Astra aveva trascinato Eragon in un posto più sicuro in cima a una collina. Era stata una fatica piuttosto intensa, dato che Eragon era svenuto; insieme erano riusciti a sconfiggere coloro che gli avevano teso un'imboscata, ma questo non servi a tranquillizzare Astra. Per di più, si sentiva in colpa per aver inavvertitamente colpito alla testa il povero Cavaliere: lo aveva scambiato per un nemico e quindi attaccato, ma per fortuna lo aveva solo tramortito.
Poteva andare peggio ripeteva a se' stessa. Ma quando si sveglia cosa gli dico? Hey ciao ti ricordi di me? Giocavamo insieme da bambini, e adesso ti ho preso a legnate e fatto perdere i sensi per salvarti!
Astra gli aveva fasciato la testa e curato le ferite, inoltre aveva preparato una pozione che avrebbe lenito le loro sofferenze.
Neanche lei ne era uscita illesa: d'altronde erano in netta minoranza. Saphira e Sharon erano arrivati troppo tardi per poterli aiutare; in compenso ora erano a guardia della grotta in cui si erano rifugiati. Saphira sembrava piuttosto sorpresa di conoscerli, ma soprattutto contenta: non le piaceva essere uno dei pochi draghi rimasti e scoprirne di nuovi era sempre una buona notizia per lei. Essere l'unica femmina della sua specie non doveva essere una cosa facile. Era proprio un tipo tosto.
Ad Astra, Saphira piaceva tantissimo: era una dragonessa intelligente e aperta al dialogo, cosa che era indispensabile per giustificare la loro esistenza senza essere ritenuti dei nemici segreti anziché alleati.
Lei e Sharon le avevano spiegato tutta la loro storia, dove erano cresciuti e le poche avventure che avevano vissuto, da quanto tempo erano sulle tracce degli uomini-senza-dolore e come stavano cercando di capire chi li evocava e per quale motivo. Al risveglio di Eragon ne avrebbero parlato seriamente.Non dovettero aspettare molto. Nel pomeriggio, infatti, Eragon, che era sdraiato su alcune coperte, iniziò a muoversi.
Aveva un grande mal di testa e non capiva bene dove si trovava; l'unica cosa che comprese era che la battaglia della sera prima per lui era finita un po' troppo presto.
"Heylà dormiglione, come va?"
"Ahi che mal di testa... cosa è successo? Chi sei tu? Dove sono? Saphira..."
"Buono buono! Ti esploderà il cervello. Mettiti comodo e ti spiegherò tutto".
"Non capisco...avevo visto Arya..."
"...e invece no..."
"...ma poi sono svenuto..."
"...non proprio..."
"Ma che sta succedendo?"
"Proprio non mi riconosci? Dai sono passati solo sette anni in fondo, e io ti ho riconosciuto subito...devo dire che è deludente non essere mai ricordata da nessuno, ti fa sentire trasparente, eppure io sono magnifica credo proprio che..."
"ASTRA! Ma come è possibile? Io...io...ti hanno portata via da Carvahall...e...mi sei mancata".
Si abbracciarono come vecchi amici, felici di essersi ritrovati, seppur con un minimo di imbarazzo, dato che in fondo non erano più i bambini di una volta, e avrebbero dovuto imparare di nuovo a conoscersi.
"Bevi, è una pozione curativa. Ti farà passare i dolori" disse Astra e porse ad Eragon una bevanda viola.
"Grazie" sapeva di fiori, eppure il suo effetto era forte come una fiamma.
"Bene forse è il caso che ti spieghi perché ti ho steso con un solo colpo". Disse Astra con un po' di imbarazzo.
Gli raccontò del perché era stata portata via da Carvahall da Brom (sentendo quel nome, Astra notò che lui ebbe un sussulto), delle sue lezioni con Eldoar e del fatto che era l'arma segretissima dei Varden, talmente segreta da rimanere isolata lei stessa con Sharon nelle Terre del Nord, delle battaglie che avevano combattuto da soli all'insaputa di tutti, e infine della visione che lo vedeva protagonista.
"...così quando mi sono girata, pensando che fossi un nemico ti ho colpito con l'impugnatura della spada...direi che ti è andata bene, potevo tagliarti la gola". Concluse con un sorriso di scusa, aspettando una risposta.
"Quindi praticamente tu ne hai fatti fuori quindici su venti e io appena cinque?"
"Ehm...si...ma bisogna riconoscere che non potevi fare molto da svenuto".
"Grazie. Mi hai decisamente salvato. Botta in testa a parte".
"Figurati. Non ho pensato ad altro per una settimana".
Erano contenti della presenza altrui. Era mattino presto, quindi avevano molto tempo da passare insieme.
"Io ti ho raccontato la mia storia, ma tu cosa ci fai qui? Ti immaginavo a palazzo reale ad Ilirea, non imboscato vicino Narda. Raccontami".
Eragon raccontò lo scopo del suo viaggio, di Vroengard, le uova di drago, dell'eredità di Cavaliere che aveva ricevuto: ricostituire l'ordine dei Cavalieri dei Draghi. E che probabilmente quello sarebbe stato il suo ultimo viaggio.
"Non sempre le profezie si avverano subito -gli disse lei- talvolta ci impiegano decenni, altre volte hanno solo un senso figurato. Magari è un viaggio dell'anima da cui ne tornerai molto cambiato. Non significa che devi morire".
"Interessante, non l'avevo mai pensata così. Grazie Astra".
"Credo che tutte queste parole e preoccupazioni stiano rovinando un bel momento. Vieni fuori a conoscere Sharon. La pozione dovrebbe aver fatto effetto".Uscirono insieme dalla piccola grotta che li aveva protetti, e si unirono ai due draghi che stavano vegliando su di loro. Astra adorava il clima che si era creato. Erano intenti a conoscersi l'un l'altro, Astra e Sharon che cercavano di darsi un tono difronte ai salvatori di Alagaësia, Eragon e Saphira che cercavano di capire perché non sapevano della loro esistenza, e poi confessarono: "Avremmo voluto incontrarvi prima...sapete, è stato un peso eccessivo da sopportare, deporre Galbatorix e tutto il resto...avremmo potuto affrontare tutto insieme e soffrire tutti di meno. Possiamo immaginare che essere confinati e sentirsi inutili sia terribile, ma neanche essere al centro di tutto, avere tutti che contano su un semplice ragazzo e la sua dragonessa è facile, ve lo assicuriamo".
Passarono la giornata così in compagnia finché a Sharon non venne un'idea.
"Che ne dite di chiedere in città se c'è qualcuno in grado di evocare spiriti e magari -magari- anche uomini-senza-dolore?"
"Ma certo signor drago e compagni, guardi il negromante abita proprio qui davanti e oggi fa offerte speciali per la resurrezione di schiavi-guerrieri, ma solo fino alla nuova Luna". Rispose sarcasticamente Astra, scatenando il riso generale, Sharon compreso.
"Ma che simpatica. Io dicevo sul serio. Magari si può chiedere ad un fattucchiere qualsiasi per arrivare al «signore delle tenebre». Basta dirgli che vuoi una profezia e invece...zac! Acchiappi il negromante".
Eragon notò che i due erano particolarmente ironici e teatrali. Si punzecchiavano amorevolmente in continuazione. Erano molto divertenti, poiché allietavano chiunque li ascoltasse. O almeno lo avrebbero fatto in passato se solo ne avessero avuto l'occasione.
"Va bene, va bene! Devo ammettere che non è una cattiva idea fare un giro in città. Non mi dispiacerebbe vedere delle persone sai. E magari anche del cibo e un letto vero. Questa settimana non è stata molto confortevole. Voi che ne dite?"
Eragon e Saphira si scambiarono un breve sguardo.
"Forse è la botta in testa a parlare, ma per me va bene, ti accompagno".disse Eragon.
"Ti ho già chiesto scusa, e anche curato! Smettila mi fai sentire in colpa!"
Ancora una volta le risate riempirono l'aria.
Dopo pranzo, i ragazzi presero le loro cose e si misero in sella. Bastò un piccolo scambio di pensieri tra drago e Cavaliere per far scattare una scintilla.
"Dimmi Astra" esordì Eragon con un teatrale atteggiamento di superiorità "quanto siete veloci tu e Sharon?"
"Mmm...te lo dirò quando ci raggiungerete". Detto questo i due scattarono in avanti seguiti da Saphira e un Eragon piuttosto divertito. Il sole era alto nel cielo, e gli uccelli cantavano. Andava tutto bene. Momentaneamente.
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Eragon - La Seconda Profezia
FanfictionCosa accadrebbe se Eragon non partisse più a causa di una nuova minaccia? E se stavolta non dovesse affrontarla da solo, se stavolta ci fosse un altro Cavaliere dei Draghi al suo fianco? Eragon e Astra sono la coppia perfetta per poter proteggere Al...