Anno 15 || The Walking Dead

Stagione 1 | Episodio 13

Hershel Rhee guardò l'abito accuratamente ripiegato e riposto dentro la scatola e si chiese come fosse stato possibile farlo. Quanta cura e tempo ci voleva per piegare un abito in modo così preciso, in maniera tale che stesse perfettamente dentro la sua scatola? E poi perché farlo? Qualunque fosse il motivo, era così che facevano prima dell'Apocalisse.

«E' bellissimo, non è vero?» sorrise la giovane Reven, inserendosi nei suoi pensieri.

Hersh la guardò e pensò che quella ragazza aveva ragione: era per quello che quell'abito era stato ripiegato con così tanta cura e riposto in quella scatola, perché era bellissimo. Era anche stato avvolto in un foglio di plastica trasparente, di cui la Reven aveva tirato un paio di lembi perché lui potesse vedere bene l'abito, ma senza sfilarlo via del tutto.

«Tale e quale a come era stato prodotto e impacchettato quindici anni fa. Un abito pre-apocalittico nuovo, mai indossato, mai neppure tolto dalla scatole e forse mai toccato da nessun esser né vivente né morente» continuò a tessere lodi di quell'articolo la ragazza. «Una vera rarità» sentenziò infine.

I Reven erano arrivati ad Alexandria quel giorno, e non si sarebbero fermati a lungo. Il tempo di proporre le proprie mercanzie alla cittadinanza, scovare gli acquirenti più danarosi, concludere qualche buon affare dopodiché sarebbero ripartiti verso Lorton, Hilltop e gli altri insediamenti della Cinta Sud-Occidentale. Quando i Reven arrivavano in città, era sempre un po' una festa: oltre ai loro prodotti esotici, a quegli oggetti appartenenti a un'altra era, i Reven portavano con sé anche una ventata di allegria e spensieratezza.

I Reven rammentavano a tutti che la loro vita non era fatta solo di agricoltura, manutenzione degli edifici, pulizia dei fucili e Falcidie di vaganti, ma ci poteva essere dell'altro: un bell'oggetto, un capo raro, un pezzo unico. Qualcosa che aveva viaggiato attraverso il tempo e che mentre il mondo andava in rovina, mentre si consumava una battaglia cruenta tra Sopravvissuti e Vaganti, miracolosamente, per qualche ragione non meglio precisata, era arrivato sino al giorno d'oggi senza nemmeno una macchiolina di sangue sopra. Qualcosa che, come nel caso di Hersh, poteva ben essere un regalo eccezionale.

«Ehi, Hersh, ti sei fissato con quell'abito, eh?» gli chiese a un certo punto Andre, rompendo il silenzio. «Ma non vedi che è da donna?»

Hersh lo guardò strizzando i suoi occhi a mandorla. «Non è per me: è un regalo».

«Regalo?» replicò Andre con disgusto, poi scosse la testa con disapprovazione, scrollò le spalle e voltò i tacchi. «Vabbè, io do un occhio alle altre bancarelle, ci vediamo dopo».

Hersh neppure lo salutò, intento com'era a osservare l'abito azzurro dentro la scatola. Erano due giorni che stava cercando quell'abito, da quando cioè suo papà gli aveva consigliato di mettere a posto il gran pasticcio con Hope facendole un regalo. Che strane le donne: lui aveva sempre pensato che fosse tutta una questione di attrazione e sentimenti, e invece apparentemente il tutto si riduceva a un oggetto. Meno male che c'era stato suo padre a dirglielo, altrimenti lui da solo non ci sarebbe mai arrivato.

Per due giorni, quindi, si era arrovellato cercando di trovare il regalo giusto per Hope. Fare un regalo a una femmina non era affatto facile, aveva scoperto Hersh: lui non aveva la benché minima idea da dove cominciare, ragion per cui aveva iniziato a sondare in maniera informale tutte le donne che conosceva, evitando la sola Hope ovviamente: facendo domande apparentemente vaghe e disinteressate aveva cercato di capire cosa desideravano e cosa piaceva alle donne. Aveva chiesto a sua madre, a Judith, a Carol, a Olivia, a Michonne e perfino alla madre di Hope, Sasha Williams. Aveva chiesto insomma a donne molto diverse tra di loro e di tute le età e, a seguito di quell'accurato sondaggio, aveva fatto una sconcertante scoperta: le donne, ma proprio tutte le donne, amavano gli abiti.