=>L' alleato inaspettato

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-4 giorni
POV'S  PATRICIA
Ero seduta su una vecchia poltrona impolverata, davanti alla scrivania di Victor. Lui era intento a chiudere la tenda dell' unica finestra che illuminava la stanza, facendo così sprofondare lo studio nel buio.

I miei occhi erano vigili e osservavano ogni minimo particolare in cerca di una qualsiasi via di fuga, mentre le mie gambe erano pronte a scattare al minimo segno di pericolo. Il mio cuore al contrario pulsava normalmente e per quanto sembrasse strano ero calma , cosa che avevo imparato a fare per permettere al cervello di essere più lucido in situazioni come queste.

Victor si sedette e cominciò ad accarezzare il suo povero corvo impagliato. Notai quanto fosse teso e preoccupato, emozioni che non avevo mai intravisto sul suo viso. I suoi occhi continuavano a passare da me alla porta e scrutavano ogni minima cosa con diffidenza.

Più passavano i minuti e più la rabbia cresceva dentro di me. Se c' era qualcosa peggiore della paura, era l' attesa che accadesse qualcosa.

 Come se mi avesse letto nel pensiero cominciò a parlare.

<<Sono sempre rimasto meravigliato da ciò che lei e i Sibuna siete in grado di fare.>>  cominciò usando un tono di voce davvero basso, affinché lo sentissi solo io. <<A differenza dei vostri coetanei siete in grado di decifrare e risolvere enigmi scritti con geroglifici usati nell' antico Egitto, di superare prove difficili e spesso pericolose e di sconfiggere spiriti maligni e persone pazze...>>

<<è il nostro hobby preferito quello di sconfiggere  adulti che vogliono conquistare il mondo. Ma credo che lei lo sappia bene no?>> lo interruppi.

<<Ho sempre posto molta fiducia in lei Williamson e devo dire che non me ne sono mai pentito>> continuò appoggiandosi contro lo schienale della sua sedia.

<<Fiducia...>> ero davvero confusa. Cosa intendeva nel dire quella frase?

<<Però su un certo aspetto mi ha deluso sia lei che i suoi amici...>>

<<Oh l' abbiamo delusa? Veramente? Non sa quanto mi dispiace>> non sapevo da dove avessi preso tutto il coraggio nel rispondere così a Victor.

Sul suo viso comparì un piccolo ghigno che sparì subito.<<Non siete mai riusciti a distinguere quali fossero i vostri veri nemici. E questo vi ha sempre penalizzati in un modo o nell' altro>>

<<Credo che siamo in grado di...>>cercai di ribattere, ma fui interrotta dall' improvvisa serietà con cui Victor si avvicinò e con la grande velocità con cui parlò.

<<Purtroppo non abbiamo molto tempo. Il giorno della scadenza ormai è vicino e non potete neanche immaginarvi cosa accadrà se lo scettro cade nelle loro mani>>

<<Loro? Ma cosa...>>

<<Lei ha sempre commesso lo stesso errore degli altri. Avete sempre dato per scontato che io fossi cattivo e che fosse questo il motivo per cui vi metto i bastoni fra le ruote.>> il suo tono di voce era fermo, ma i suoi occhi supplicavano i miei di comprendere

<<Sta dicendo che in realtà lei è dalla nostra parte?>> dissi non credendo alle parole che uscivano dalla mia bocca.

<<Lo sono sempre stato. E siamo tutti in  pericolo. Senkhara ha osservato tutte le vostre mosse e non aspetta altro che voi superiate l' ultima prova. Per questo dobbiamo essere più astuti...>>

Se avessi detto che mi fidavo di Victor, avrei mentito. Ma perché avrebbe dovuto dirmi del piano di Senkhara se fosse stato dalla sua parte? Non sapevo se sarebbe stata la scelta giusta, ma forse era arrivato il momento di fidarsi di lui. <<Cosa dovremmo fare?>>

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