Prologo - Il sogno

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Astra si trovava in un'oscura foresta, nascosta dietro una folta felce. Stava osservando un fuoco acceso che riscaldava quella fredda notte umida di luna piena. Un cavaliere solitario guardava intensamente le fiamme, come se gli stessero parlando. Nella penombra, la ragazza-elfo non riusciva a vederlo in faccia, e presa dalla curiosità e da un'innaturale temerarietà cambiò angolazione per vederlo meglio. Si nascose leggiadra dietro un faggio, e fu allora che lo vide.
Era bello come un principe. Anche da quella distanza poteva chiaramente distinguere i tratti leggeri del suo volto, fini come i suoi. Occhi verdi, capelli scuri, corporatura perfettamente atletica. C'era qualcosa di familiare nel suo portamento, ma non riuscì a capire cosa. Ancora una volta si mosse come se non fosse lei a comandare il suo corpo, e in un attimo fu accanto a lui. Lo riconobbe. Era Eragon, ammazzaspettri e ammazzatiranni, salvatore di Alagaësia, amico degli Elfi, dei Nani e dei Varden. Aveva la sua leggendaria spada di fuoco, Brisingr, poggiata in grembo.
Quanti racconti aveva sentito su di lui, il suo piccolo amico di Caravall, che da contadino era diventato Cavaliere dei Draghi, come del resto anche lei. Chi l'avrebbe mai detto che dopo dieci anni si sarebbero rivisti?
Ma lui non la vedeva. Continuava a fissare il fuoco come se vi stesse cercando delle risposte.
"Eragon?" Sussurró timorisamente Astra. Nessuna risposta. "Sono Astra, eravamo amici da piccoli, ti ricordi?" Ancora nessuna risposta. Erano passati tanti anni da quando c'era stato quell'incidente nella stalla di suo padre. Quando ancora non riusciva a controllare i suoi poteri... Basta pensarci. Brom mi ha portato da Eldoar ed è andato tutto bene, anche per i miei genitori.
Il vecchio cantastorie del paese, Brom, non appena ebbe riconosciuto le sue doti magiche, aveva convinto i suoi a portarla nelle terre del nord, dove un suo caro amico, il Cavaliere Eldoar, avrebbe potuto crescerla ed addestrarla lontano da occhi indiscreti. Aveva così salvato la piccola Astra dal rogo destinato alle streghe. In paese i suoi avevano raccontato di averla mandata a vivere dagli zii a Daret per darle una vita migliore. E così non vide più il suo dolce amico Eragon, nè suo cugino Roran.
Probabilmente non si ricordava. Nessuno si ricordava mai di lei.
Fece per avvicinarsi quando sentì un ramo rompersi in lontananza. Si girò nella direzione del suono giusto in tempo per vedere una banda di uomini-senza-dolore armata fino ai denti, pronta per l'agguato.
Aveva già la mano sull'elsa della sua spada quando si sentì sprofondare nel buio. Da quel buio, una voce senza tempo le disse: "Trovalo. Salvalo."
Ed Astra si svegliò di soprassalto.

Eragon - La Seconda ProfeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora