Io non scapperò

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-Sei stranamente silenziosa Piper.- Mosse i capelli in avanti e con il suo profondo sguardo tentò di accertarsi che andasse tutto bene.

-E tu stranamente chiacchierona.- Sorrisi, nascondendomi  dietro ad un altro argomento e non solo al cucchiaio di minestra.
Ero irrequieta, la cena stava andando benissimo, era tutto perfetto.. il cibo era delizioso, la compagnia ottima, ma un pensiero punzecchiava la mia mente, rendendomi particolarmente nervosa.
Una cosa che l'apparenza sarebbe sembrata una sciocchezza, ma Alex mi aveva invitato indirettamente a casa sua e pensare di varcare la porta della dimora proibita, mi spaventava.

-Non divagare con me.- Il fiacco sorriso dipinto sul suo volto svanì, non appena provai a spostare l'attenzione su di lei.
Alex era un'attenta osservatrice, capiva le persone, le studiava attentamente ed era anche grazie alla sua scrupolosità che era riconosciuta in tutto il Paese; se l'azienda fosse stata in mani diverse, non avrebbe raggiunto la solidità che Alex era riuscita a darle.

-Sono solo un po'.. nervosa, forse emozionata.. non lo so.- Sollevai le spalle, facendole credere che fosse una cosa da niente, un'ansia superficiale, ma credo che furono i miei occhi a tradirmi.
Cercavo di mantenere un certo distacco, quantificavo le parole e pensavo i gesti, perché un minimo sbaglio le avrebbe fatto intuire che mi ero isolata in una bolla di sapone, ed ammettiamolo, Alex teneva un ago a pronta a disposizione, avrebbe fatto scoppiare le mie impostazioni in pochi secondi, spargendo il pavimento di piccole bolle di sapone, i resti delle mie preconcette prevenzioni.

-Ti faccio sentire nervosa Piper... Se fossi una donna timida arrossirei.- Ridacchiò sarcastica, anche le sue fastidiose battute, pensate per sottolineare la sua fredda personalità, la rendevano una donna affascinante. Alex Vause brillava di luce propria, anche in una notte di stelle cadenti, gli occhi avrebbero preferito ammirare lei, con lo sguardo rivolto verso il mio cielo e le labbra schiuse, stupefatta dallo spettacolo che si dipingeva in alto.

-Non manchi mai di sarcasmo.- Il cameriere venne a portarci via i piatti, la nostra conversazione si fermò per quei pochi istanti, ma i nostri sguardi non si lasciarono per un secondo, una linea curva all'insù delineò il sorriso malizioso di Alex.
Mentre il ragazzo stava ancora portando via i piatti sporchi, la corvina davanti a me, fece scivolare segretamente il piede contro la mia gamba. Sussultai, irrigidendo le spalle, colta d'improvviso da una scarica elettrica folgorante.
I suoi occhi non lasciarono per un secondo i miei, era come se essi assumessero le sembianze di un essere umano e riuscissero a toccarmi con mani gentili.
Il suo piede sfiorava lascivamente la mia pelle, inducendomi al piacere, semplicemente con un tocco effimero.
Quando restammo da sole, la sua mano si avventò velocemente contro la mia coscia e mi trascinò più vicina a lei.

-Siamo in un luogo pubblico..- Le ricordi a bassa voce, guardandomi minuziosamente attorno, avevo paura che occhi indiscreti ci stessero guardando, ma il locale era parzialmente vuoto e le poche persone che sedevano li, erano impegnate a mangiare, o parlare.. nessuno faceva caso a noi.

-E allora?- Sussurrò sorridendo vicino al mio orecchio. Il suo respiro solleticò il mio collo, facendomi rabbrividire all'istante.
Nessuno aveva mai esercitato un tale potere su di me, non ero mai abbastanza pronta all'effetto che Alex suscitava in me.
La sua mano salì lungo la mia coscia, le sue dita accarezzarono desiderose la mia pelle, sentivo il formicolio percorrere i suoi polpastrelli, renderli evidentemente arrossati, come quando si comprime un nervo, ma quella è una sensazione spiacevole, la sua era vigorosamente passionale.

-Alex ti prego..- La supplicai a denti stretti. Razionalmente sapevo che era sbagliato commettere atti osceni in luoghi pubblici, ma se la sua mano avesse osato un po' di più, non sarei riuscita a fermarla.

-Se vuoi che smetta, basta dirlo.- Mi baciò furtivamente il collo, lasciando impressa la forma delle sue labbra. Quando si distacco qualche centimetro da me, percorsi con un dito lo stampo lasciato dalla sua bocca sul mio collo, era come se avesse inciso un tatuaggio, semplicemente baciandomi in un punto.
La sua mano continuava a salire e adesso aveva alzato il mio vestito, arrivando fino al mio inguine. Il suo dito indugiò sul filo delle mutandine, trattenevo il respiro, aspettando il
momento in cui avrebbe premuto sul mio sesso, entrando infine dentro di me, ma quel momento non arrivò.

Il cameriere tornò per consegnarci il conto, ed Alex sfilò rapidamente la mano dalla mia intimità, prima che venissimo scoperte.
Pagammo velocemente il conto, ed uscimmo dal ristorante a testa bassa, come se avessimo lasciato parte del nostro desiderio aleggiare dentro al locale e qualcuno lo potesse notare fra le pieghe della tovaglia, o le sedie ravvicinate, oppure nella fretta di lasciare il posto, per poter consumare la nostra passione altrove.

Alex ed io camminammo per qualche metro senza dire niente, poi i nostri sguardi si cercarono e la loro anima spiritosa, ci fece scoppiare in una risata fragorosa, che spezzò il lento equilibrio del calar della notte.

Corremmo alla macchina e senza aggiungere niente, semplicemente ridendo, percorreremo la strada che portava a casa sua.
Senza dar nell'occhio, studiai attentamente ogni particolare nascosto nel buio, volevo sapere in che parte della città viveva, come fosse non solo la sua camera da letto, ma anche la strada che percorreva per tornare ogni notte a casa.
Notai diversi alberi, poi un lungo pezzo di strada, dal quale si vedevano le luci della città in lontananza, piccole come lucciole, poi di nuovo alberi ed infine un cancello in ferro battuto, dietro al quale si estendeva un giardino puntellato da fiori colorati.

Alex entrò dentro al viale con la macchina e la lasciò direttamente davanti al portone.
La casa era più o meno come l'avevo immaginata, esageratamente grande, la facciata era giallastra, con una terrazza quadrata sulla destra, che si affacciava sulla città, la quale appariva lontana e sfiancante, vista dall'alto.

La corvina mi guidò dentro alla sua dimora, l'interno era ancora più bello.
Non aveva adottato uno stile moderno, ma più rustico e mi piaceva come l'arredamento si adattava allo stile della casa.
Alex si tolse le scarpe velocemente e le lasciò vicino alla porta di casa, non mi diede nemmeno il tempo di sfilarmi i tacchi, che già mi stava trascinando nella sua stanza.

Spalancò la porta e il desiderio che l'aveva assalita a ristorante, avvampò di nuovo in lei. Mi afferrò per i fianchi e mi attirò con forza a lei, facendo scontrare i nostri corpi in un'esplosione di bramosia.

-Aspetta, aspetta..- Ci misi tutta la forza per distaccarla da me, perché in quel momento mi sarei concessa interamente a lei, avrei condiviso il piacere senza freni, ma non potevo perdere quella possibilità.

-Hai detto che avresti risposto ad un'altra domanda.- Le lasciai un bacio sulle labbra, morbido e veloce. Alex rimase ad occhi chiusi e sospirò contrariata, infine annuì, per mantenere la parola data, ma avrebbe sicuramente preferito prendermi nel suo letto.

-Hai detto che hai fatto soffrire tante persone.. cosa intendevi?- Sembrerà una domanda banale, molto scontata, ma quando Alex parlava delle persone del suo passato, c'era sempre qualcosa di cupo nel suo sguardo e non poteva essere un ricordo superfluo, doveva essere un'immagine fissa, qualcosa che l'aveva profondamente cambiata e chissà, magari era per colpa di quell'evento che era diventata così fredda.

-Lo vuoi sapere davvero Piper?- Chiese, leccandosi nervosamente le labbra, fino a farle diventare rosse.
Inclinai la testa e la guardai perplessa.. Certo che lo volevo sapere, ma quella domanda mi portava a chiedermi, che cosa mi stesse nascondendo.

-D'accordo te lo dirò, ma sappi che questo ti spaventerà e forse vorrai solo scappare e allontanarti il più possibile da me. Sei ancora sicura di volerlo sapere?- Mi scostò dolcemente i capelli dietro all'orecchio e mi baciò a lungo, un bacio sentito, come se fosse davvero sicura che quello sarebbe stato l'ultimo.

-Alex io non scapperò. Lo voglio sapere.- Morivo dalla voglia di saperlo, finalmente si sarebbe rivelata a me e non mi importava quanto fosse orrendo il suo segreto, sarei rimasta comunque... Solo quando iniziò a raccontare, sentì un brivido di terrore scorrere sotto pelle.

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Ciao a tutti! Mi dispiace di aver aggiornato così tardi, purtroppo è stata una giornata impegnativa.
Spero che il capitolo vi piaccia e ringrazio tutti per i vari commenti, le parole gentili spese via messaggi e tutto il resto! Davvero grazie.

A domani❤️

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