Una serata da... dimenticare

3.5K 155 22
                                    

-No Lorna te lo puoi scordare! Non indosso quel vestito! Mi scambieranno per una prostituta.- Incrociai le braccia al petto, rifiutando categoricamente di indossare l'abito che la mia amica aveva scelto per me.
Era un top rosso, che univa la parte sotto con un finissimo filo d'orato e i pantaloncini erano troppo corti, lasciavano intravedere ogni cosa.

-Ah adesso ti vergogni?! Sei stata fin ora  la dolce schiava di Alex Vause e ti lamenti di un vestito! Dio certe volte vorrei prenderti a schiaffi.- Lorna rimise con foga l'abito dentro all'armadio e ne tirò fuori un'altro più sobrio.
Era di un colore salmone, molto meno appariscente e soprattutto copriva interamente il corpo.

-Grazie..- Mi avvicinai a lei con un sorrisetto sarcastico e prima di chiudermi dietro le tende del camerino le sussurrai all'orecchio -E vaffanculo.- E tirai con forza il tessuto blu, impedendole di replicare.

Rimasi da sola nel camerino. La mia esile figura si rifletteva allo specchio davanti a me.
Mi guardavo nel vetro ed era come se non vedessi niente.
Avete presente quell'agonizzante sensazione di scomparire? Quella che ti attorciglia lo stomaco fino a star male.
Una mattina ti alzi, ti guardi allo specchio e improvvisamente non ci sei più. Quell'immagine riflessa non ha niente a che vedere con te.
Non è un fatto fisico, perché si sa che è i mutamenti sono naturali e irrefrenabili, ma è come se quello specchio ti desse la possibilità di guardarti dentro, come uno scanner a raggi X e improvvisamente vedi una gran confusione, qualcosa che prima sfuggiva all'occhio umano.
E se non trovate organi in subbuglio, allora potrete notare un corpo diafano, trasparente e quasi inesistente.
E che succede quando non c'è più niente dentro di noi?
Come si sopravvive alla sensazione di essere corpi vuoti?

-Hai fatto?- La squittente voce di Lorna mi riportò alla realtà. Scossi la testa, quei pensieri rimbalzarono pesantemente da una parte all'altra, impiegai tutta la forza di volontà che avevo per scacciarli definitivamente.

Il mio sguardo si abbassò sul vestito che ancora stringevo fra le mani.
Quelle idee mi avevano trasportato lontano, così lontano che non ricordavo nemmeno di essere nel camerino di un negozio economico di New York.

-Io.. uhm.. ho quasi fatto.- Inventai, mentre velocemente toglievo le scarpe e mi arrangiavo a sganciare la fastidiosa zip.

Indossai l'abito e fui positivamente sorpresa da come il color salmone risaltava i miei occhi e facesse brillare la pelle rosea.
Uscì dal camerino e mostrai a Lorna il vestito, allargai le braccia per farle vedere meglio i dettagli, che per lei erano fondamentali.

-Ti sta benissimo!- Saltellò esaltata. Venne verso di me ridendo e mi abbracciò forte.
La ringraziai per l'aiuto e mi voltai per tornare a cambiarmi, ma non potevo evitare di chiederle una cosa.

-Lorna credi davvero che io fossi la schiava di Alex?- Era la mia migliore amica e sapevo che sarebbe stata sempre sincera con me, per questo avevo bisogno di sapere cosa pensasse della mia storia con quella donna.
Forse solo io mi ero illusa che fosse scattato qualcosa fra di noi, un sentimento ricambiato, che forse non era amore, semplicemente la voglia di restare abbracciate fino alla fine del Mondo, cosicché quando sarebbe esploso noi ce ne saremo andate sorridendo.

-No Piper..- La sua mano scivolò gentilmente sui miei capelli e mi accarezzò la testa confortandomi come una bambina alla quale è appena volato via un palloncino -Penso che tu fossi la sua dolce puttana.- Lo disse con un tono compassionevole, come se avesse dovuto rassicurarmi.

-Bene.- Dissi stringendo le labbra in una linea dura che assomigliava vagamente ad un sorriso ironico -Mi vado a cambiare ehh..-

E mi rintanai nel camerino.

ProhibitionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora