Famiglia... oppure no?

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-Cazzate! Queste sono informazioni pubbliche, puoi averle lette su internet, o su qualsiasi giornale, ho anche scritto un'autobiografia, perciò dimmi qualcosa che già non so.- L'aria non accennava a calmarsi, mi trovavo in mezzo alle due adesso e mostravo a Char il palmo, mantenendo Alex con l'altro.

-Non posso dirti niente perché non so niente di te, se non che sei mia sorella!- La ragazza alla mia destra avanzò un passo, il suo petto entrò a contatto con il mio palmo, sentivo la forza della braccia cedere e sapevo che dovevo inventarmi qualcosa per tenerle a bada.

-Perché non ci sediamo e parliamo da persone mature? Per favore.- Con la testa indicai con un cenno il divano davanti a noi. Char fu la prima a lasciare la sua presa di posizione, si mise a sedere con la schiena diritta sul divano. Alex seguì il suo esempio, si mosse nella stanza con arguta sfiducia e si sedette rigidamente dall'altra parte del divano, io ovviamente nel mezzo.

-Bene.- Iniziai riprendendo fiato e incrociai le mani sui ginocchi -Allora Char cosa vuoi dire a Alex?- La guardai con estrema gentilezza, non ero sicura di potermi fidare di lei, ma d'altronde quale altro motivo poteva avere? Perché mentire su un argomento tanto delicato? Non aveva alcun senso.

-Voglio dirle che lei è mia sorella e ne sono sicura al cento per cento. Questa casa è dove lei ha passato la sua infanzia, dove io ho trascorso gli ultimi anni e questa è solo una delle tante cose che abbiamo in comune. Deve solo ascoltarmi.- Mentre parlava cercava con lo sguardo Alex seduta alla mia sinistra. Le sorrisi debolmente e mi girai verso la corvina.

-Alex è il tuo turno, che cosa vuoi dire a Char?- Estesi un sorriso amorevole nella sua direzione. Per lei non doveva essere facile, non le piacevano le sorprese e non si fidava di nessuno, mai! In quel momento dentro di lei si stava scatenando un uragano di emozioni e avanzava distruggendo qualsiasi certezza trovasse.
No, non era facile.
L'unica cosa che avrei voluto fare era stringerle la mano, baciarle la guancia, accarezzarle un braccio, spostarle la ciocca di capelli dietro l'orecchio, oppure abbracciarla forte e lasciarle un bacio sul collo, ma dovevo essere imparziale, per poter dare loro la possibilità di conversare.

-Alex cosa vuoi dire a Char?- Ripetei quando non ricevetti nessuna risposta dalla donna, ma solo uno sguardo rosso di rabbia.

-Di fottersi.-

-Davvero?! Io sono tua sorella!- Char scattò in piedi, si indicò il petto e scandì le parole che quella volta irritarono ulteriormente le orecchie di Alex.

-No tu non sei nessuno.- Anche Alex scattò in piedi e la fronteggiò con grinta -E anche se fossi mia sorella, abbiamo vissuto ventinove anni lontane, possiamo continuare a farlo.- Concluse con un tono basso, ma micidiale. Le sue parole fecero venire i brividi anche a me.
Era normale che non le credesse, che fosse arrabbiata e si sentisse presa in giro, ma dannazione doveva almeno provare a darle una possibilità!
Alex era già uscita dalla casa, mentre io ero ancora seduta sul divano.
Mi alzai lentamente e salutai imbarazzata Char, la quale mi guardò come se fossi una pazza. Mi allontani indietreggiando e uscendo fui pure capace di dire

-Con permesso...- Come se fin ora fossimo state molto educate!
C'era proprio bisogno di alcool. O sesso. Meglio tutte e due.

......

Alex camminava lontana da me, passi lunghi e distesi, marcava la sabbia con il tallone degli stivali e le sue impronte erano ben marcate nel terreno.
Le correvo dietro urlando il suo nome, ma lei faceva finta di essere sorda, continuava a camminare ignorando i miei richiami.

-Ti vuoi fermare per favore?- L'afferrai per le spalle e la voltai con forza verso di me. Il suo volto era attraversato da un cipiglio, le guance arrossate dalla rabbia, le labbra chiuse in una linea aspra.
Sospirai e prima di dirle qualsiasi cosa la strinsi in un abbraccio inaspettato. Lei rimase immobile per qualche secondo, forse scossa dalla precedente situazione, o dalla forma delle mie braccia contro il suo collo. Infine si lasciò andare e ricambiò stringendomi più forte.
Le sue mani accarezzarono dapprima la mia schiena, poi salirono sulle spalle e si aggrappò con disperata violenza contro di esse.

-Alex potrebbe essere davvero tua sorella.- Provai a dirle mentre eravamo ancora abbracciate sul ciglio della strada.

-No Piper. Se fosse mia sorella lo saprei, c'è qualcosa, una sensazione, forse sbagliata, ma c'è e mi dice che quella ragazza mi sta nascondendo qualcosa, non è sincera. Non è mia sorella.- Con una mano accarezzò gentilmente i miei capelli come se avesse bisogno di restare a contatto con me per poter affrontare l'argomento.

-Alex è normale tu sia sopraffatta da questa sensazione, perché è stata una tale sorpresa che è quasi impossibile crederci, ma tu dovresti almeno provarci. Parlale.- Provai a convincerla. Appoggiai la testa sulla sua spalla, in quel momento non riuscì a distinguere se fosse lei ad avere bisogno di me, o io di lei.

-Piper non è mia sorella. Lei non è mia sorella, ci sta nascondendo qualcosa Piper.- Provò a convincermi, ma io le ricordai che darle un'occasione le avrebbe portato un rimorso al massimo, sempre meglio di portarsi dietro un rimpianto.

-D'accordo le parlerò, ma solo se stasera mi fai dormire con te.- I suoi occhi guardarono dentro ai miei come se stesse interpretando un quadro.
Lei non solo era arte, ma mi faceva anche sentire tale.

-D'accordo.- Mormorai deglutendo. Dormire con lei era quasi meglio di farci l'amore, forse molto meglio.

-Però prima andare a bere.- Sottolineai afferrando la sua mano e trascinandola via, mentre la sua risata riscaldava il mio cuore.

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