Ti lascio andare

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-Alex spostati..- L'allontanai, premendo i palmi delle mani contro il suo petto e spingendola via con decisione.
Lei si voltò dall'altra parte e si nascose gli occhi sotto le mani, prendendo il viso fra i suoi palmi. Quell'attimo di debolezza le faceva provare vergogna verso se stessa, un sentimento che si rinnovava in lei e faceva cadere tutte le regole che si era imposta in amore fino ad ora.

-Non ti capisco. E non ti capirò mai, perché tu non me ne dai la possibilità.- Sistemai il vestito, stirando le pieghe che si erano formate lungo i fianchi.
Rimasi ferma contro la porta, volevo avvicinarmi a lei e parlarle, ma sapevo che in quel momento Alex stava issando le barriere che per un attimo aveva abbattuto e avvicinarmi sarebbe stato peggio.

-Io.. io vorrei che tu chiarissi ciò che provi. Non puoi affermare di volere solo sesso e poi dare sfogo alla tua gelosia, come un'innamorata pazza.- Ancora mi confondeva il suo comportamento e parlarne, era un labirinto senza uscita e mi stava perdendo dentro ad esso. Parlarne aumentava solo le mie perplessità, a tal punto che mi assalì un mal di testa stordente.

-Mi tieni intrappolata in un rapporto irrazionale.- Massaggiai con forza le tempie e mi sedetti sulla poltrona, sentivo che non solo la mia lucidità iniziava a cedere, ma anche i ginocchi erano diventati molli e instabili.

-Ha ragione.- Pronunciò infine, continuando a darmi le spalle -Non avrei dovuto lasciarmi andare, ho sbagliato. Cancella tutto.- Fece un rapido gesto con la mano, come se potesse cancellare tutto, semplicemente alzando l'aria attorno a lei.

-Possiamo parlarne un attimo?- La supplicai a bassa voce.
Alex si girò verso di me, la prima cosa istintiva che feci fu di guardare dentro ai suoi occhi, captare i segnali che si disegnavano nelle sue iridi bianche, ma non c'era niente, era come se in quel poco tempo avesse annullato tutti i suoi sentimenti, rendendo i suoi occhi diafani come il cielo in estate.

-Non c'è niente di cui parlare. Devo lavorare e tu pure. Ripeto..- Si sedette sulla sua poltrona, con un'eleganza distaccata, un atteggiamento che non ammetteva repliche -Cancella tutto.-

-Non voglio cancellare tutto! Smettila di ripeterlo!-Mi irritai, sentivo la frustrazione scuotermi ogni nervo, se avessi potuto avrei rovesciato la scrivania... stavo perdendo l'autocontrollo.
Dopo un silenzio prolungato, nel quale Alex mi guardò furiosa nel suo simbolico sguardo da capo, mi alzai dalla poltrona con un balzo, come se l'oggetto sotto di me avesse improvvisamente preso fuoco.

Il suo silenzio era la peggior arma che potesse sfoderare, ti uccideva lentamente, come il tempo.

-Alex se provi qualcosa per me, non è una vergogna, è umano.- Mi girai di scatto verso di lei, avvampai di speranza, l'unico sentimento in grado di illuderti fino alla fine dei tuoi giorni.
Non so se fosse più spietato il suo disarmante silenzio, o la mia vana speranza.

Presi le sue mani fra le mie, lei tentò di divincolarsi dalla presa, ma lasciò che mi cullassi in quel fuggevole contatto per ritrovare la calma di cui avevo bisogno.
Portai i dorsi delle sue mani contro la mia guancia e socchiusi gli occhi quando la sua pelle morbida sfiorò la mia guancia arrossata.
Mi ricordai della notte precedente, dell'eterno momento in cui Alex aveva condiviso il suo tremendo passato con me e dell'amore che era scoppiato in noi pochi minuti dopo.

-Piper..- Stavolta sfilò la sua mano tremolante dalla mia e mi lasciò un vuoto nel palmo, come se la mia mano non avesse forma propria, se non stringeva la sua.
Mi ero lasciata trasportare dai sentimenti, rendendomi fragile e puerile ai suoi occhi.

-Io non posso darti quello che ha lui da offrirti.- Mormorò sotto voce, come se stesse parlando a se stessa e non a me.

-Alex... lui non ha niente che tu non abbia.- La rassicurai, mentre la mia mano avanzò inevitabilmente verso la sua, come se lei fosse stata una calamita.

-Invece si.- Scostò la mano, evitando il contatto fra le nostre dita e la nascose sotto al tavolo
-Lui può darti amore.-

Improvvisamente realizzai. Mi discostai dalla scrivania e tornai lentamente in posizione eretta.
La mia mente ci aveva messo un po', forse avevo divagato per evitare l'unica soluzione possibile, ma adesso era chiaro e pretendere di non sapere sarebbe stato inutile.

-Tu non mi vuoi.- Ammisi incredula, come se pronunciarlo ad alta voce confermasse i fatti.
Finché le idee restano nella mente è un conto, ma quando si dà libero sfogo ai pensieri, è un'altro.

-Ma che stai dicendo?- Chiese Alex con evidente stupore. Sapeva benissimo di cosa stavo parlando, ma forse era troppo vigliacca per ammettere la verità, o ancor peggio, credeva che non sarei stata in grado di affrontarla.

-Tu non mi vuoi più. Mi hai sempre messo in guardia, ricordandomi quante donne hai avuto, la tua impossibilità ad amare. Mi hai considerato solo un giocattolo e ammetto che sapevo di essere trattata da tale, ma adesso hai trovato qualcosa di meglio e mi scarti. Non mi vuoi più.- Incrociai le braccia al petto e aspettai una sua risposta, che ovviamente tardò ad arrivare.
Avevo scoperto il suo subdolo gioco e adesso Alex non sapeva come difendersi.

-Tu sei impazzita.- Si alzò dalla comoda poltrona, aveva un sorrisetto strano sul volto, come se avesse preso la mia spiegazione per gioco. Credeva che stessi scherzando, ma non era mai stata più seria in vita mia.

Aspettò che dicessi altro, mentre mi guardava con le labbra socchiuse e quel sorrisetto leggermente disegnato agli angoli della bocca.
Non aggiunsi niente, le mie motivazioni erano più che valide, doveva essere lei a controbattere.

-Piper non si tratta di questo. Ti voglio, dannazione certo che ti voglio, ma sei giovane e Larry può offrirti una relazione duratura, qualcosa di vero. Non posso permetterti di bruciare l'occasione di avere una vita normale per costringerti a restare fra le mie braccia.- Le sue parole erano sincere.
Conoscevo i bugiardi e lei non lo era.
Le persone che mentono non ti guardano mai negli occhi, mentre Alex non aveva distolto per un secondo lo sguardo dal mio.
Le persone che mentono hanno la voce insicura, ma lei non aveva perso per un attimo la sua compostezza.
Le persone che mentono trasmettono vibrazioni negative, come se le loro bugie tagliassero l'aria nella stanza, ma le uniche vibrazioni che mi erano arrivate da parte sua erano oneste, con quel pizzico di voluttà che addolciva il tono della sua voce.

-Allora perché mi allontani costantemente?- Non avevo più neanche la forza per rispondere, usai le ultime energie per domandarle quale fosse la verità. 

-Perché sei degna di qualcuno migliore di me. Non voglio spezzarti il cuore.- Le sue parole, anche se involontariamente, mi colpirono come un forte pugno allo stomaco e mi presi un momento per riprendere a respirare.

-Tu mi sottovaluti. Il mio cuore non si spezzerà per opera tua.- Risposi con decisione, ma dentro di me fui colta da un'insicurezza vacillante. Quello era l'ultimo tentativo per tentare di farla ragionare... Per non perderla.

-Meglio così... ma non voglio comunque rischiare. Adesso ti prego lasciami. Devo lavorare.- Si risedette sulla poltrona e abbassò la testa sopra ai suoi documenti.

La guardai un'ultima volta e pensai di dirle tutto ciò che provavo, non avevo nulla da perdere, ma non volevo dargliela vinta.
Volevo dimostrarle che il mio cuore non si sarebbe mai rotto a causa sua, così uscì dall'ufficio e mi richiusi la porta alle spalle.

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