Capitolo 29

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Una settimana fa sono scappata dalla Grande Casa e adesso il mio posto è il castello Poseidone. Le sirene mi hanno accolta come se avessi sempre abitato qui e così anche il mio popolo. Mi sto abituando ad essere chiamata principessa e ricevere inchini. Molti sudditi mi hanno mandato uova fresche, latte di mucca appena munto, verdure mature e pane fatto in casa dalle anziane signore del popolo. Inoltre Ran mi sta aiutando a trattenere il mio desiderio di sangue. Continua a tentarmi con il sangue serafico, ma io non voglio cedere.

Devo essere forte per i miei genitori, il mio popolo e si, anche per Finn. Non posso tornare indietro nel tempo e non rifare quell'errore, lo devo solo accettare. Tutti cadiamo in tentazioni e visto che non ho più sentito Ella, o Axel o perfino Finn vuol dire che non mi hanno perdonata. Li capisco, perchè ho tradito la loro fiducia e la cosa giusta da fare è allontanarsi da loro. Primo fra tutti Finn.

L'erba del diavolo non fa più uscire i miei tratti demoniaci, ed è già un miglioramento. L'unico vero problema è che il sangue ha ancora un profumo delizioso per le mie narici.

I demoni possono passare anche attraverso il fuoco, così Ran mi ha fatto esercitare anche con quello. Alla fine mi sono solo bruciata un dito, ma in fondo è un buon segno. Almeno non ho sviluppato uno dei poteri demoniaci più comuni.

<<Hai letto il diario di tua madre, Alyssa?>> mi chiede Ran.

Abbiamo appena finito anche oggi con l'allenamento. Il sangue serafico mi fa sempre meno effetto, forse sto riuscendo piano piano a bloccare la mia natura demoniaca.

Solo adesso mi ricordo che le dovevo chiedere della pagina strappata. <<Non ho potuto finirlo. L'ultima pagina è stata strappata di netto, ne sai qualcosa?>>

Ran si volta verso di me di scatto, sgranando gli occhi. Suppongo che non ne sapesse niente. <<Ne sei sicura Alyssa?>>

<<Certo che ne sono sicura, la vedo una pagina strappata, perché? Era davvero così importante?>>

<<Era la cosa più importante di tutte!>> si porta le mani tra i capelli. <<Quella pagina spiegava tutto, tutto...>> sussurra preoccupata tra se' e se'.

Non la riconosco più. L'ho sempre vista calma e riflessiva, anche quando le situazioni diventavano difficili. Adesso l'osservo mentre cammina avanti e indietro sotto il mio sguardo confuso, tenendosi i capelli biondi tra le mani in un gesto disperato. La sento bisbigliare cose fra se' e se', per poi scuotere la testa ed iniziare ancora a bisbigliare.

<<Se era così importante, per caso ti ricordi cosa c'era scritto? Lo hai letto anche tu?>> chiedo fermandola.

<<No, non l'ho letto. Tua madre mi disse che dovevi leggerlo solo tu, nessun altro. Mi ripeté più volte che l'ultima pagina era quella più importante.>>

Sentiamo bussare alla porta dello studio, così concedo il permesso per entrare. Una ragazza dai capelli castani ed un dolce sorriso mi fa un piccolo inchino prima di venire verso di me. <<Mia Signora, questa è per lei. E' arrivata poco fa.>> mi dice porgendomi una lettera.

<<Grazie.>> rispondo mantenendo lo sguardo fisso sulla busta bianca, non capendo chi possa mandarmi una lettera.

La ragazza abbassa il capo per poi uscire dalla stanza silenziosamente. Giro la lettera tra le mani, non vedendo neanche una scritta che mi possa rivelare il mittente. Alla fine l'apro estraendone un foglio di carta bianca. La scrittura è precisa e delicata e sono più che sicura di non averla mai vista.

"Ciao Alyssa,

Se stai leggendo questa lettera, vuol dire che la mia idea di mandarla al palazzo Poseidone era giusta. La vita qui alla Grande Casa è un mortorio da quando non ci sei più. Finn adesso sta bene, infatti si è ripreso anche se ha perso molto sangue. Non capisco ancora come tu abbia fatto, ma non ti odio per questo.

Questione di sangue: ExperimentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora