Carl sentì sua sorella chiamarlo, ma non si mosse. Rimase immobile invece, accovacciato dietro al guardrail, ad osservarla attraverso il sottile interstizio tra il nastro metallico superiore e quello inferiore.
«Se la stanno facendo sotto» fece notare Hutchinson, ma non c'era alcuna nota di scherno nella sua voce, questa volta. Piuttosto un pizzico di preoccupazione, si disse Carl. Era vero, ad ogni modo: se la stavano facendo sotto. Di brutto. E infatti i ragazzi presero a correre, scappando sotto il ponte dell'interstatale, inseguiti da quell'unico vagante.
«Scappano» mormorò Hutchinson, poi si voltò verso Carl. «Che si fa?»
Carl non ci pensò troppo su. «Aspettiamo» rispose, dopodiché cominciò a spostarsi sul lato opposto della carreggiata facendo bene attenzione a rimanere accovacciato, e gli altri lo imitarono. Strana la vita, considerò mentre prendeva posizione dietro all'altro guardavia e faceva scivolare lo sguardo sulla prateria cercando di capire dove si fossero ficcati quei ragazzi. Dal primo istante in cui sua sorella era venuta alla luce il suo unico pensiero non era stato altro che di proteggerla da tutto e da tutti; e da quel momento non aveva smesso più, nemmeno per un istante. Quando era nato Andre poi, non era stato affatto diverso. Fu per questo motivo che in quel momento gli fece un effetto piuttosto strano starsene lì impalato mentre suo fratello e sua sorella minori avevano bisogno di lui.
Solo allora si accorse che Bronson aveva tirato fuori la sua fedele Smith & Wesson calibro .357 Magnum e la stava ricaricando. «Aspettiamo» ripeté guardandolo di traverso e allora l'altro non poté fare altro che richiudere il tamburo e abbassare l'arma.
«Forse ci sono» osservò Hutchinson puntando un dito. «Si stanno organizzando».
Carl tornò a sbirciare verso le Reclute che, in effetti, avevano preso a confabulare tra di loro: forse avevano un piano, finalmente. Mentre li guardava sparpagliarsi in giro per la prateria e seguiva con lo sguardo Andre correre zigzagando e urlare per attirare su di sé l'attenzione del vagante, Carl si corresse. In effetti, a pensarci bene, anche quel giorno lui stava proteggendo i suoi fratelli: soltanto, lo stava facendo in un modo un po' meno diretto da come lo aveva fatto sino a quel momento. Perché quel giorno lui voleva che loro imparassero una lezione; una lezione che non avrebbero dovuto dimenticare mai più, per il resto della loro vita.
In quel momento Tetsuo Hara pronunciò una serie di indecifrabili gorgoglii nella sua lingua madre che terminarono con un'unica parola a lui nota: «Judith». Carl non parlava il giapponese, e in verità si chiedeva come perfino i giapponesi ci riuscissero, ma aveva capito comunque ciò che Tetsuo Hara aveva detto. Cosa che, peraltro, lui condivideva pienamente: sua sorella Judith, la piccola Judith che un tempo era stato nulla di più se non un caldo fagottino tra le sue braccia, aveva preso in mano la situazione. Aveva assunto la guida di quel manipolo di adolescenti impauriti e li stava conducendo verso la salvezza. «Piccola Judith» si lasciò sfuggire tra le labbra appena socchiuse, in un sussurro.
Facendo un ottimo lavoro di squadra i ragazzi stavano controllando il vagante con dei lunghi rami, mentre a Euclid era stato evidentemente assegnato il compito di mandarla K.O. lanciandole un sasso contro la testa. Il primo tentativo però non andò a segno. Hutchinson scatarrò e poi sputò a terra un grumo di muco verdastro. «Se la stanno cavando mica male» concluse, quasi che quello sputo fosse un segno di apprezzamento per l'operato dei ragazzi.
'Mica male' però non era sufficiente quel giorno. Nè nessun altro giorno a venire. 'Mica male' non li avrebbe salvati, nel momento del bisogno. 'Mica male' non li avrebbe fatti arrivare neppure ai diciott'anni. No, 'mica male' non gli serviva a nulla. Ciò che invece veramente gli serviva era la lezione. Una lezione che quel giorno sarebbe penetrata nelle loro giovani mente per poi depositarsi al suo interno, in qualche remoto angolo del loro inconscio, come uno strato di polvere.
Quella lezione se la sarebbero portata dentro per la vita, senza che neppure si rendessero conto di averla imparata. Come un vecchio giocattolo che non piace più, la lezione sarebbe stata trascurata, ignorata, quasi dimenticata... Fino al giorno in cui quella lezione sarebbe stata utile, anzi necessaria. Allora sarebbe spuntata fuori come un'illuminazione, scattando nella mente di uno di loro come un meccanismo ad orologeria, e avrebbe fatto l'unica cosa che serviva in quel momento: gli avrebbe salvato la vita. Anche nel giorno in cui lui non fosse stato accanto a sua sorella e suo fratello; anche quando lui fosse crepato di morte violenta o di vecchiaia. Anche allora, la lezione sarebbe sempre stata lì, a continuare il suo lavoro; il lavoro che un giorno né lui né suo padre avrebbero potuto più svolgere: proteggere i suoi fratelli.
«Maledizione!» bestemmiò Hutchinson all'improvviso.
Tutto era successo in un istante: il secondo sasso scagliato da Euclid era rimbalzato contro il ventre molle del vagante e aveva colpito in testa Hope, mandandola lunga distesa per terra. A quel punto la tenuta dell'impalcatura di rami era stata compromessa e quella vagante aveva avuto gioco facile nell'avventarsi contro l'unica figlia nata dal matrimonio tra Abraham e Sasha.
Bronson fu un fulmine nel tirare fuori la Smith & Wesson, ma lui fu ancora più veloce nel sollevargliela verso l'alto. «Aspettiamo!» gli ringhiò in faccia Carl sgranando il suo unico occhio, e nel mentre gli stringeva il polso in cui impugnava l'arma per impedirgli di fare fuoco.
«Che diavolo ti prende?» intervenne Hutchinson scuotendolo per una spalla. «Se succede qualcosa a Hope...» continuò, ma poi lasciò la frase a metà. Carl ad ogni modo non aveva bisogno che la completasse: non aveva certo bisogno delle spiegazioni di Hutchinson per sapere che Abraham sarebbe stato piuttosto incazzato nel sapere che la sua unica figlia era stata sbranata da un vagante per colpa sua. Il fatto era che né Bronson, né Hutchinson e neppure Abraham capivano fino in fondo quello che stavano facendo lì quel giorno. Non si trattava della Falcidia, né di ammucchiare, contare o carbonizzare vaganti. L'unica cosa che contava quel giorno era impartire una lezione.
E fu così che rimasero immobili, Carl e la sua Guardia, avvinghiati al guardrail come fossero ragazzini sulle montagne russe, a guardare Hope lottare e scalciare furiosamente contro quel mostro contro natura che incombeva sopra di lei, Andre crollare al suolo impotente, Judith precipitarsi a raccattare il suo ramo che le era volato di mano, Hersh paralizzato dalla paura che rimaneva immobile a fissare la scena...
«Carl-porca-puttana!» urlò Hutchinson.
Carl guardò ancora per un istante il vagante schioccare le sue fauci ad appena un paio di centimetri dal nasino all'insù di Hope, poi si volse verso Bronson e diede l'ordine: «Vai». Ma prim'ancora che Bronson avesse preso la mira, la testa della vagante esplose in una cascata di liquami verdastri e materia cerebrale putrefatta che investirono Hope in pieno volto.
Euclid sollevò al celo la pietra insanguinata dal cranio del mostro in segno di vittoria. «Evviva!» urlò gonfio di boria. «Ho salvato Hope! Ho salvato Hope!»
Hutchinson emise un sospiro, poi si volse a fissare Carl. «Merda...» cominciò a dire, ma ancora una volta non finì la farse, anche perché non c'era nulla da aggiungere.
Carl si tirò su facendo leva contro il guardrail, si aggiustò il cappello sulla testa e poi tirò giù la scala di corda. «Va bene, basta così!» urlò alle Reclute. «Siete stati in gamba oggi» ammise, «molto in gamba».
Tuttavia, quelle parole che in circostanze diverse li avevano fatti saltare di gioia, quel giorno sembrarono non innescare alcuna reazione. Rimasero a guardarlo come imbambolati i ragazzi, con i loro nasini per aria, i rami ancora stretti in pugno come spade, frastornati dallo shock o dalla paura.
O forse, si augurò Carl, dall'avere imparato una lezione.
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Anno 15 || The Walking Dead
Hayran KurguSe vi siete mai chiesti cosa succederà a Rick & Co. a distanza di 15 anni dall'Apocalisse Zombie, beh allora questa è la Fan Fiction di The Walking Dead che fa per voi. *** AGGIORNATA OGNI DOMENICA ***