Astra partì in piena notte al galoppo col suo cavallo. Aveva detto alla regina che sarebbe andata ad incontrare un mago importante nella città di Dras-leona, ma era vero solo in parte: sarebbe andata invece alla ricerca di Eragon. Ormai non riusciva più a mettersi in contatto con lui da due giorni, ma ancor di più la preoccupava il fatto che la collana intrisa dell'incantesimo di comunicazione continuava a darle un senso di angoscia continuo. Di certo qualcosa non andava e lei sarebbe andata fin lì per capire cosa stava succedendo, anche a costo di mentire alla regina. Nasuada aveva completato i suoi doveri a Teirm, dunque non aveva motivo per rimanerci; il pomeriggio stesso era partita con la sua corte e la regina Arya per fare ritorno a Ilirea. Astra era partita insieme a loro e durante il percorso aveva avuto modo di parlare con Arya: ne era rimasta affascinata. Avevano fatto conoscenza, cosa che tranquillizzò Astra, dato che vedeva la regina degli elfi come la maschera di ferro di una dea. Le aveva anche svelato il segreto delle uova di drago gemelle che avevano dato vita a Sharon e Firnèn. A quel punto Arya le aveva detto una frase molto importante per lei: "È un onore conoscerti sorella di fuoco. I nostri compagni ci hanno unite e le nostre strade si sono incontrate. Abbiamo tutto il tempo che desideriamo per percorrerle una accanto all'altra. Sono grata della tua compagnia. Che le stelle ti proteggano." Già sognava il giorno in cui avrebbe presentato Sharon a lei e Firnèn, ma avrebbe dovuto aspettare.
Ad un certo punto porse i suoi saluti alle regine, ringraziandole della loro disponibilità nei suoi confronti e con la promessa che si sarebbero riviste presto. Senza indulgiare oltre, Astra deviò per il sentiero che portava a sud-est, cavalcando tutta la notte per poi arrivare a metà mattinata a Dras-leona. Non conosceva affatto la città e si rese conto del problema troppo tardi: era disordinata, sporca e piena di gente mal ridotta. Sembrava quasi che la guerra non fosse passata lì. Che frustrazione. Non sapeva dove andare, dove cercare e ben presto nemmeno dove dormire. Una ragazza da sola in una locanda non sarebbe passata inosservata e lei non si poteva permettere di risolvere altri problemi. Ebbe un'illuminazione: nessuno l'avrebbe cercata in un cimitero. E così fece. Piuttosto che dormire, in effetti, rimase a "riposare" accanto al muro di cinta, con il coltello ben saldo i mano. Ebbe molto tempo per pensare alla planimetria della città e constatò che il Palazzo Grande si trovava totalmente dall'altra parte di Dras-leona. Indubbiamente passò una notte lugubre e noiosa, eccezion fatta per un momento in cui sentendo muovere le foglie dell'albero a fianco a lei, accoltellò una lucertola che passava sul suo tronco. Ops, scusa, lucertola.
Alle prime luci dell'alba sgattaiolò via di lì e andò a passo spedito a sud. Per prima, vide la cattedrale, o il tempio, come lo chiamavano i seguaci. Accanto a lei, il Palazzo non sembrava poi così grande. Il Palazzo Grande portava ancora i segni che gli avevano lasciato le macchine da guerra: Eragon le aveva raccontato di quella battaglia, ma vedere i segni dal vivo rese quei racconti ancor più reali. Fece il suo ingresso: i corridoi erano stretti e spogli, freddi come la pietra che li componeva. Si diresse dritta nella sala del governatore che, fortunatamente, credette alla storia che gli raccontò: lei era un emissario degli elfi e desiderava assicurarsi che non ci fossero altre Dauthdaret nell'armeria. Parlando con il governatore si rese conto che Eragon non era stato lì nell'ultima settimana.
Ma allora dov'è andato?
Decise di provare con metodi alternativi: rintracciarlo con la magia. Utilizzare le doti mentali era rischioso, poiché l'avrebbero potuta sentire persone poco raccomandabili, ma per Eragon era pronta ad affrontare un intero esercito di maghi da sola. Decise di andare al mercato che si trovava dietro l'angolo, per sentire la città stessa parlare: magari avrebbe sentito qualcosa di particolare. Si mise una mantella leggera e un fazzoletto viola a coprirle il capo, poi con aria distratta e leggera prese a girare tra i banchi, accarezzando le stoffe, assaggiando le spezie e comprando frutta. Venne a sapere che un cavallo era stato rubato dalla stalla del Palazzo, che la "vecchia Vesten stracciona" era passata a miglior vita, che il prezzo del pane era aumentato e quando aveva perso la speranza...
"...hai visto come è stato ridotto il tempio? Panche distrutte, vetri infranti, sangue sui gradini..." disse una vecchia bassa e grinzosa.
"Ma sul serio? Chi avrebbe mai osato?" Disse la sua amica, che al contrario, era smilza e dentona.
"Beh, la vecchia Jisel, ha detto alla vecchia Brienne, che la nipote della vecchia Ferda ha visto lampi e udito tuoni nel tempio. Ha detto che la magia nera era nell'aria."
"Ah vecchiaccia, smettila di credere a queste cose. La magia, nera per di più. Baggianate."
"E allora cosa credi che..."
Astra non sentì più niente, perché già correva via veloce, verso la grande cattedrale. Rimpianse di non avere il cavallo.
Ecco di chi era il cavallo rubato!
Giunse alle porte in poco tempo, ma a lei sembrò un'eternità. Poteva vedere ancora dei vetri per terra, ma il resto era stato ripulito con cura; mancava solo una panca vicino all'altare, e come aveva sentito dire c'erano gocce di sangue nascoste tra i gradini.
Dove sei?
Si liberò di giacca e fazzoletto, rivelando comodi vestiti in pelle e le sue fidate armi. Voleva andare nel sagrato piccolo e nascosto dietro l'altare, ma quando vi entrò rimase delusa dalle sue piccole dimensioni. Stava per andarsene quando inciampò su una mattonella alzata...
Una botola! UNA BOTOLA!Nel cunicolo sotterraneo c'era abbastanza spazio per passare in piedi, ma era molto stretto; in più c'erano chiari segni di trascinamento: i piedi di Eragon. Adesso almeno aveva la certezza che si trovasse lì. Non appena si allontanò dalla luce della botola cominciò a non vedere assolutamente più niente; dovete tornare al piano di sopra per prendere una torcia. Alla luce del fuoco il corridoio sembrava molto angusto e pieno di presenze poco invitanti come topi, scorpioni e scarafaggi. Più andava avanti più la puzza di umidità le rendeva difficile respirare senza tossire, il silenzio la rendeva nervosa, la distanza che stava percorrendo la preoccupava e una cattiva sensazione la pervadeva. Finalmente giunse in uno spazio più ampio e circolare, ma la sensazione di sollievo sparì immediatamente quando davanti a lei apparirono tre porte totalmente uguali.
Bene, e adesso dove vado?
Ebbe un illuminazione e si rese conto che in realtà stava seguendo delle tracce: era come andare a caccia e bastava continuarle a seguire. Sinistra. Al termine del corridoio preso, ecco riapparire la stessa scena di prima: una sala circolare e 3 porte uguali. Destra. Percorsi di nuovo un corridoio... centro. Poi destra, centro, centro, sinistra. Arrivata alla fine dell'ultimo corridoio finalmente giunse davanti ad un arco a punta che incorniciava una porta di legno. Stavolta fu più prudente e prima di varcare la soglia fece una rapida ispezione mentale per assicurarsi che non ci fossero pericoli dall'altra parte. Con un tuffo al cuore si rese conto che c'era solo Eragon, ma non quello vitale e pronto a tutto che conosceva, bensì un Eragon molto debole. Si fece coraggio ed entrò: il coraggio che aveva appena raccolto si sciolse in una nuvola di fumo.
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Eragon - La Seconda Profezia
FanficCosa accadrebbe se Eragon non partisse più a causa di una nuova minaccia? E se stavolta non dovesse affrontarla da solo, se stavolta ci fosse un altro Cavaliere dei Draghi al suo fianco? Eragon e Astra sono la coppia perfetta per poter proteggere Al...