Sento un odore molto forte di sangue: il mio.
Quando riapro gli occhi, vedo che non mi trovo più nella piccola stradina dove Electra mi ha lasciata, ma in una cella. Con un lamento mi alzo in piedi, ma non avendo recuperato bene l'equilibrio, ricado sul pavimento freddo e sporco.
Una risata graffiante e profonda risuona nel piccolo spazio, facendomi gelare il sangue nelle vene.
<<Salve topolino...>>
Un ragazzo alto e moro esce dall'oscurità e si avvicina alla cella. Istintivamente indietreggio toccando la parete con la schiena.
Avvicinandosi riesco a vedere meglio i tratti del giovane ragazzo appena uscito dall'oscurità. E' un bel ragazzo, e mi ricorda molto il bello e dannato dei romanzi. I suoi capelli neri come il peggiore degli incubi incorniciano un volto pallido e deciso nelle forme.
<<Chi sei?>>
Il ragazzo davanti a me fa un altro sorriso, ma questa volta meno aperto e più inquietante.
<<Demetrio, non spaventare la nostra ospite.>>
Una ragazza entra dalla porta. Quest'ultima assomiglia molto al ragazzo. Dei lunghi capelli castani le ricadono sulle spalle, ed una pesante passata di matita ed eyeliner nero rende più tagliente il suo sguardo.
<<Jasmine, sorellina, non dubitare della mia ospitalità.>>
<<Lei sta per arrivare.>> lo informa arrivando al suo fianco, e lui le regala un bacio tra i capelli. <<Ma vuole rimanereda sola con lei.>> aggiunge Jasmine.
<<Cosa?!>> Demetrio le si allontana aggrottando le sopracciglia.
<<E' meglio se non ti opponi. E' stanca della tua insubordinazione.>>
Demetrio mi guarda e mi fa un sorrisetto malizioso, ma allo stesso tempo pauroso. <<Peccato, volevo giocare un po' con la nostra ospite.>>
Detto questo esce dalla stanza, lasciando me e Jasmine da sole. Deglutisco rumorosamente pensando in che guaio mi sono cacciata.
<<Dimmi dove sono.>> intimo alla ragazza, che sorridendo si avvicina alla mia cella.
<<Sei appena entrata nel tuo peggior incubo.>> dice chinandosi e parlando lentamente, rimarcando l'ultima parola.
Jasmine si gira dandomi le spalle e si avvia verso l'uscita. <<Che significa?! Torna qui! Dimmi dove sono! Cosa volete da me?!>> urlo cercando di farmi sentire anche aldilà della spessa porta di metallo.
Continuo ad urlare fino a quando mi sento la gola secca. Con dei colpi di tosse, crollo di nuovo al suolo, così chiudo gli occhi rassegnata per poi essere accolta da un silenzio inquietante.
<<Hai smesso finalmente...>>
Alzo di nuovo lo sguardo, e questa volta vedo una ragazza dai capelli color platino davanti a me.
<<Mi stavi rompendo i timpani.>>
<<Dimmi dove sono!>> urlo sbattendo i palmi delle mani sul pavimento.
<<Abbassa i toni. Non sei nella posizione adatta per dettare regole.>>
Guardo in alto per evitare lo scorrere delle lacrime. Mi sento incredibilmente stupida... Finn aveva ragione, e per orgoglio mi sono rifiutata di credergli.
<<Tu ancora non lo sai, ma io e te abbiamo davvero tanto in comune.>>
<<Ah davvero? Io non rapisco la gente senza un motivo.>>
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Questione di sangue: Experiment
ParanormalOrietur in tenebris lux tua. Come poter rivelare a tutti la tua vera luce, quando questa ti fa sentire sbagliata? Tutto è in equilibrio precario. La quiete illusoria. Il mondo adesso gira tutto intorno al sangue, che distrugge e confonde ogni cosa...