Una notte indimenticabile

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-Ancora non ti basta?- Ero piacevolmente esausta, non ricordavo di aver mai sudato così tanto in vita mia, forse quel giorno che mia madre mi costrinse a fare la maratona scolastica.. Ricordo che arrivai stremata al traguardo, ma no, niente superava quella notte folle.

-Non mi basta mai.- Rise allegramente e la sua risata armoniosa echeggiò in tutta l'azienda, armonizzando ogni stanza.

Io ed Alex avevamo fatto sesso nel bagno, più di una volta, ma ogni volta che terminavano un orgasmo, ne volevamo sempre di più e alla fine si era fatto tardi, le luci avevano iniziato a spegnersi, i dipendenti lasciavano silenziosamente l'azienda e noi continuavamo a volerci, così ci eravamo rinchiuse nell'ufficio di Alex e avevamo stappato uno dei migliori champagne che la corvina tenesse nascosto nel suo frigo-bar.
Le bollicine agirono in fretta, non reggevo l'alcol e mi bastava davvero poco per uscire di testa.
Era iniziato tutto come un gioco, ci eravamo tolte un pezzo per volta, lentamente e sensualmente, mentre una delle due sedeva comodamente in poltrona, o restava distesa sul divano, l'altra si spogliava sulle note di vecchie canzoni, musiche dimentiche, ma non abbastanza per non essere riportate alla memoria.

Avevo iniziato io a spogliarmi, il primo pezzo che sfilai via fu il reggipetto. Lo estrassi con accortezza da sotto il vestito e lo lanciai contro di lei ridendo.
Alex si era alzata dal divanetto e prima di unirsi a giocare con me, aveva bevuto un altro sorso di champagne, sperava che le bollicine le dessero alla testa, facendole dimenticare che stavolta avrebbe giocato secondo le mie regole.

La corvina avanzò lentamente nel suo stesso ufficio, le luci erano spente, per non essere notate dai corridoi. Alex camminava lentamente, incrociava i passi l'uno davanti all'altro, immersa nell'ombra. Le luci provenienti da fuori, illuminavano in parte la sua silhouette e di rado il suo volto veniva illuminato. Lei preferiva sedurti nel buio, prendeva le sembianze di un sogno bellissimo, ma allo stesso tempo troppo lontano per poter essere vissuto.

-Avvicinati Piper.- Sussurrò in un sospiro di voce, che sapeva di desiderio passionale.
Feci un passo nel buio, vedevo a malapena la sua figura, ma l'avrei riconosciuta anche con una benda sugli occhi, era inconfondibile il caldo che avvampava in emme ogni volta che i nostri corpi si avvicinavano.

Sentì le sue mani poggiarsi sulle mie spalle e poi lentamente scendere lungo la schiena, nell'intento di abbassarmi la zip.
Mi voltai non appena il mio corpo fu libero da inutili indumenti e la trovai alle mie spalle, sorridente e calda.
Protesi le labbra verso le sue e le unì in un bacio voracemente focoso, le sue mani stuzzicarono i miei capezzoli già duri, i suoi capelli ricaddero contro la mia spalla, solleticando la mia pelle sensibile.

Feci scivolare lungo le sue braccia le spalline e la osservai nella sua nudità formosa e perfetta.
Si inchinò di fronte a me e dapprima lasciò un bacio vicino all'ombelico, poi salì piano piano, sfiorando le sue labbra umide contro il mio corpo voglioso. Strinse fra le mani il mio seno e lo alzò leggermente, per baciare la parte sottostante, poi con la punta della lingua ripassò il contorno del mio capezzolo ed infine lo prese fra le labbra e lo accarezzò con l'umidità di esse.
Lasciai cadere la testa all'indietro e afferrai Alex per la testa, la tenni ferma nel punto in cui si era fermata, la indussi a succhiare più forte e lei rispettò i miei desideri.

Si alzò da terra e tornò a baciare l'incavo del io collo, per poi salire fino alle labbra e congiungerle nuovamente.

-Dove vuoi farlo stavolta?- Mormorò al mio orecchio, lasciando un minuscolo bacio anche sul mio lobo.

-Al vetro.- Risposi con certezza, indicando l'enorme finestre dalle quale si godeva di una vista spettacolare su tutta New York.

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