ARENA

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Quella notte Rue dormì male, il pensiero che le rimanevano solo poche ore di libertà, che sarebbe potuta morire quello stesso giorno e la speranza di rivedere la sua famiglia che si faceva sempre più lontana le avevano tolto ogni prospettiva di sonno e  fatta precipitare in un incubo costante ad occhi aperti. Trame di luce filtravano dalla finestra semiaperta,  mentre corpuscoli di polvere galleggiavano pigramente al suo interno, ed illuminavano  il volto di Rue contratto da una smorfia di preoccupazione che le irrigidiva i tratti somatici facendole assumere un'aria più seria di quella che avrebbe dovuto avere una normale ragazzina della sua età. Sembrava tutto una grottesca replica di quella fatidica mattina al distretto 11, prima della mietitura , forse il fato aveva un macabro senso dell'umorismo o un morboso attaccamento al passato, ma quelle circostanze non sarebbero potute essere più diverse. C'era differenza tra il risvegliarsi circondata dai propri familiari e risvegliarsi a Capito City . Era passata solo una settimana da allora, ma sembrava fosse passata un'eternità e Rue sapeva che nel profondo qualcosa in lei era per sempre cambiato. Sperava solo che la sua innocenza rimanesse intatta  nell' arena e  che le crudeltà e le barbarie a cui avrebbe dovuto inevitabilmente assistere non la rendessero un ' estranea alla sua famiglia e a se stessa. Non voleva trasformarsi nella cosa che temeva di più, l'arma di Capitol City. Meglio morire. 

 Il programma sarebbe iniziato ufficialmente alle dieci, dato che la gente di Capitol non era famosa per essere mattiniera,  mentre i tributi dovevano essere già svegli all'alba in modo da avere tutto il tempo  di prepararsi e dirigersi nell' arena allestita per quell' edizione degli Hunger Games. Chaff e Seedeer  non sarebbero venuti con lei, da quel momento le loro strade si sarebbero divise: loro insieme a Cassie sarebbero andati al quartier generale dove avrebbero cercato un modo per accaparrarsi quanti più sponsor possibili e per studiare le strategie  su come e quando far arrivare i doni nell'arena (sempre se ne avesse avuti) .Invece lei e Thresh sarebbero stati affidati ai loro stilisti che li avrebbero accompagnati per il loro  ultimo viaggio prima di essere scaraventati nell'arena . "Chissà come sarà quest' anno"  pensò Rue , " Una palude , deserto o landa ghiacciata?" sperava solo che ci fossero degli alberi, con quelli si sarebbe potuta arrampicare , nascondere agli occhi nemici e ripararsi durante la notte , rappresentavano la sua unica possibilità di sopravvivere, poiché a terra sarebbe risultata subito un bersaglio facile. Si permetteva anche di essere ottimista al riguardo  poichè   un paesaggio privo di boschi sarebbe risultato monotono e avrebbe aumentano le possibilità  di morte naturale tra i tributi,  mentre gli strateghi miravano a tenerli in vita fino a  farli scontrare tra di loro. Rue aveva già salutato i suoi mentori la sera prima, li aveva abbracciati entrambi con le lacrime agli occhi, erano state delle guide fantastiche, le migliori che potesse desiderare e non li avrebbe dimenticati mai, sperava che vivessero il resto della loro vita felici  ma niente era al sicuro con Snow. Chaff le aveva ricordato  di allontanarsi dalla cornucopia non appena fosse stato sparato il cannone di inizio e di cercare subito un corso d'acqua e un riparo per la notte poichè le temperature tendevano a scendere drasticamente durante le ore notturne.  Seedeer le aveva sussurrato con voce rotta dalla commozione all'orecchio " Ricorda quello che ti ho detto , si aspettano un bel gioco , dimostrali quanto vali...farò il tifo per te Rue" .

I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo del suo stilista, Tobias,  venuto a prepararla . Senza perdersi in chiacchiere ed indugiare oltre,  le fece indossare un semplice vestitino abbottonato sul davanti e la guidò fin sul tetto. La vestizione e le preparazioni finali avrebbero avuto luogo nella catacombe sotto l'arena. All'improvviso il vento cominciò ad alzarsi scompigliandole i capelli e un' ombra gigantesca calò su di lei oscurando il sole,  guardando in alto Rue individuò  un Hovercraft sbucato dal nulla, dal quale venne calata una scaletta. Titubante dopo aver colto un cenno di assenso negli occhi di Tobias , Rue  appoggiò i piedi e le mani sui pioli più bassi della scala  e fu subito sollevata in alto e portata all'interno dell' Hovercraft.  Una volta entrata le si avvicinò una donna con un camice bianco addosso e una siringa  in mano, " È un localizzatore Rue, se non ti muovi riesco a posizionarlo meglio. " le disse poco prima di infilarle l' ago nell'avambraccio senza troppi complimenti. Rue sussultò di dolore quando la donna pigiò lo stantuffo inserendole il dispositivo metallico di localizzazione, con quello gli strateghi avrebbero sempre saputo  dove si trovava  e sarebbero sempre stati in grado di rintracciare i suoi spostamenti nell'arena. Appena il localizzatore fu sistemato la donna se ne andò e dopo poco venne prelevato anche Tobias dal tetto. L'Hovercraft si rimise in moto silenziosamente mentre un senza voce appena entrato li guidò in una saletta accanto dove  era stata allestita la colazione. Nonostante la tensione e la paura che le attanagliavano lo stomaco Rue cercò di sforzarsi a mangiare qualcosa, poiché non sapeva quanto tempo sarebbe trascorso prima che riuscisse a rimettere qualcosa sotto i denti, e aveva bisogno di essere al pieno delle forze. Per un momento valutò anche l'ipotesi di nascondersi qualcosa nella giacca della camicia per dopo, ma sapeva che non avrebbe superato i controlli, quindi abbandonò in fretta l'idea . Dopo mezz'ora di viaggio i finestrini cominciarono ad oscurarsi, segno che si stavano avvicinando all'arena. L' Hovercraft planò dolcemente a terra, senza creare il minimo sobbalzo al suo interno, e Rue e Tobias vennero nuovamente  calati con la scaletta lungo un tubo sotterraneo , all'interno delle catacombe che si trovavano sotto l'arena. Camminarono poi fino a che non arrivarono ad un piccolo locale di pochi metri quadrati riservato alla sua preparazione. La camera di lancio, come veniva chiamata a Capitolo city, dove i tributi attendevano la  propria fine. Rue fece una doccia veloce  e si lavò i denti sforzandosi di rimanere calma e di non farsi prendere dal panico, ci sarebbe stata tutta la sua famiglia a vederla, doveva cercare di non crollare.  Indossò poi i vestiti,  uguali per ogni tributo, consistevano in un paio di pantaloni fulvi , una casacca verde chiaro , una robusta cintura marrone e una sottile giacca nera che le arrivava fino a metà coscia. Secondo Tobias la giacca era fabbricata con un materiale che doveva trattenere il calore corporeo al suo interno,   segno che ci sarebbero sarebbero state nottate molto fredde. Infine gli scarponi, indossati sopra calze aderenti,  di pelle morbida con suola di gomma flessibile , ottimi per correre ed arrampicarsi. A quel punto una fredda voce femminile annunciò che era ora di prepararsi al lancio, Rue si posizionò al centro di una piastra metallica circolare, " Buona fortuna " le disse Tobias senza guardarla negli occhi, anche se Rue potè giurare di averci visto uno scintillio poco prima che abbassasse lo sguardo," Addio " rispose mentre un cilindro di vetro veniva calato intorno a lei , dividendola dal resto del mondo. Si concludeva una parte della sua vita e ne iniziava un'altra. Si sforzò di assumere un'aria meno smarrita possibile mentre la pedana cominciava a salire , rimase al buio per qualche secondo, poi di nuovo fuori. Per un attimo i suoi occhi rimasero abbagliati  dall'intensa luce del sole, poi il silenzio fu spezzato dalla voce di Claudius Templesmith , l'annunciatore, che esclamò :"Signori e signori che i settantaquattresimi Hunger Games abbiano inizio! "

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