Il tempo non passa mai in questo posto, o forse sono io che per una volta nella vita non voglio che passi.
Un movimento mi fa voltare verso la sua origine, ovvero la cella davanti alla mia. Finn si sta svegliando e dopo poco ha già gli occhi aperti, con i quali osserva con attenzione tutto quello che lo circonda.
<<Maledizione siamo ancora qui.>> sussurra mentre si rimette in piedi.
Non voglio incontrare il suo sguardo, non adesso. Potrebbe farmi crollare in mille pezzi e questo non è il momento.
<<Hai scoperto qualcosa su questo posto?>> mi chiede mentre si leva la polvere dalla maglietta.
Mi volto un attimo verso Finn, per poi continuare a fissare il muro di mattoni davanti a me.
<<No.>> mento.
<<Allora dove ti ha portata Eris? A fare un giro turistico?>> mi chiede ironico.
<<Ha cercato solo di spaventarmi.>> mento ancora non cercando il contatto visivo.
Finn sbuffa per poi sedersi con la schiena contro il muro di mattoni. Mi porto le gambe al petto e appoggio la testa sulle ginocchia, inspirando profondamente. Non so quanto tempo mi resta prima della decisione, ma di sicuro sta diminuendo passo dopo passo.
<<Finn, se tu dovessi scegliere con il cuore o con la testa cosa... cosa sceglieresti?>> chiedo non trattenendo più questa domanda.
Finn mi guarda un attimo per poi scrollare le spalle. <<Dipende dal contesto.>>
<<Fondamentalmente è una cosa molto importante, che può portare molto dolore se si sceglie con il cuore. Con la testa invece si deludono molte persone, ma almeno non soffrono.>>
Finn inspira profondamente prima di guardarmi. <<Penso che sceglierei con la testa, perché non vorrei mai fare del male a coloro a cui tengo.>>
<<Anche a costo di deluderli?>>
Finn sbuffa e sorride amaramente, gesto che mi fa aggrottare le sopracciglia. Quando torna a guardarmi noto che il suo sguardo adesso è amareggiato. <<Le delusioni sono così comuni, che non mi sorprendono più ormai.>>
Annuisco debolmente per poi abbassare la testa, afflitta dalle parole di Finn. Rimaniamo così, in silenzio tombale, per diversi minuti finché Finn decide di romperlo. <<Vorrei poterti seguire nei meandri della tua mente, per poter capire chi sei davvero. A volte mi sembra di non conoscerti neanche.>>
Lo guardo e noto che adesso è in piedi, appoggiato alle sbarre di metallo. Vorrei potergli dire tutto, ma davvero non ci riesco. Ho paura che una volta rivelatogli la natura dei miei pensieri, lui li possa usare contro di me. Finché li terrò per me non potrò essere indifesa davanti agli altri. Sola, è vero, ma così facendo nessuno potrà mai riuscire a farmi perdere il controllo fino in fondo.
<<Non ti conviene capirmi... non ne vale la pena.>>
<<Non per me.>>
Mi volto verso di lui, ma il nostro contatto visivo viene interrotto dalla porta delle prigioni che si apre. Riconosco subito che è Eris a causa dei suoi grandi e lucenti occhi gialli, che sembrano ridere anche loro della nostra prigionia.
Eris viene verso la mia cella e l'apre con la solita chiave grigia. Rimango seduta sul pavimento freddo e sporco, guardandola con indifferenza.
<<Esci.>> mi ordina.
Capisco dal suo sguardo che vuole riportarmi da Gadreel. Quindi mi alzo ripulendomi dalla polvere, per poi uscire dalla cella.
<<Dove la porti?>> chiede Finn dalla sua cella, facendo sogghignare Eris.
STAI LEGGENDO
Questione di sangue: Experiment
ParanormalOrietur in tenebris lux tua. Come poter rivelare a tutti la tua vera luce, quando questa ti fa sentire sbagliata? Tutto è in equilibrio precario. La quiete illusoria. Il mondo adesso gira tutto intorno al sangue, che distrugge e confonde ogni cosa...