Stagione 1 | Episodio 10

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Il viaggio di rientro fu un vero strazio per Hersh. Hope e gli altri non facevano altro che celebrare le gesta di Euclid.

«Sei stato veramente coraggioso, Euclid!» continuava a ripetere Hope. «Grazie di avermi salvato» e poi sbatteva le sue ciglia teneramente.

«Troppo forte! Bravo!» facevano eco gli altri.

Lui invece se ne stette per tutto il tempo sul fondo, in un cantuccio, e non disse una parola. Ma la sua mente era un vorticare di pensieri, tutti perlopiù negativi. Era incredibile, continuava a ripetersi, come una giornata che era cominciata sotto i migliori auspici fosse andate a finire così maledettamente di schifo. Nell'ordine aveva scoperto che alla ragazza di cui era innamorato in realtà piaceva uno che aveva quindici anni più di lei, aveva fatto praticamente un bagno nei liquami putridi di un vagante che per un soffio non gli aveva strappato via la faccia a morsi dopodiché il suo nemico giurato numero uno, Euclid, era diventato l'eroe del giorno salvando Hope dalle grinfie della vagante Sandra. Di peggio non avrebbe potuto immaginare.

«Bella giornata di merda» sussurrò tra sé e sé senza neppure accorgersene.

Andre, che era quello seduto più vicino a lui, si voltò. «Che hai detto?»

«Nulla, nulla».

Non appena arrivati ad Alexandria, senza dare troppo nell'occhio prese la sua roba e se la filò a casa senza salutare nessuno. Per prima cosa si precipitò nel giardino sul retro, si spogliò e si fiondò nella doccia ad acqua piovana. L'acqua era fredda ma lui si fece comunque una lunga doccia, strigliandosi per bene. Mentre si lavava pensò che sarebbe stato bello se avesse potuto lavarsi via non solo lo sporco ma tutto quanto di brutto era successo quel giorno. Quando uscì dalla cabina, invece, era fresco e pulito ma non meno demoralizzato di quando vi era entrato.

«Che c'è?» gli chiese sua madre più di una volta, ma lui non rispose. Trangugiò la cena in quattro e quattr'otto e poi se la filò sulla veranda ad ascoltare le cicale. Fu lì che lo raggiunse suo padre Glenn, che era appena rientrato da un viaggio a Hilltop, quando era ormai buio.

«Come andiamo, tigre?» e nel dire quelle parole gli arruffò i capelli.

Hersh immaginava che ce lo avesse mandato Maggie perché i loro genitori sapevano che lui aveva più confidenza a parlare con suo padre. E in effetti la cosa funzionò, perché al terzo tentativo di suo padre di farlo parlare Hersh si aprì e raccontò tutto quello che era successo quel giorno, per filo e per segno.

Glenn si tolse le scarpe e stese le gambe di lungo davanti a sé. «Una questione di donne insomma? Tutto qui?»

Hersh strinse le spalle.

«Dunque vediamo un po'». Glenn si riavviò i capelli spruzzati di grigio e si mise comodo, incrociando le braccia dietro la testa. «Per quanto riguarda Carl non è un problema: alle ragazzine piacciono sempre quelli più grandi».

«E' quello che dice sempre anche Euclid» mormorò Hersh osservando la strada silenziosa di fronte casa loro.

«Ad ogni modo Carl è troppo grande per lei. E lui in ogni caso ha la testa altrove».

«Ah, sì? Gli piace qualcuna?»

Glenn scosse la testa. «Sì ma tu non la conosci» tagliò corto.

Hersh si rese conto di sentirsi già un po' meglio, e si tirò un po' su scivolando lungo le schienale del divanetto in vimini sul quale si era sprofondato. «Ma con Hope cosa faccio? Lei ora stravede per Euclid...»

Glenn gli rivolse un sorrisetto ammiccante. «Ci sono varie cose che si possono fare per attirare l'attenzione di una donna ma fra tutte, ce n'è una che funziona sempre. Garantito».

«Ah sì?» saltò su Hersh incuriosito. «E qual è?»

Glenn si alzò all'impiedi, si stiracchiò e fece per rientrare in casa, ma prima di sparire oltre la porta si volse verso Hersh e disse: «Falle un regalo».

Anno 15 || The Walking DeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora