un piede avrebbe rivissuto tutto, e non si sentiva ancora pronta a farlo. Aveva appena ritrovato un accenno di normalità, e non voleva assolutamente ripiombare nell'oscurità dei suoi incubi.

Fosse stato per lei avrebbe corso fino allo sfinimento, finché le gambe non avessero ceduto, ma sapeva bene che doveva recuperare le forze e il tono muscolare gradualmente, senza sforzi eccessivi, o avrebbe vanificato tutto. La parte di lei che voleva tornare a gareggiare era ancora quella predominante, soprattutto in quel momento in cui c'era la possibilità concreta di poterlo fare, appesa al frigorifero di casa sua.

Arrivata a casa era talmente concentrata sui suoi pensieri che non si accorse subito della sagoma che sembrava aspettare proprio lei, davanti al portone del palazzo. Ricacciò indietro il grido che aveva intrappolato in gola quando si accorse che si trattava di Daniel.

-Scusa se ti ho spaventata- disse il pilota, arrossendo.

Luna fece cenno che non importava con la mano, mentre appoggiata al portone cercava di riportare il battito cardiaco a un ritmo decente senza che Daniel se ne accorgesse -Che ci fai qui?- domandò, ancora con il fiatone -Come mai non sei a casa?-.

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