Capitolo 5

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Passo tutta la notte sognando tutti i modi possibili ed immaginabili per morire. Sogno di morire affogata, pugnalata, avvelenata e per giunta sepolta viva. Mi sveglio più di cinque volte con il fiatone ed il sudore, così alla fine rinuncio all'idea di prendere sonno.

Ella mi ha lasciato alcuni vestiti, così da potermi cambiare per l'allenamento. Mi metto una semplice canottiera nera, dei leggings scuri e delle scarpe da ginnastica, che sempre Ella mi ha lasciato. In questo posto fa ancora abbastanza caldo, così mi faccio un coda alta per far prendere aria al collo.

Guardo l'alba dalla finestra e osservo uno spettacolo meraviglioso assolutamente gratuito. Il cielo è celeste e con delle macchie sparse qua e là sui colori pastello. E' da tanto che non guardavo l'alba e mi ero dimenticata quanto questo spettacolo della natura potesse tranquillizzarmi.

Verso le sette della mattina, qualcuno bussa alla porta. <<Chi è?>> chiedo avvinandomi a questa.

<<Ella!>>

Mi alzo dal letto andando ad aprire alla ragazza. Lei mi sorride, ed io rivedo la somiglianza in alcuni tratti del suo viso con quelli della sorella. Anche Ella è vestita sportiva, ma al contrario di me, ha una treccia che le ricade morbida sulla schiena.

<<Sei già pronta?>> chiede sorpresa.

<<Si, non riuscivo a dormire.>>

<<Meglio, così non ti devo svegliare io.>> commenta ridendo e facendomi ridere a mia volta.

<<Andiamo agli allenamenti allora?>>

<<Si, Axel e Finn ci stanno aspettando.>>

Chiudo la porta della piccola stanza che mi è stata data, dopodiché seguo Ella lungo il corridoio.

<<Ti posso chiedere una cosa?>> chiedo esitante.

<<Chiedi pure.>>

<<Qual'è il tuo dono?>>

<<Il mio dono è quello del controllo dei venti.>>

<<Puoi provocare uragani e cose così?>>

<<Si, ma è molto stancante e pericoloso, sia per me che per quelli che mi stanno vicino.>>

Annuisco e penso al fatto che l'avrei voluto avere anche io il dono. Non so... forse mi sentirei un po' più speciale.

<<Ci vuole solo un po' di allenamento, molto presto lo avrai anche tu.>> mi rassicura Ella, capendo il mio stato d'animo.

Arriviamo nella grande sala da ballo d'orata, e da lì prendiamo il secondo corridoio sulla destra. Questo termina con una grande porta finestra, che da' su un giardino immenso.

Un grande salice è al centro del giardino, e tutto attorno ad esso, vi sono altri alberi a foglie verdi, ma più giovani. Alzo lo sguardo verso l'alto, e vedo che non c'è il soffitto, così da poter vedere il cielo. Più vado avanti con Ella, più sento un rumore di acqua che cade, proprio come quando c'è un temporale. Seguo Ella attraverso gli alberi giovani, avvicinandoci sempre di più verso l'origine del rumore d'acqua.

<<Ma è una cascata!>>

<<Si ed è l'accesso alla palestra.>>

Sono abbastanza confusa, ma osservo Ella andare verso lo specchio d'acqua. La bionda, mette un piede sull'acqua, e con grande sorpresa da parte mia, non affonda ma ci cammina sopra. La ragazza mi fa cenno di seguirla, così annuisco e mi avvicino al cristallino specchio d'acqua. Osservo l'acqua limpida sgorgare dall'alto, per poi passarmi sotto i piedi senza bagnarmi.

Questione di sangue: ExperimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora